Corriere della Sera (Milano)

Rapine e odio razziale, la baby gang terrore dei dodicenni

Cremona, i quattro bulli (di 15 e 17 anni) ai domiciliar­i. Una vittima picchiata perché di origine straniera

- Francesca Morandi

CREMONA Sulla chat della baby gang «Cremona Dissing», scoperta un anno fa dai carabinier­i di Cremona, si era allenato al bullismo scegliendo tre vittime più piccole, tutte di 12 anni, tra Cingia de’ Botti e Scandolara Ravara, nel Cremonese. Si era accanito soprattutt­o su un ragazzino, la prima volta preso a calci, pugni e rapinato di 5 euro in un parco pubblico, l’ultima, la quarta, mandandolo all’ospedale con un trauma facciale: 10 giorni di prognosi. Il capetto della gang aveva quattro complici, di 15 e 17 anni. Tra le vittime, c’è anche un dodicenne insultato e picchiato solo perché straniero. Il gip presso il Tribunale per i minorenni di Brescia ha disposto la permanenza domiciliar­e nei confronti di tre bulli, il quarto lo ha mandato in una comunità. Le accuse vanno dalla rapina alla tentata estorsione, dalle lesioni personali aggravate alle percosse e alla violenza aggravata dall’odio razziale.

L’indagine dei carabinier­i di Scandolara è iniziata nel luglio del 2019 dalla segnalazio­ne della nonna del dodicenne aggredito quattro volte. Nell’ottobre successivo, all’Arma si rivolgerà la mamma di un’altra vittima. «L’ho scoperto perché una sera chi picchiava mio nipote è venuto a cercarlo a casa. Ha suonato, voleva dei soldi», ha raccontato la nonna, che già aveva intuito qualcosa, finché il nipote si è confidato con lei, in lacrime. Le carte dell’inchiesta raccontano che pochi giorni dopo la prima aggression­e, il nipote è stato di nuovo picchiato, sempre nel parco. Stavolta,

il capo della gang gli ha portato via 2,5 euro. A settembre, è tornato a colpire: gli ha strappato lo zainetto. Bottino: 2 euro. Pochi. Così, è andato a cercarlo all’oratorio, l’ha chiuso in una stanza e lo ha pestato, mentre i complici, fuori, con la forza tratteneva­no i suoi amici.

«Ho capito che qualche cosa non quadrava, perché mio figlio, amico del ragazzo picchiato, a casa raccontava quello che stava accadendo — ha detto la mamma del secondo dodicenne — . All’inizio pensavo che si trattasse di cose da ragazzini, ma una sera di ottobre, in tre hanno messo al muro mio figlio: era andato alla fiera, gli hanno portato via 2 euro». E ad ottobre scorso, vicino ad una palestra, il capo ed un complice hanno pestato il dodicenne straniero. Da lui non volevano soldi, ma «dargli una lezione». I carabinier­i lanciano l’appello: «Rivolgetev­i alle forze dell’ordine e denunciate senza timore».

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