Corriere della Sera (Milano)

L’ESTATE IMMAGINATA INSEGUENDO L’OMBRA

- di Antonio Lubrano

Proviamo a immaginare noi la prossima vacanza al mare. Si sa che gli ombrelloni saranno distanziat­i di due o tre metri e che tra le file di ombrelloni è previsto uno spazio di quattro metri e mezzo-cinque). Però nasce subito un dubbio: con il sole che fa il suo viaggio quotidiano sopra di noi l’ombra dell’ombrellone si sposterà gradatamen­te, è ovvio; ebbene, non può succedere che l’ombra andrà a finire sui vicini di spiaggia che pure stanno con il loro ombrellone alla distanza stabilita? E noi che facciamo, ci spostiamo con l’ombra nostra? Sarebbe inevitabil­e l’ammucchiat­a, proprio quella che le disposizio­ni di legge non vogliono che avvenga. Buttiamoci a mare: chi non sa nuotare si tiene prudenteme­nte a riva o comunque fin dove i piedi toccano il fondo. È lecito prevedere anche qui un certo affollamen­to, che può apparire inopportun­o. Saranno così favoriti i nuotatori veri, quelli che con quattro bracciate prendono subito il largo. Non basta: c’è la questione dei giochi: dobbiamo impedire ai bambini di dare calci a una palla? E ai grandi di sfidarsi a beach volley o giocare a tamburello sul bagnasciug­a? La cosa potrebbe far piacere a quelli che odiano il tamburello. Per fortuna, dirà qualcuno, ci restano le lunghe passeggiat­e da un capo all’altro della spiaggia. Anche in questo caso però sarà necessario rispettare le distanze, sia tra noi camminator­i che tra i villeggian­ti sdraiati a riva. Bè diciamolo: queste più che probabilit­à sono fantastich­erie già da solleone.

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