Ditte e ospedali: cambia la mappa dei tamponi Altalena contagi
Quasi 20 mila esami, 21 i decessi nelle ultime 24 ore Iniziata la raccolta di sangue super-immune al Sacco: il giudice Roia primo donatore. «Molti già in lista»
Nell’altalena del numero di tamponi eseguiti non spaventa l’aumento esponenziale di casi Covid registrato ieri in Lombardia, 402 persone contro le 84 di giovedì. I tamponi erano stati infatti meno di un sesto. Scende al 2,1% il rapporto tra test e positivi e calano di 421 unità i pazienti attualmente positivi al coronavirus. I nuovi contagi nelle aziende e negli ospedali. Al Sacco inizia la raccolta del sangue «iperimmune».
In 24 ore i tamponi effettuati in Lombardia sono passati dai 3.410 di giovedì, un salto nel buio rispetto agli oltre 11mila di mercoledì e ai numeri quasi sempre sopra quota 12 mila della settimana precedente, al record da inizio emergenza raggiunto ieri: 19.389. Quasi a frenare le polemiche riemerse dopo quel dato considerato dalle opposizioni troppo basso per la Regione che conta il 40% dei casi totali in Italia e che rimane ultima — sottolineano i dem in Consiglio regionale — per numero di persone sottoposte a tampone sul numero di casi positivi, con un rapporto di 5 a 1 (rispetto ai 17 a 1 del Veneto e ai 27 a 1 del Lazio).
Ma è soprattutto l’instabilità della quantità di tamponi effettuati giornalmente quella che salta all’occhio. L’oscillazione non mette in dubbio la capacità dei singoli laboratori, assicura l’assessorato al Welfare, passati dai tre di inizio emergenza (con un massimo di 300-400 tamponi processabili in 24 ore) ai 49 di oggi, in grado, ciascuno, di esaminare 22 mila tamponi al giorno. La quota giornaliera dei tamponi «effettivamente processati dipende invece — dice l’assessore Giulio Gallera — dalle segnalazioni provenienti dal territorio e dalle richieste degli ospedali». In particolare, «il picco minimo di giovedì dipende dalla diminuzione delle richieste nel corso del weekend collegato alla festività del 2 giugno, nel contesto di un progressivo calo degli accessi negli ospedali e di riduzione della diffusione della pandemia».
Il sistema di sorveglianza sul territorio ha finora generato da parte dei medici di base «9.178 segnalazioni: nell’80% dei casi è già stato eseguito il tampone», dice Gallera (9% i positivi). Le richieste arrivano oggi principalmente dalla rete ospedaliera, dalle segnalazioni dei medici di base, dalle Rsa e dagli esiti dei test sierologici. Siamo però in una fase discendente, commenta la Regione: calano le domande di tamponi dai pronto soccorsi (calando gli accessi) e anche dai medici di base. Mentre cresceranno sempre di più, e genereranno nuove oscillazioni quotidiane, le richieste da parte delle aziende (i dipendenti sopra i 37.5 gradi di temperatura vengono segnalati alle Ats e sottoposti a tampone, insieme ai propri familiari) e da parte degli ospedali con la ripresa delle attività ordinarie: chi dovrà subire un intervento chirurgico, infatti, sarà sottoposto a tampone. In Lombardia le attività ordinarie negli ospedali sono riprese l’8 maggio, ma «solo tra qualche settimana si entrerà a regime con gli interventi chirurgici — informa l’assessorato al Welfare —, sempre non oltre il 60/65% dell’attività, per lasciare posti disponibili a pazienti Covid e per non congestionare le strutture».
A fronte del numero record di tamponi effettuati ieri, nelle ultime 24 ore sono scesi ulteriormente i morti per Covid: 21, rispetto ai 29 dei due giorni precedenti, portando il totale delle vittime da inizio emergenza a 16.222. I nuovi contagi sono 402, per un totale di 89.928.
All’ospedale Sacco di Milano, intanto, sono iniziate le donazioni di plasma iperimmune destinato alla cura dei pazienti Covid. È stato il giudice Fabio Roia, presidente della sezione autonoma misure di prevenzione del Tribunale di Milano e primo magistrato milanese a risultare positivo al virus, il donatore numero uno. «C’è una lista di persone pronte a donare il proprio plasma — spiega Augusto Federici, direttore dell’Unità Operativa Centrale di Ematologia e Medicina Trasfusionale dell’ospedale milanese —. Tutti i pazienti guariti hanno sviluppato anticorpi specifici e perciò sono potenziali donatori di plasma per i malati». Da ogni donatore si otterranno «tre dosi di plasma iperimmune» che potranno, dunque, essere utili «nelle cure di tre malati o di un solo malato grave», che avrà bisogno di tre infusioni. L’ospedale punta a effettuare «da 4 a 10 prelievi a settimana».