Gli imprenditori ecologisti ripensano lo shopping Ma molti negozi dicono no
E se i ciclisti portassero affari? Gabriel Meghnagi, presidente di Ascobaires, l’associazione commerciale storica del quartiere, ha fatto i conti con i suoi. E nega. Anzi: la pista ciclabile ha gravato sul calo degli affari, «in picchiata del 70 per cento rispetto all’anno scorso». Tesi e antitesi. Mario Resca è il manager alla guida di Confimprese. E ricalcola: «Le città moderne scoraggiano il traffico e questo non rallenta le attività, Milano è persino troppo timida sulle piste ciclabili — premette il manager, che rappresenta oltre il 50 per cento delle insegne presenti sul corso —. Ovunque le vendite soffrono, e non certo per le biciclette o i pedoAnzi, forse in Buenos Aires va meglio che altrove. Sono gli effetti del Covid. Le precauzioni sanitarie rendono meno invitante l’esperienza nei negozi, senza contare che in questi mesi la gente si è abituata a comprare online e che i turisti, al momento, proprio non ci sono». Resca rimane ottimista («Gli stranieri torneranno e anche la propensione all’acquisto “fisico” risalirà») ma sottolinea il lavoro da fare per indirizzare la ripresa. «È necessario avere visione di lungo periodo, comprendere che sono i clienti a chiedere il cambiamento — spiega —. Le ricerche dicono che la salute è diventata una priorità. La gente vuole meno inquinamento, una vita più sana, infrastrutture dedicate ai trasporti sostenibili. E ancora orari flessibili per le compere, verde, spazi aperti attrezzati».
Ad esporsi in prima persona si aggiungono Paolo Uguccioni, ex presidente di Ascobaires, e Luigi Ferrario, presidente di Real Baires che raggruppa i maggiori proprietari immobiliari («Il “miglio d’oro” sta già riprendendo vivacità anche grazie alla pista ciclabile»). Insieme a loro l’operatore Meyer Bergman che con un investimento da cento milioni sta recuperando l’area di 25 mila metri quadrati delle Corti di Bayres dopo quindici anni di abbandoni. no. Il vice presidente Peter Evans, che ha appena rinnovato il contratto di locazione ad Upim al civico 35-37, ci scommette: «Milano si allarga e Buenos Aires si rilancia come grande destinazione retail del centro». D’accordo Renato Borghi presidente di Federmoda, che saluta soddisfatto la scelta di posticipare ad agosto l’avvio dei saldi e auspica unità: «La situazione è complessa, in questa fase più che mai i processi decisionali, tutti collegati tra loro, dovrebbero essere il più possibile condivisi».
«Non si tratta di schierarsi pro o contro la pista ciclabile in Buenos Aires. Quella via è un simbolo, e in generale qualsiasi cambiamento divide. Ma il tema è più ampio e di sostanziale importanza per la nostra città». Di fronte alle centinaia di persone che pedalano lungo la tratta, l’assessore Pierfrancesco Maran tiene il punto: «L’obiettivo è rendere a tutti gli effetti quella arteria un asse commerciale in continuità con il centro e in prospettiva allungarla ancora, in direzione viale Monza e via Padova, riducendo il traffico in transito su piazzale Loreto e redistribuendolo il più possibile — spiega l’assessore —. Se incrementiamo lo spazio per i pedoni e incoraggiamo la mobilità sostenibile aiutiamo anche gli affari, certo non li ostacoliamo». E conclude: «Oggi la qualità dei negozi scema man mano che ci si allontana da Porta Venezia, in particolare dopo piazza Lima. Riqualificare l’asse in tutta la sua estensione vuole dire contribuire a valorizzare l’offerta commerciale».