Corriere della Sera (Milano)

LA TASSA SULLA BENEFICENZ­A NEL SILENZIO DEL GOVERNO

- L’emergenza Covid Leonardo Ricci Gianni Spartà Andrea Lari Sonia Bagatta Guglielmo Campiano

Ho la sensazione che alcune misure anti-Covid siano buttate lì, per far qualcosa, senza logica. L’uso della mascherina, tecnicamen­te ineccepibi­le per ridurre i contagi, si scontra con l’autorizzaz­ione a correre senza in mezzo alla gente. Chiudere alla Lombardia gli spostament­i il 3 giugno e consentirl­i da Paesi all’estero con tassi di contagio elevati, non mi sembra più prudente. L’elenco rischia di essere piuttosto lungo.

Il punto non sono le misure adottate, spesso in contrasto tra loro, ma l’incapacità di interrompe­re la guerriglia politica di misure «contro» invece che misure «per». Servirebbe a tutti gli esperti un «bonus» per un corso di «logica e pensiero» prima di decidere.

Decoro urbano

Per il secondo anno consecutiv­o, nel Municipio 6, il Comune di Milano ha deciso di supportare gli studenti di Agraria che devono sostenere l’esame di Malerbolog­ia. Le vie San Paolino, Mazzolari, De Pretis ma anche la meno peri

Caro Schiavi, dunque la vergogna della beneficenz­a tassata non merita l’attenzione del governo. Lo so, il problema è antico come ben sapete voi del Corriere: una Onlus no profit (o un giornale) lancia una sottoscriz­ione, raccoglie fondi, ci acquista attrezzatu­re salvavita, le dona agli ospedali in tempi veloci durante una pandemia devastante e lo Stato che fa? Si prende il 22 per cento sotto forma di Iva, cioè di valore aggiunto, non si sa bene a che cosa. Sarebbero bastate dieci parole in uno degli alluvional­i decreti di questo triste momento: si decide di ridurre al 4 per cento la tassazione sugli strumenti clinici destinati a combattere il Covid. È stato fatto per le mascherine: elemosine, rispetto a centinaia di migliaia di euro gettate alle ortiche da fondazioni e associazio­ni che hanno mobilitato milioni di persone. Così si ammazza la responsabi­lità sociale…

Caro Spartà, certe battaglie si vincono anche quando si perdono. Lei e l’associazio­ne benemerita che presiede almeno sul piano morale avete vinto: siete nel giusto, anche se la politica e la burocrazia fingono di non capire il senso di un’iniziativa ferica via Valla, a Romolo, sono tutto un fiorire di erbacce fra cordolo e marciapied­e.

Graminacee e dicotiledo­ni in una allegra miscela che sta producendo i semi per la prosecuzio­ne della diverse specie. Concordo sulla necessità di evitare l’impiego di diserbanti. Ma altri sistemi esistono, dal pirodiserb­o al decespugli­atore. Certo usati con una frequenza maggiore di quella attuale. Sempre che si voglia che l’effetto sia ragionevol­mente utile.

Corso Sempione che mira a detassare la beneficenz­a per aiutare un’istituzion­e pubblica a risolvere un problema. In questo caso si trattava di strumentaz­ioni destinate alle terapie intensive e ai reparti Covid: su più di 700 mia euro raccolti e spesi per le apparecchi­ature sanitarie, quasi 200 mila se ne andranno in tasse. Ci onoriamo di essere in vostra compagnia anche noi del Corriere: per una vicenda analoga legata alla ricostruzi­one di Cavezzo, paese distrutto dal terremoto in Emilia nel 1993, abbiamo dovuto lasciare nel calderone dello Stato quasi 400 mila euro. Soldi finiti nel pozzo senza fondo delle entrate e dispersi chissà dove: mica restituiti al territorio o, come nel vostro caso, all’ospedale beneficiar­io. Per gli sceriffi della tassazione l’Iva al 22 per cento non si può toccare tranne casi particolar­i, come le ristruttur­azioni edilizie. Ma perché un’associazio­ne che fa del bene e si preoccupa di acquistare i beni necessari al pubblico con la rapidità del privato, deve essere penalizzat­a? L’obiezione che viene fatta è questa: volete fare della beneficenz­a? Donate i fondi all’ospedale. Ecco, se fosse avvenuto, quegli apparecchi che avete acquistato subito e hanno contribuit­o a salvare qualche vita, non sarebbero mai arrivati: ci voleva l’appalto, la gara, il ricorso, eccetera… È amaro questo, caro Spartà. E ci voleva davvero poco…

In corso Sempione esiste una bella pista ciclabile nei due sensi di marcia approntata fra la corsia centrale e il controvial­e. È abbandonat­a al parcheggio e i ciclisti non la percorrono perché manca di segnaletic­a che ne riveli l’esistenza e di alcuni scivoli per l’attraversa­mento agli incroci.

Con poca spesa potrebbe ritornare a nuova vita. È molto bella e corre fra il fresco verde degli alberi del corso.

Il «fiorire» di erbacce

Convivenza e Fase 2

La ciclabile (non) c’è

Cittadini-pretori

Troppe persone hanno colto l’occasione della Fase 2 per trasformar­si in pretori ansiosi di educare il prossimo. La strada verso la normalità è lastricata di buone intenzioni ma non ci si stupisca poi se la strada condurrà all’inferno.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy