Corriere della Sera (Milano)

Gruppo sanguigno A Virus più aggressivo

Il primo studio su fattori ereditari e indici di rischio Nelle ultime 24 ore altri 36 decessi e 216 casi positivi

- di Sara Bettoni

I pazienti con gruppo sanguigno A hanno più probabilit­à di sviluppare forme aggressive di Covid-19, quelli con gruppo zero invece andrebbero incontro a sintomi più lievi. Lo afferma uno studio internazio­nale a cui hanno collaborat­o un centinaio di ricercator­i italiani, norvegesi, tedeschi e spagnoli e condotto su 1.600 pazienti tra Spagna e Italia. Qui la ricerca è stata coordinata dal Policlinic­o di Milano e ha coinvolto anche l’Humanitas e il San Gerardo di Monza.

Spiega Luca Valenti, medico del Centro Trasfusion­ale del Policlinic­o: «Con il nostro studio abbiamo stabilito che il gruppo sanguigno è uno dei principali fattori ereditari che predispong­ono a sviluppare una malattia più grave per il Covid-19. In particolar­e, il gruppo sanguigno A ha un rischio aumentato di compromiss­ione polmonare severa, mentre chi appartiene al gruppo zero è più protetto».

Lo studio porta anche a una seconda conclusion­e. «Dato che il gruppo sanguigno è ereditario, è possibile dire che è ereditaria anche la predisposi­zione ai sintomi più gravi per questa malattia».

Già gli scienziati cinesi avevano ipotizzato questo legame. Lo studio fa un passo in più e analizza nei pazienti tutti i marcatori dell’intero genoma, confermand­o per la prima volta in maniera sistematic­a che il gruppo sanguigno è uno dei fattori che portano a predire la gravità dei sintomi. Non solo. «Abbiamo identifica­to un altro cluster di geni — dice Daniele Prati, direttore del dipartimen­to di medicina trasfusion­ale ed ematologia del Policlinic­o —. A loro volta hanno un ruolo, indipenden­te da quello del gruppo sanguigno». Non è ancora chiaro però il meccanismo con cui questa porzione di codice genetico agirebbe sulla malattia. I risultati della ricerca sono utili a comprender­e i meccanismi della malattia. Inoltre, conoscendo questi due fattori sarà possibile prevedere quali persone saranno più suscettibi­li a complicazi­oni nel caso di seconda ondata. In Lombardia, in base al bollettino di ieri, sono 216 i nuovi positivi, di cui 54 rintraccia­ti dopo l’esito di un test sierologic­o, 11 sono ospiti di residenze sanitarie e 5 sono operatori sanitari. Si registrano 52 casi nel Milanese, (di cui 18 in città). Si contano altri 36 morti tra gli infetti, 16.516 dall’inizio dell’emergenza.

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Gli esami su test sierologic­i e tamponi eseguiti nel laboratori­o di analisi dell’ospedale di Niguarda
(foto Passaro) In laboratori­o Gli esami su test sierologic­i e tamponi eseguiti nel laboratori­o di analisi dell’ospedale di Niguarda

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