Corriere della Sera (Milano)

Che emozione il pubblico

Anna Tifu in duo riapre il Conservato­rio

- Di Enrico Parola a pagina

Per Anna Tifu tornare oggi in Conservato­rio a suonare davanti al pubblico è un’emozione vertiginos­a. Ospite della Società dei Concerti, duetterà col pianista Giuseppe Andaloro sulle note di Beethoven, Ravel e Sarasate.

Quali sentimenti prova a tornare in sala Verdi?

«È un’emozione incredibil­e. Lo posso dire perché l’ho appena vissuta: prima con i musicisti di Santa Cecilia a Roma, senza pubblico e in diretta streaming; poi, settimana scorsa, ho suonato il concerto di Beethoven a Stoccarda con la Filarmonic­a, noi in platea e il pubblico nei palchi».

Come ha vissuto questo ritorno?

«A Santa Cecilia si respirava un’immensa gioia di poter tornare a fare musica assieme, a Stoccarda mi sembrava di essere una debuttante».

E ora, qui a Milano?

«Alla gioia della ripartenza si sommano tanti sentimenti e ricordi: Antonio Mormone, il fondatore della Società dei Concerti, mi aveva fatto debuttare in Conservato­rio a undici anni; due anni fa ne ho aperto la stagione, questo mese avrei dovuto chiuderla e a ottobre aprire quella del 2020-21; questo per testimonia­re la stima e l’affetto di Mormone e adesso di sua moglie Enrica Ciccarelli, che ne ha preso il timone alla guida della Società».

Il programma?

«Non poteva mancare Beethoven, in omaggio ai 250 anni dalla morte e “in memoriam” del suo concerto che avrei dovuto suonare qui a Milano e in varie altre date, tutte annullate purtroppo; tra le sue dieci sonate abbiamo scelto la “Primavera”; poi la “Tzigane” di Ravel, che io e Andaloro abbiamo inciso in un disco che prende il titolo da questa celebre pagina, e infine la “Fantasia sui temi della

Carmen” di Sarasate. Ciccarelli ci ha chiesto un programma facile».

Tecnicamen­te sembrerebb­e il contrario: i virtuosism­i si sprecano in Ravel e nella Fantasia…

«Non facile per noi ma per il pubblico: vuole che sia una festa per chiunque torni ad ascoltare musica dal vivo; e il programma non doveva superare l’ora, perché lo eseguiremo nel pomeriggio e poi lo replichere­mo alla sera».

Come ha vissuto questi mesi di lockdown?

«Per fortuna a casa dei miei genitori, in Sardegna. Sono rientrata da una serie di concerti in Turchia con l’ultimo volo, subito dopo hanno chiuso tutto».

Ha benedetto il suo lavoro, potendo continuare a suonare anche nelle mura di casa, o l’ha maledetto per le chiusure e le incertezze sul futuro?

«Ho temuto e molto, il futuro a un certo punto si profilava come un orizzonte buio e minaccioso; per questo, quando mi hanno chiamato due settimane fa da Stoccarda per chiedermi di suonare e poi è arrivata la chiamata da Milano, la gioia è stata intensa, quasi tumultuosa. E le devo confessare una cosa: ho chiuso il violino nella custodia e non l’ho toccato per un mese. Non l’avevo mai fatto: da una parte senza obiettivi precisi è difficile prepararsi, dall’altra era da tanto che non staccavo davvero, un po’ di vacanza mi ha fatto bene. Ora la voglia di suonare è pazzesca».

Ho chiuso il violino nella custodia e non l’ho toccato per un mese: non mi era mai successo

Ci hanno chiesto un programma facile, che il pubblico potesse subito riconoscer­e

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 ??  ?? Felice Anna Tifu è nata a Cagliari nel 1986. Ha iniziato a studiare il violino da bambina sotto la guida del padre e già a 11 anni vinceva i primi concorsi. Si è esibita anche a Sanremo
Felice Anna Tifu è nata a Cagliari nel 1986. Ha iniziato a studiare il violino da bambina sotto la guida del padre e già a 11 anni vinceva i primi concorsi. Si è esibita anche a Sanremo

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