Gli Studios tv sbarcano a Porta Nuova
Il manager: sfida lanciata durante il lockdown
Anche Milano avrà la sua piccola Hollywood: all’ombra dei grattacieli di Porta Nuova inaugurano oggi gli Studios di 20 mila metri quadri pensati per set di cinema, tv e spot.
Hollywood non si costruisce in un giorno. Però colpisce che nel momento in cui la città si lecca le ferite e conta i danni economici dell’ondata Covid, nasca un luogo di queste dimensioni pensato per tornare a raccontare i sogni, attraverso il grande, il piccolo o il piccolissimo schermo del web. Cinema, pubblicità o video musicali. Porta Nuova si fa (anche) studios per sostenere la ripartenza di un’industria cruciale e, tutto considerato, in ginocchio.
Dei Milano City Studios per ora colpiscono gli spazi e quindi le potenzialità. In Italia non esiste niente di paragonabile per dimensioni, versatilità e attrezzature. Una spianata di 20 mila metri quadri attrezzata per girare qualunque genere di produzione indoor ma anche outdoor. Il progetto è nato in pieno lockdown, praticamente contromano con la storia. «Ho fatto le prime telefonate il 19 marzo, partendo da Coima che gestisce questi spazi e man mano tutto ha preso forma», racconta Andrea Baccuini, ex direttore generale della Filmmaster e ora ceo di Big Spaces. Mentre tutti pensavano al tilt, qualcuno ha scommesso. Creando un posto che probabilmente alla città mancava. L’idea è quella di sfruttare il contesto di Porta Nuova per portare le grandi produzioni nel cuore della città e non lasciarle seminate in giro. Da oggi, sono a disposizione di agenzie di comunicazione, broadcaster, etichette discografiche, case di produzione e di chi crea contenuti live o digitali, nel rispetto dei nuovi parametri di sicurezza.
Il modello sono i Los Angeles Center Studios, che un ragionamento (quindi la scommessa) l’hanno fatta una trentina di anni fa, quando la strada era spianata. Coinvolti nel progetto, Next Group, Clonwerk Holding, Sts Communication, Icet Studios, Sfeera, G Group International e Nexim. «Questo non è uno spazio, ma un’area, integrata con un quartiere che di suo è già proiettato nel futuro — continua Baccuini, motore dell’iniziativa —. Quando hai finito di girare qui ci sono gli alberghi, i bar, il contesto cittadino moderno, non un capannone sperduto nel nulla». Proprio quel contesto che ora fa fatica a ripartire. «C’è qualcuno che non deve pensare al vuoto di oggi, ma puntare al domani. Il mondo non è finito col Covid, è solo cambiato. E da oggi per tutto il settore partirà la rincorsa a produrre contenuti».
Virtual set, led corner, big green screen, Limbo Chroma Key di diverse dimensioni, sistema multi-camera broadcast di ultima generazione. In questi giorni è arrivato tutto: software, cablaggi, luci. Ma anche porte, camerini. Chi viene a girare si deve portare solo le persone, il resto lo fa il contesto, tra grattacieli, uffici, abitazioni, percorsi ciclabili, passeggiate pedonali, parchi, con lo skyline a fare da cartolina sullo sfondo. I più grandi operatori di tv, cinema e pubblicità hanno già messo la testa dentro. Per i primi 18 mesi di attività, il progetto si basa su più di 550 giornate di produzione, distribuite su tutti gli Studios: l’agenda è tutta da scrivere. Formalmente i Milano City Studios inaugurano oggi. Con un evento online a cui parteciperà anche Francesco Rutelli, presidente di Anica e portavoce di un settore che oggi soffre la penuria di spazi qualificati. «Milano merita di avere un’area dedicata alle produzioni di contenuti creativi e audiovisivi, per farlo aveva bisogno di fermarsi e pensare a cosa ha sempre saputo fare, per farlo meglio e diventare ancora una volta motore di innovazione».