Gli artisti di strada: «Ridateci le piazze»
Il Comune stoppa le prenotazioni: «Serve più tempo» «Noi penalizzati». E la ripartenza slitta al 22 giugno
Mano a mano che Milano macinava record di presenze turistiche nel post-Expo, gli artisti di strada popolavano piazze e strade, non solo nei mesi più caldi. E adesso, dopo la Milano deserta del lockdown, la loro ripartenza non sarà, come per cinema e teatri domani, ma rimandata di alcune settimane. Musicisti, Nouveau cirque, mimi, saltimbanchi e un altro ambito che è quello dei mestieranti di strada (produzione di oggettistica al momento) che a differenza dei busker pagano l’occupazione di suolo pubblico al Comune.
Domani non ha il via libera nemmeno il ballo con musica dal vivo (disciplinato da norme stringenti) e i musicisti con chitarra o sax non possono riprendere il lavoro per le norme anti-Covid 19 suddivise fra Regione e Dcpm. Al Comune è invece demandata la gestione degli artisti di strada (madonnari compresi) con il portale civico Stradarte dove sono registrati 1.500 performer.
La nuova ordinanza regionale 566 permette lo svolgimento di «Spettacoli» dove dovrebbero essere inquadrati anche i busker. In un contesto normale, la loro attività è gestita dal regolamento comunale e attraverso il portale (di ottima funzionalità dicono i diretti interessati).
A questo punto entra in gioco la tempistica per prenotare gli spazi: ogni musicista che decida di suonare deve riservarsi uno spazio (fra quelli indicati dal Comune) dove esibirsi con data e fascia oraria ma come ricordano il chitarrista folk Edwin e la cantante Marina: «Le prenotazioni per il momento vengono annullate dal sistema fino al 22 giugno: pensavamo di ripartire come tutti gli altri ambiti dello spettacolo con le dovute cautele ma l’ufficio competente Informagiovani ci ha comunicato che occorre ancora tempo per regolamentare la nostra attività». Tanti i nodi: l’avviso dei musicisti è per il via libera contando sulla disciplina degli spettatori soprattutto perché il blocco sta creando grandi disagi economici a un settore fatto di guadagni alla giornata.
Anche le orchestre da ballo si uniscono alla protesta e ieri l’altro hanno inscenato un flash mob per contestare il divieto di apertura di «sale da ballo, discoteche e locali assimilabili» in questo caso stabilito dal Dcpm dell’11 giugno firmato da Giuseppe Conte. Per gli artisti di strada tre le associazioni presenti in città che si confrontano con le istituzioni da diversi anni, cioè dal 2012 data di creazione del regolamento locale: la Federazione nazionale di artisti di strada (strutturata per partecipare a bandi); Cappello in strada e l’Associazione Artisti di strada. Ma la maggior parte dei 1.500 artisti censiti lavora in modo del tutto indipendente e, non legandosi a un’organizzazione, chiede che le comunicazioni vengono diffuse direttamente sul portale a tutti gli iscritti. «Comprendo bene la posizione e i disagi della categoria — interviene l’assessore all’Istruzione Laura Galimberti che ha delega per le politiche a sostegno dei giovani — ma ci occorrono tempi tecnici di dieci giorni per incontrare i loro rappresentanti avendo noi le misure pronte; ora credo sia ancora fondamentale il tema della sicurezza: nella modalità di esibizione degli artisti di strada è molto difficile da garantire; ripeto però di voler garantire una soluzione rapida al problema».
Uno dei musicisti coinvolti dal fermo è Edwin Bischeri, multistrumentista specializzato nel repertorio folk-rock anni Sessanta e Settanta che in passato ha avuto anche incarichi rappresentativi: «Vorremo poter esibirci perché contiamo sull’autodisciplina delle persone, inoltre il «cerchio» che si crea normalmente è molto distante dall’artista.
Il disagio che stiamo subendo è molto forte, gli incassi per tutti noi sono estemporanei e possiamo esibirci solo in strada. La scelta che abbiamo è escludere Milano, Brescia e Monza dalla nostra attività visto che nelle altre città lombarde non esiste la procedura di prenotare l’esibizione su un sito pubblico; a luglio sarò in Puglia per cercare di salvare almeno in parte la nostra stagione di guadagni».