COSA CI LASCIANO QUESTI MESI LA SPERANZA DI UNA VENTENNE
Sono un’insegnante di inglese in un istituto alberghiero cittadino, sensibile, come molti, ai temi ambientali, affrontati. Nel mio piccolo, ho deciso di sfruttare la modalità «esco con il guanto» per raccogliere gli oggetti grandi e piccoli di carta o plastica che vedo abbandonati per strada o sull’erba (ma quanti...nonostante le puntuali pulizie dell’Amsa!). Sono da poco rientrata da una banale e rapida spesa al Carrefour vicino a casa e ho sentito forte il desiderio di muovere qualcosa e, soprattutto qualcuno, per contrastare il dilagante spargimento di sacchetti coprimano che vengono distribuiti all’entrate dei supermercati. Uscendo ne ho raccolti almeno 5 o 6 sul marciapiede poco fuori del supermercato, e ne ho ritrovati un altro paio nell’area centrale di Piazza Piola! Sono rientrata al Carrefour e ho chiesto se non fosse il caso di invitare la gente in uscita a depositare i sacchetti negli appositi bidoni (purtroppo indifferenziati). La dipendente addetta all’ingresso mi ha rimandato al vicino responsabile del negozio. Purtroppo la reazione è stata, come spesso
Gentile Schiavi, sono una studentessa di vent’anni e riguardando i mesi passati in quarantena, vorrei trarre un significato da questa esperienza. La considero un’opportunità, per il tempo che ci è stato donato. A Milano siamo famosi perché non ci fermiamo mai: in questa frenesia non notiamo tante cose, e ne diamo per scontate altre. Oggi è il momento di essere più consapevoli di quello che abbiamo. Siamo ricchi di risorse nascoste e cambiando atteggiamenti, sviluppando idee, queste potrebbero uscire dai gusci, sorprenderci e aiutarci. Abbiamo bisogno di queste risorse. Per molti di noi questa è un’occasione per fare altro, oltre al percorso di studi intrapreso, forse scelto per esclusione. Scegliamo qualcosa, o più di una cosa: proviamo, sperimentiamo. Con uno sforzo si può capire qual è la vera grande passione. Quanto al rapporto genitori-figli, è il momento di creare un ponte tra le generazioni, osservandoci nella quotidianità e assimilando gli uni dagli altri, soprattutto se abbiamo vissuto lontani per tanto tempo. Buttiamo giù quella distanza in casa, ascoltiamoci e conosciamoci meglio. È un’occasione anche per la vita di coppia. La quarantena ha accelerato le tempistiche, e ci ha fatto un favore: c’è chi, appena conosciuti, ha deciso di vivere per questi mesi insieme; c’è siamo campioni noi Italiani, quella di incolpare sempre qualcun altro. Il problema, purtroppo rimane, anche in altri negozi
Mascherine sparite
Ho letto con grande disappunto la lettera del geriatra chi si è preso la pausa necessaria per ritornare più forti di prima; c’è chi ha finalmente chiuso quel rapporto logorante. La sofferenza dipende da noi. Lo star bene dipende da noi. Saper stare dentro ai problemi è difficile, ma dobbiamo impararlo. Dobbiamo fare tesoro di questi insegnamenti, perché noi che viviamo questo oggi siamo il nostro futuro. Voglio vedere i mesi della quarantena come un’occasione e non come una forzatura. Se siamo positivi, trasmettiamo la positività a chi ci sta intorno, e questa ci ritorna indietro. E, quando ci guarderemo indietro, lo faremo con un sorriso, sapendo di aver lottato e di aver reso il massimo nella situazione più difficile, e saremo fieri di noi stessi.
Cara Greta, auguro al tuo ottimismo di essere contagioso e spero che la tua generazione sia meno scellerata della mia, che nella corsa verso il futuro ha lasciato in eredità troppe cambiali scoperte, tra cui ambiente e formazione. La pandemia ci ha detto che siamo vulnerabili e che gli altri sono un valore insostituibile: da qui dobbiamo ripartire. Insieme, perché non si vince la paura da soli. Ma siamo ancora in attesa di un arcobaleno. che raccontava di una sua paziente affetta da Alzheimerche è stata multata perchè non indossava la mascherina. La cosa grottesca è che quando mi affaccio alla finestra di casa mia all’Isola vedo migliaia di persone senza mascherina che si abbracciano , baciano eccetera. Ho letto che la Lombardia ha un indice di contagio (Rt) di 0,90, con questi comportamenti non ci vuole molto a superare il fatidico 1. Invito il sindaco Sala a fare un giro all’Isola una sera nel weekend per vedere che il distanziamento sociale non esiste e le mascherine sono assenti o non correttamente indossati. Dopo la sfuriata sulla movida dei Navigli tutto è tornato come prima.
Rinnovata Pizzigoni
Perché non si controlla?
La scuola della speranza
A ottant’anni compiuti, resta indelebile il ricordo dell’esperienza all’elementare Rinnovata Pizzigoni. C’era il pianoforte, le lezioni di musica, canto e ballo. La guerra era appena finita. Una scuola che dava speranze e certezze.