Corriere della Sera (Milano)

Stipendi fermi Protestano gli operatori sanitari

Nelle carceri

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«Il premio di solidariet­à emergenza covid, per problemi tecnici di gestione, sarà erogato da Regione Lombardia in ritardo, e cioè a luglio, per il lavoro svolto nei mesi di maggio e giugno, e a settembre per il lavoro del mese di luglio». È l’email che si sono visti recapitare 24 Operatori socio sanitari (Oss) reclutati per prestare servizio in quattro carceri. Da tutta Italia hanno risposto al bando della Protezione civile per l’emergenza covid, quasi tutti erano in disoccupaz­ione. Hanno iniziato a lavorare a maggio, appena i penitenzia­ri (Opera, San Vittore, Beccaria e Bollate) sono stati riaperti. Sono alloggiati in hotel a spese della Regione, che in base al contratto, provvede anche al vitto fino al 31 luglio, data di scadenza del contratto. E quello che viene chiamato «premio di solidariet­à» è poi il loro stipendio, 100 euro al giorno. «Abbiamo sperato fosse un lieve ritardo. Neanche adesso ci danno una data certa — protestano —. Ci troviamo in una situazione drammatica: ci è stata promessa una retribuzio­ne che non arriva, nonostante i soldi siano stati stanziati». La cosa particolar­mente grave che li distingue da medici e infermieri, sottolinea­no, «è che siamo stati selezionat­i da tutta Italia in quanto disoccupat­i, pertanto siamo tutti in gravi difficoltà economiche». Si stanno coordinand­o per capire di più, con l’aiuto e il supporto delle carceri cui prestano servizio. «Veniamo dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Campania e abbiamo situazioni economiche precarie — racconta una di loro —. Quasi tutti abbiamo lasciato figli lontani, con i problemi che questo comporta. Abbiamo dovuto anticipare il costo del biglietto del treno per arrivare in Lombardia a causa di un non meglio precisato “problema nella prenotazio­ne” che doveva essere stata fatta dalla Regione e invece a sorpresa è saltata. Senza contare che qui a Milano sosteniamo spese». Conclude un’altra Oos originaria del Sud: «Quello che loro chiamano Premio di solidariet­à emergenza covid per noi è il salario. Come tale va corrispost­o mensilment­e, così come mensili sono i pagamenti alla baby sitter cui abbiamo dovuto affidare i figli». (el. an.)

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