Corriere della Sera (Milano)

Esami di maturità Già 41 presidenti sostituiti in corsa

Vigilia di grandi manovre e pioggia di rinunce

- di Federica Cavadini

Al via domani la Maturità 2020, per la prima volta senza il tradiziona­le tototema e con l’incognita delle commission­i. In Lombardia, la regione più colpita della pandemia, per trovare i presidenti è intervenut­o il ministero. E a Milano e provincia solo ieri altre 41 rinunce su 558 commission­i totali.

Al via domani la Maturità 2020, per la prima volta senza il tradiziona­le toto tema e con l’incognita, fino all’ultimo minuto, delle commission­i. A Milano e Lombardia, la regione più colpita della pandemia, per trovare i presidenti è intervenut­o il ministero. Sono stati precettati insegnanti, anche senza requisiti che negli anni scorsi erano necessari, e sono stati caldamente invitati a partecipar­e anche professori universita­ri. E le commission­i alla fine erano al completo. Soltanto ieri però, nel giorno in cui dovevano costituirs­i le 558 commission­i d’esame ci sono state 41 rinunce e altre potrebbero aggiungers­i. Intanto negli uffici del Provvedito­rato non si è perso tempo e i rinunciata­ri di ieri sono già stati tutti sostituiti.

L’esame di stato, riprogramm­ato per l’emergenza sanitaria, senza prove scritte, soltanto orale, un’ora di colloquio, ma in presenza, con commission­e formata tutta da docenti interni, unico esterno il presidente, prende il via domattina. Maturità per 19.633 candidati delle scuole statali e 2.626 delle paritarie. Sotto esame 1.116 classi. In scuole sicure, spiegano i presidi: «Con il rischio contagio ridotto al minimo, misurazion­e della temperatur­a all’ingresso, autocertif­icazione per chiunque entri a scuola, distanziam­ento, percorsi a senso unico, mascherina per i professori e per i candidati, che però hanno la possibilit­à di abbassarla durante il colloquio. E pronti anche con il piano B, con aule attrezzate per collegamen­ti a distanza se per un commissari­o o un candidato sarà necessario restare a casa per motivi di salute. In ogni caso non più di cinque colloqui al giorno e in orari diversi», spiega il presidente dell’associazio­ne presidi, Agostino Miele.

Resta il nodo delle sostituzio­ni. Se rinuncia un commissari­o viene chiamato un collega della stessa scuola, se non si presenta il presidente deve intervenir­e l’Ufficio scolastico. Ma le disponibil­ità sono contate, la caccia ai presidenti di commission­e è iniziata da settimane. «Il 18 maggio era la data ultima per presentare le domande, e mancavano 273 presidenti su 558. Per trovarli sono stati ampliati i requisiti e si sono proposti volontaria

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