Odissea Lirico: debutto nel 2021
Odissea in via Larga, ma stavolta un colpevole non c’è I gestori: troppi limiti, non avremmo aperto comunque Il costo della ristrutturazione lievitato a 11,8 milioni
Altri 4 mesi di ritardo per il cantiere infinito del Lirico, teatro chiuso dal 1999. Ma stavolta la colpa è solo del Covid. I gestori: con tutte le limitazioni in vigore non avremmo potuto aprire comunque.
Il cantiere infinito si prende altri quattro mesi di tempo. I lavori del teatro Lirico si concluderanno tra 120 giorni, ultima proroga accordata dal Comune all’azienda che sta portando avanti il restyling. La ragione è ovviamente legata all’emergenza da Covid, ma il traguardo dell’inaugurazione è intanto destinato a slittare ancora una volta. L’ennesima. Se tutto ora andrà bene, a ottobre dovrebbero finire i lavori alla struttura, poi ci vorranno altri 45 giorni per gli arredi interni e infine arriverà il tempo dei collaudi. Matteo Forte di Stage Entertainment, la multinazionale già alla guida del Nazionale che si è aggiudicata la futura gestione della sala di via Larga, accoglie la notizia dell’ennesima proroga con una buona dose di filosofia. «Questa volta non mi sento di puntare il dito contro nessuno, la responsabilità è della pandemia, non ne vedo altre. E in ogni caso, a queste condizioni, non potremmo riaprire», spiega il manager: «I paletti che hanno fissato ci condannano. Il Nazionale ha 1.500 posti e le regole impongono non più di 200 spettatori per sala. Come si può pensare di organizzare spettacoli in queste condizioni? E se il Lirico fosse pronto, sarebbe lo stesso. La capienza è superiore ai mille posti. Come si potrebbe aprire?». In via Larga, nel teatro che sarà intitolato alla memoria di Giorgio
Gaber, l’obiettivo è ora di tagliare i primi nastri a inzio dell’anno prossimo per poi concentrarsi sulla stagione 2021-2022.
Ventidue anni dopo. Perché era il 23 dicembre del 1999 quando il sipario della sala di via Larga calò con «El tango de Piazzolla» portato in scena da Milva. Furono gli insostenibili costi di gestione a decretarne la chiusura. Anche la storia del successivo cantiere è una telenovela. È ufficialmente attivo dal 2016, ma si sono susseguite nel corso degli anni cinque varianti tecniche e una serie infinita di guai e contrattempi, dall’amianto alle normative sismiche da rivedere fino al ritrovamento di reperti importanti. Varianti che hanno fatto slittare la chiusura del cantiere e lievitare le spese. Il costo a carico del Comune per il restauro del Lirico è salito dagli iniziali 8,1 milioni di euro agli 11,8 milioni di euro conteggiati lo scorso maggio, dopo il via libera alla quinta modifica: 3,7 milioni di euro in più.
Ma al nodo dei lavori da concludere nei tempi previsti s’è aggiunta nel tempo la querelle giudiziaria intorno alla gestione del teatro (una volta rimesso a nuovo). Nel dicembre 2017, infatti, il Tar ha bocciato l’affidamento della sala alla multinazionale olandese Stage Entertainment. I giudici amministrativi di primo grado accolsero il ricorso dei secondi classificati e sconfitti della gara, la Show Bees capeggiata da Gianmario Longoni. Sentenza ribaltata dal Consiglio di Stato nel giugno del 2018, che ha invece confermato la legittimità della concessione a Stage Entertainment.
Regole in platea
Il manager: in queste condizioni sarebbe stato impossibile organizzare spettacoli