«Tengo in garage le auto dei divi»
Dalla Rolls Royce di Cary Grant alla Vespa di Gregory Peck: la collezione da record
Ci sono la Rolls Royce bianca del 1962 appartenuta a Cary Grant, e quella blu del banchiere Enrico Cuccia. E poi la Vespa 51 di «Vacanze romane» con Gregory Peck e Audrey Hepburn o la Thunderbird di «Thelma e Louise». Se non fosse un capannone di 1.600 metri quadrati ad Agrate, quello di Umberto Colombo, imprenditore e collezionista, 54 anni, si potrebbe definire uno «scrigno delle meraviglie». «Colleziono soprattutto auto e moto degli anni Cinquanta e Sessanta — racconta Colombo —. Per me un’epoca davvero mitica». Pezzi pregiati prestati a cinema e tv. «Ma presto trasformerò questa esposizione in un museo aperto a tutti».
AGRATE (MONZA) Il coup de coeur è una Rolls Royce bianca del 1962. Apparteneva all’attore Cary Grant ed è arrivata ad Agrate direttamente da Baltimora con libretto originale e interni immacolati. La Rolls blu invece era del banchiere Enrico Cuccia, poco oltre c’è la Lancia Delta Martini Racing, le Moto Guzzi della polizia e una Harley Davidson in edizione limitata, bianca e decorata con brillanti. Legate ai miti del cinema ci sono la Vespa 51 immortalata in «Vacanze romane» con Gregory Peck e Audrey Hepburn o la Thunderbird (non azzurra, ma arancione) di «Thelma e Louise». E ancora Corvette, Mustang, Mercedes Pagoda, Cobra, Jaguar E-Type nei 1.600 metri quadri di una vecchia fabbrica di estintori in via Archimede, ad Agrate. È questa la «casa delle meraviglie» di Umberto Colombo, 54 anni, collezionista per passione e titolare della Atam, azienda meccanica fondata 50 anni fa, proprio di fronte, dal padre Adriano e specializzata in connettori e turbine per elettrovalvole.
«A sedici anni ho comprato la prima Vespa vintage — racconta Colombo —. Una Special 50 del 1963 e da allora non ho più smesso. Vado per mercatini a recuperare oggetti per raccontare l’Italia e l’America degli anni Cinquanta e Sessanta, per me l’epocadel mito». Arrivato a possedere 120 moto e 147 auto che compongono la «Umberto’s vintage cars», ha voluto realizzare uno spazio per mostrare a tutti la propria collezione. È nata così l’idea di Memorabilia che è un ristorante aperto da pochi mesi, ma anche un museo e un set per il cinema o la pubblicità. In una galleria all’ingresso ci sono le icone del passato: dalle racchette Spalding in legno ai vecchi distributori di benzina, dalle insegne pubblicitarie della Coca Cola alle vecchie cineprese. Solo una piccola parte dei 1.400 oggetti che finiscono spesso sui set cinematografici quando c’è la necessità di ricreare l’atmosfera di un tempo. In una sala Umberto Colombo ha riprodotto un vero e proprio salone da barbiere dove ogni dettaglio riporta agli anni Cinquanta: dalle poltrone in pelle rossa alla boccetta di dopobarba. «Da dieci anni la gestione della collezione è diventata un secondo lavoro — racconta —. Ho iniziato collaborando con i wedding planner per il noleggio delle auto d’epoca, poi sono arrivate le produzioni cinematografiche, televisive, gli spot e i video».
La rolls di Gregory Peck è finita a Montecarlo per un matrimonio principesco, mentre il tenore Alberto Urso, vincitore del talent televisivo «Amici», ha girato in questi ambienti un video. Antonio Ricci, il creatore di «Striscia la notizia», qui è di casa come Silvio Berlusconi che ha visionato la collezione prima dell’apertura del locale. Mentre in sottofondo arrivano le note di «Guarda come dondolo» di Edoardo Vianello, Umberto Colombo si aggira tra i suoi tesori : «Per un collezionista è difficile dire a cosa è più affezionato — dice —. Mi piace condividere quanto ho raccolto e far riaffiorare i ricordi del passato». Nel futuro prossimo invece c’è già un altro sogno: «Questo locale non è sufficiente per esporre tutta la collezione, vorrei realizzare un vero e proprio museo ad Arcore dove sto chiudendo la trattativa per un capannone di 5 mila metri quadri. Vorrei che fosse un luogo capace di incuriosire i giovani, visitato dalle scuole, oltre naturalmente da tutti gli appassionati di quelle due e quattro ruote che hanno fatto la storia».