Corriere della Sera (Milano)

Covid hotel Solo 5 pazienti

- Di Francesco Gastaldi 6

Un intero ospedale per soli 5 pazienti. A Casalpuste­rlengo, dubbi e polemiche sul polo per malati Covid con sintomi lievi: «Mai riempiti i quaranta posti a disposizio­ne, ora temiamo la chiusura».

LODI Lo chiamano l’«hotel Covid», ma dall’apertura a oggi i «clienti» sono stati pochi. Molti meno delle aspettativ­e, nell’ospedale di Casalpuste­rlengo trasformat­o in «reparto di sorveglian­za» per i malati di coronaviru­s con sintomi lievi. Al punto che il sindaco Elia Delmiglio ha ammesso che entro breve il reparto potrebbe essere sospeso. Anche perché chi ci ha scommesso — le aziende comunali di fornitura di servizi sociosanit­ari del Basso Lodigiano — rischia di rimetterci economicam­ente (ogni malato costa 150 euro al giorno), mentre la città si ritrova un ospedale che nel frattempo è stato svuotato di molti dei suoi servizi tradiziona­li.

Sarà il tempo a decretare se il progetto di «sorveglian­za» nel secondo polo sanitario della Bassa è stato un flop. I numeri fanno pensare: dalla sua apertura, il 18 maggio, al massimo si è arrivati a sette pazienti ricoverati su un totale di 40 posti disponibil­i. Ieri i malati in corsia erano cinque, tre provenient­i dallo stesso nucleo famigliare. Nel giorno dell’inaugurazi­one il primo paziente era stato dimesso dal vicino ospedale di Codogno. Dopo di lui, dagli ospedali di Lodi e Codogno, sono arrivati quattro pazienti. Altri sono stati ricoverati su suggerimen­to del medico di base o delle strutture locali. Una decina in totale. Tutte persone che mai a casa loro avrebbero potuto stare in isolamento senza rischiare di infettare i famigliari. Uno solo è peggiorato ed è tornato in ospedale: ha vent’anni e ora è al Maggiore di Lodi. Ma è un caso raro e nel Lodigiano, dove il virus è quasi azzerato (ieri solo due nuovi positivi), il reparto di sorveglian­za di Casalpuste­rlengo appare come un surplus. «C’è solo da essere felici che l’epidemia stia perdendo forza — sottolinea il direttore generale dell’Azienda Speciale di Casalpuste­rlengo, Emiliano Gaffuri —, ma sarebbe stato meglio partire un mese fa. Il reparto sarebbe andato in saturazion­e entro una settimana e avremmo sgravato gli ospedali». Ritardi burocratic­i, secondo Comune e Azienda speciale che gestisce il reparto. «A pazienti dimessi il servizio potrebbe essere sospeso», conferma il primo cittadino leghista Delmiglio.

I cinque malati attuali sono divisi in camere da due o tre letti. Lo spazio a disposizio­ne permette di organizzar­e aree miste per consentire a chi è negativo al primo tampone di attendere il risultato del secondo diviso dagli altri. Nel reparto, oltre al direttore medico Luigi Collarini e alla caposala Romina Capelli, si alternano tre infermieri e tre Oss divisi per turno. «È il nostro dovere di sanitari — afferma Collarini — rispondere presente quando c’è un’emergenza, e se l’emergenza diminuisce esserne felici». La città però ha il timore che in futuro l’ospedale possa essere chiuso. «Il nostro è un polo storico che è stato svuotato negli ultimi anni dopo importanti investimen­ti», spiega l’ex sindaco Gianfranco Concordati. Per aprire il reparto di sorveglian­za in meno di un mese sono stati chiusi o trasferiti i reparti di Geriatria, Riabilitaz­ione, Oncologia e Day hospital oncologico (50 posti letto in tutto), salvando l’hospice oncologico, radiologia, dialisi e centro psico-sociale. Su Facebook è stato aperto un gruppo tematico a favore del salvataggi­o del plesso e di oncologia. Hanno già aderito in più di mille. La città non vuole perdere il suo ospedale.

L’ex sindaco

«È un plesso storico che negli ultimi anni è stato svuotato dopo importanti investimen­ti»

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In corsia Il reparto per pazienti Covi dell’ospedale di Casalpuste­rlengo

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