Esami di maturità Già 41 presidenti sostituiti in corsa
Vigilia di grandi manovre e pioggia di rinunce
Al via domani la Maturità 2020, per la prima volta senza il tradizionale tototema e con l’incognita delle commissioni. In Lombardia, la regione più colpita della pandemia, per trovare i presidenti è intervenuto il ministero. E a Milano e provincia solo ieri altre 41 rinunce su 558 commissioni totali.
Al via domani la Maturità 2020, per la prima volta senza il tradizionale toto tema e con l’incognita, fino all’ultimo minuto, delle commissioni. A Milano e Lombardia, la regione più colpita della pandemia, per trovare i presidenti è intervenuto il ministero. Sono stati precettati insegnanti, anche senza requisiti che negli anni scorsi erano necessari, e sono stati caldamente invitati a partecipare anche professori universitari. E le commissioni alla fine erano al completo. Soltanto ieri però, nel giorno in cui dovevano costituirsi le 558 commissioni d’esame ci sono state 41 rinunce e altre potrebbero aggiungersi. Intanto negli uffici del Provveditorato non si è perso tempo e i rinunciatari di ieri sono già stati tutti sostituiti.
L’esame di stato, riprogrammato per l’emergenza sanitaria, senza prove scritte, soltanto orale, un’ora di colloquio, ma in presenza, con commissione formata tutta da docenti interni, unico esterno il presidente, prende il via domattina. Maturità per 19.633 candidati delle scuole statali e 2.626 delle paritarie. Sotto esame 1.116 classi. In scuole sicure, spiegano i presidi: «Con il rischio contagio ridotto al minimo, misurazione della temperatura all’ingresso, autocertificazione per chiunque entri a scuola, distanziamento, percorsi a senso unico, mascherina per i professori e per i candidati, che però hanno la possibilità di abbassarla durante il colloquio. E pronti anche con il piano B, con aule attrezzate per collegamenti a distanza se per un commissario o un candidato sarà necessario restare a casa per motivi di salute. In ogni caso non più di cinque colloqui al giorno e in orari diversi», spiega il presidente dell’associazione presidi, Agostino Miele.
Resta il nodo delle sostituzioni. Se rinuncia un commissario viene chiamato un collega della stessa scuola, se non si presenta il presidente deve intervenire l’Ufficio scolastico. Ma le disponibilità sono contate, la caccia ai presidenti di commissione è iniziata da settimane. «Il 18 maggio era la data ultima per presentare le domande, e mancavano 273 presidenti su 558. Per trovarli sono stati ampliati i requisiti e si sono proposti volontaria