«Torri, orti e canali» Le idee per Rogoredo dei giovani architetti
Sei progetti per lo scalo: un controcanto alle archistar
Per immaginare il futuro post-industriale dello scalo ferroviario di Rogoredo, i giovani architetti hanno disegnato torri simbolo con richiami (di identità e turismo) alla vicina abbazia di Chiaravalle ed evocativi canali dove emerge la roggia Gerenzana. Parchi sportivi e ponti ciclopedonali. Cinema all’aperto con gradinate sul tetto di un mercato comunale con le eccellenze del Parco Sud e piazzette dell’associativismo. Foreste «funzionali» e studentati a forma di ziggurat. I giovani architetti in questione sono gli under 33 chiamati a disegnare idee da Confcooperative Habitat e Fs Sistemi urbani, con il patrocinio di Comune e Ordine degli architetti per la quinta edizione del concorso «Aaa architetticercasi».
Sei i vincitori, al primo posto l’idea «Abitare il bordo» di un trio di progettisti: Gregorio Pecorelli, Tobia Davanzo e Chiara Dorbolò. Il «bordo» inteso come concetto ecologico dove il confine è teatro di cambiamento, il limite ultimo della città, in un quartiere che necessita quasi disperatamente di nuovi simboli per trovare un’identità oltre la stazione e il non-luogo del famigerato bosco lungo via De Cassinis. Una torre landmark come collegamento tra lo spazio urbano e quello rurale, con un infopoint sul Parco agricolo Sud e l’attrazione storica dell’abbazia di Chiaravalle, distante qualche centinaia di metri. Corti verdi interrate collegano edifici dalle forme diversificate e fanno da protezione a una «permaforesta» di piante alte, medie e basse, funzionale allo sviluppo di un corridoio di orti urbani, anima dello spirito cooperativo del progetto. «La spinta innovativa di questi giovani architetti è il vero patrimonio da tutelare — spiega Alessandro Maggioni, promotore del concorso —. Il loro pensiero collettivo fa da controcanto agli annunci roboanti delle archistar, urli solitari nel vuoto. In Italia sarà importante recuperare l’umiltà, la misura e la consapevolezza delle proprie competenze espresse dalle idee di questi giovani».
Suggestioni Serve il giusto equilibrio fra realismo e utopia, cioè la sfida continua per chi amministra: saper reinventare la città su radici antiche».
Gli altri premiati hanno promosso progetti differenziati. Nell’ordine: con spazi jolly negli edifici da affittare sulla base delle esigenze dei residenti («Uno tra molti»), o con un’alternanza di funzioni, dai coworking alle ciclofficine («Urbano domestico»). C’è chi ha puntato sui collegamenti ciclopedonali tra Santa Giulia, Porto di Mare, i parchi, con un canale valorizzato dalla roggia Gerenezana («Easy conscius living») e chi ha immaginato peculiari aree di aggregazione (come «Cascina urbana»), con mercati e cinema all’aperto e una «piazzetta delle associazioni».