Corriere della Sera (Milano)

Il colpo nato in quarantena Blitz in banca con 8 ostaggi

Via Cesare Battisti, tre banditi armati: cellulari requisiti, dipendenti e clienti chiusi nel seminterra­to

- Di Andrea Galli 10

Un colpo preparato a lungo, con appostamen­ti nelle settimane del lockdown; un colpo eseguito con freddezza «come i banditi che vediamo nei film» hanno raccontato le otto persone, tra impiegati della Banca popolare di Sondrio in via Cesare Battisti, e clienti. Tutti quanti tenuti in ostaggio in bagno per un’ora abbondante da due rapinatori (un terzo attendeva all’esterno) i quali hanno svaligiato il caveau. Bottino complessiv­o di 67mila euro. Sul caso indaga la squadra Mobile. Dalle prime risultanze, si dà la caccia a un commando di italiani. Forse trasfertis­ti dal Sud. Non è escluso che nel suo totale la banda conti su ulteriori complici. Setacciati i filmati delle telecamere della zona in cerca di possibili errori durante la fuga.

Nei mesi del lockdown, e soprattutt­o nelle ultime settimane di progressiv­a caduta dei divieti di uscire di casa, le banche sono rimaste aperte. Un lungo periodo sfruttato dai banditi per pianificar­e i colpi. Sopralluog­hi, appostamen­ti. Rapidi passaggi come chiunque altro: con indosso la mascherina. Uno studio approfondi­to per scegliere gli obiettivi. La Banca popolare di Sondrio in via Cesare Battisti, razziata ieri mattina, forse da un commando di italiani, se trasfertis­ti dal Sud oppure della scuola milanese lo scopriremo più avanti, si «presta» a una rapina per due ragioni: l’istituto di credito si estende in parte in un seminterra­to, e dunque è parzialmen­te coperta dalla vista in strada, e presenta favorevoli condizioni per le vie di fuga.

via Mascagni

Del caso si occupa la squadra Mobile diretta da Marco Calì. A ieri sera il punto della situazione appariva il seguente: criminali profession­isti, molto abili, e basta a confermarl­o il solo fatto che gestire un così esteso lasso temporale, nell’attesa dell’apertura del caveau, non è roba da ragazzini o scappati di casa. Servono calma, esperienza, una vigilia del colpo vissuta con disciplina nella preparazio­ne del corpo e della mente. Dopodiché, nonostante la permanenza, i rapinatori non avrebbero compiuto errori e dunque non avrebbero lasciato tracce. Questo all’interno. All’esterno dell’istituto di credito, invece, la partita potrebbe essere tutta da giocare. Nel senso che le telecamere della centraliss­ima zona sono abbondanti, e nel percorso di avviciname­nto e di allontanam­ento qualche concession­e ai cacciatori potrebbero averla fatta. Incrociand­o i filmati della videosorve­glianza della banca alle descrizion­i degli ostaggi, gli investigat­ori dell’antirapine hanno trascorso la prima giornata di ricerca esaminando più video. Con la consueta procedura: l’acquisizio­ne di filmati a ridosso del luogo colpito e poi l’allargamen­to ipotizzand­o una geografia tracciata dai banditi. La polizia da subito avrebbe esclusione l’incursione di stranieri, sia in consideraz­ione della storia e delle statistich­e dei colpi a Milano, almeno con queste modalità, sia assembland­o dettagli raccolti dagli stessi testimoni. I quali — si sono liberati spaccando una finestra del bagno — sono stati concordi nel descrivere atteggiame­nti di freddezza, di enorme autocontro­llo, evocando per farsi immediatam­ente capire certi banditi visti nei film e nelle serie televisive. Il complice appostato nelle vicinanze dell’ingresso aveva (anche) il ruolo di prendere in consegna clienti in entrata e di accompagna­rgli nel seminterra­to.

Le tracce

Bottino di 67mila euro, indaga la polizia Caccia ai filmati delle telecamere

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