Trezzi in libertà con il marito Ma gli indizi restano «gravi»
Gli indizi di colpevolezza restano, secondo il tribunale, «gravi». E la versione dei fatti fornita durante l’interrogatorio di garanzia è risultata «poco convincente». Ma una volta cessati gli incarichi pubblici, verrebbero meno le esigenze cautelari, e per questo motivo Siria Trezzi, l’ex sindaco pd di Cinisello finita venerdì agli arresti domiciliari con accuse di corruzione in relazione ai piani urbanistici sulle aree agricole al confine con Monza, è tornata in libertà, come il marito Roberto Imberti (in questo caso contro il parere della Procura) e gli altri due indagati con l’obbligo di firma, l’ex assessore Pd Ivano Ruffa, e l’ex consigliere Franco Marsiglia (per «questioni di salute»), come deciso il gip Patrizia Gallucci. Ai domiciliari resta Paolo Cipelletti, l’imprenditore accusato di aver fatto pressioni sulla Trezzi attraverso Imberti, considerato ancora «in grado di delinquere». Subito dopo l’esecuzione della misura, Trezzi ha restituito le deleghe alla Mobilità presso il consiglio della Città metropolitana, mentre Ruffa ha rinunciato all’incarico di segretario dei dem di Cinisello. Il tribunale ha deciso di revocare le misure anche per Imberti, nonostante la procura avesse insistito per il mantenimento della custodia cautelare. Secondo quanto emerso, il giudice avrebbe sottolineato come l’impianto accusatorio nei confronti degli indagati sia chiaro e pesante. E che sia la posizione di Trezzi, sia quella del coniuge non si sarebbero alleggerite dopo l’interrogatorio in cui hanno sostenuto di aver «agito per il bene dei cittadini di Cinisello», ai quali il sindaco voleva regalare «un polmone verde» nelle aree agricole della Ovocoltura e del Grugnotorto.