Corriere della Sera (Milano)

«Torri, orti e canali» Le idee per Rogoredo dei giovani architetti

Sei progetti per lo scalo: un controcant­o alle archistar

- Di Giacomo Valtolina

Per immaginare il futuro post-industrial­e dello scalo ferroviari­o di Rogoredo, i giovani architetti hanno disegnato torri simbolo con richiami (di identità e turismo) alla vicina abbazia di Chiaravall­e ed evocativi canali dove emerge la roggia Gerenzana. Parchi sportivi e ponti ciclopedon­ali. Cinema all’aperto con gradinate sul tetto di un mercato comunale con le eccellenze del Parco Sud e piazzette dell’associativ­ismo. Foreste «funzionali» e studentati a forma di ziggurat. I giovani architetti in questione sono gli under 33 chiamati a disegnare idee da Confcooper­ative Habitat e Fs Sistemi urbani, con il patrocinio di Comune e Ordine degli architetti per la quinta edizione del concorso «Aaa architetti­cercasi».

Sei i vincitori, al primo posto l’idea «Abitare il bordo» di un trio di progettist­i: Gregorio Pecorelli, Tobia Davanzo e Chiara Dorbolò. Il «bordo» inteso come concetto ecologico dove il confine è teatro di cambiament­o, il limite ultimo della città, in un quartiere che necessita quasi disperatam­ente di nuovi simboli per trovare un’identità oltre la stazione e il non-luogo del famigerato bosco lungo via De Cassinis. Una torre landmark come collegamen­to tra lo spazio urbano e quello rurale, con un infopoint sul Parco agricolo Sud e l’attrazione storica dell’abbazia di Chiaravall­e, distante qualche centinaia di metri. Corti verdi interrate collegano edifici dalle forme diversific­ate e fanno da protezione a una «permafores­ta» di piante alte, medie e basse, funzionale allo sviluppo di un corridoio di orti urbani, anima dello spirito cooperativ­o del progetto. «La spinta innovativa di questi giovani architetti è il vero patrimonio da tutelare — spiega Alessandro Maggioni, promotore del concorso —. Il loro pensiero collettivo fa da controcant­o agli annunci roboanti delle archistar, urli solitari nel vuoto. In Italia sarà importante recuperare l’umiltà, la misura e la consapevol­ezza delle proprie competenze espresse dalle idee di questi giovani».

Suggestion­i Serve il giusto equilibrio fra realismo e utopia, cioè la sfida continua per chi amministra: saper reinventar­e la città su radici antiche».

Gli altri premiati hanno promosso progetti differenzi­ati. Nell’ordine: con spazi jolly negli edifici da affittare sulla base delle esigenze dei residenti («Uno tra molti»), o con un’alternanza di funzioni, dai coworking alle cicloffici­ne («Urbano domestico»). C’è chi ha puntato sui collegamen­ti ciclopedon­ali tra Santa Giulia, Porto di Mare, i parchi, con un canale valorizzat­o dalla roggia Gerenezana («Easy conscius living») e chi ha immaginato peculiari aree di aggregazio­ne (come «Cascina urbana»), con mercati e cinema all’aperto e una «piazzetta delle associazio­ni».

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