I segreti passati ad Alstom «Ora quanto mi dovete dare?»
Così il funzionario aiutava le imprese nei bandi
«Ma quanto mi devi pagare per tutte queste robe?», chiedeva Paolo Bellini, funzionario Atm, passando notizie segrete su un appalto al manager della società Alstom. «Dalle intercettazioni — nota la gip Lorenza Pasquinelli — emerge come Bellini si districhi in tale groviglio di rapporti illeciti non solo in maniera del tutto disinvolta, ma anche senza alcun timore reverenziale» verso i suoi interlocutori.
«Ma quanto mi devi pagare per tutte queste robe?», chiedeva il funzionario Atm passando notizie segrete su un appalto al manager della società Alstom, che tra il serio e il faceto gli assicurava «facciamo poi un conto unico...un forfettario». Ora che lo hanno arrestato, però, a detta dell’azienda pubblica Paolo Bellini sembra quasi un signor Nessuno: «Un funzionario di quarto livello – lo descrive il direttore generale dell’Atm, Arrigo Giana -, una figura tecnica, che non essendo un dirigente non aveva autonomi poteri di spesa», e i cui reati «sembrano riconducibili a condotte private». Fotografia potenzialmente a doppio taglio. Perché se è esatto che i magistrati ascrivono a Bellini «comportamenti infedeli rispetto ad Atm», è altrettanto vero non soltanto che 8 appalti su 8 sono apparsi truccati al vaglio di appena un anno scarso di indagini, ma anche e soprattutto che la mole di violazioni imputate a Bellini – verifiche non eseguite, falsi verbali di sopralluogo retrodatati, consegne di cd o pen-drive con rivelazioni di segreto sulle specifiche tecniche delle gare prima ancora della pubblicazione dei bandi, persino correzione delle proposte delle imprese affinché potessero risultare più competitive – è stata evidentemente possibile nonostante i controlli interni, o forse anche grazie proprio alla loro assenza o inefficacia. Un postumo antropologo delle corruzioni odierne troverebbe peraltro materiale a iosa per studiare anche il lato privato di queste corruzioni e turbative d’asta, cioè il lato delle imprese indagate (in base alla legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle società per reati commessi dai dirigenti nell’interesse aziendale) per aver dato o promesso denaro e subappalti al funzionario pubblico. «Dalle intercettazioni – nota infatti la gip Lorenza Pasquinelli, non senza una punta di sorpresa rispetto all’atteggiamento di opportunistica sudditanza palesato da colossi dell’economia quali Siemens o Alstom – emerge come Bellini si districhi in tale groviglio di rapporti illeciti non solo in maniera del tutto disinvolta, ma anche senza alcun timore reverenziale nei confronti dei suoi interlocutori, i quali, se mai, a tratti manifestano (loro sì) quasi una sottile piaggeria nei suoi confronti, rimettendosi praticamente in toto alle sue organizzazione e volontà nella gestione “parallela” e illecita».
Gli indagati al momento sono 30 fra le persone e 8 fra le società, ieri oggetto di perquisizioni che il pm Giovanni Polizzi motiva di aver pianificato di non svolgere prima degli arresti per non “bruciare” altrimenti l’indagine, nella quale ora i documenti delle gare d’appalto e le comunicazioni tra gli indagati (mail, sms, chat) verranno incrociate con quanto essi si raccontavano (e a detta della gip a volte letteralmente «confessavano») nelle intercettazioni telefoniche e soprattutto ambientali. Un riscontro nel quale gli inquirenti appaiono fiduciosi, convinti da mesi di indagine che gli interlocutori, quando parlavano, «si sentissero assolutamente lontani da ogni tipo di possibile indagine sul loro conto, e proprio per questo conversassero con ancora maggiore libertà d’espressione e dovizia di dettagli nelle loro reciproche spiegazioni». Come l’intercettazione nella quale, per il gip, sul controverso sistema frenante della linea “M1 rossa” Bellini «confessa una maxicorruzione di Alstom», che nel 2006 (dunque ormai prescritta) avrebbe «di fatto comprato il suo sostegno commissionando a una “sua” società un progetto di 700.000 euro ed elargendo al dg una tangente da un milione di euro».
Aspetto chiarimenti immediati dal sindaco. Perché mentre qualcuno faceva gli aperitivi, qualcun altro mangiava sulla pelle dei cittadini Matteo Salvini Senatore Lega Nord