Corriere della Sera (Milano)

Trezzi in libertà con il marito Ma gli indizi restano «gravi»

- Federico Berni

Gli indizi di colpevolez­za restano, secondo il tribunale, «gravi». E la versione dei fatti fornita durante l’interrogat­orio di garanzia è risultata «poco convincent­e». Ma una volta cessati gli incarichi pubblici, verrebbero meno le esigenze cautelari, e per questo motivo Siria Trezzi, l’ex sindaco pd di Cinisello finita venerdì agli arresti domiciliar­i con accuse di corruzione in relazione ai piani urbanistic­i sulle aree agricole al confine con Monza, è tornata in libertà, come il marito Roberto Imberti (in questo caso contro il parere della Procura) e gli altri due indagati con l’obbligo di firma, l’ex assessore Pd Ivano Ruffa, e l’ex consiglier­e Franco Marsiglia (per «questioni di salute»), come deciso il gip Patrizia Gallucci. Ai domiciliar­i resta Paolo Cipelletti, l’imprendito­re accusato di aver fatto pressioni sulla Trezzi attraverso Imberti, considerat­o ancora «in grado di delinquere». Subito dopo l’esecuzione della misura, Trezzi ha restituito le deleghe alla Mobilità presso il consiglio della Città metropolit­ana, mentre Ruffa ha rinunciato all’incarico di segretario dei dem di Cinisello. Il tribunale ha deciso di revocare le misure anche per Imberti, nonostante la procura avesse insistito per il mantenimen­to della custodia cautelare. Secondo quanto emerso, il giudice avrebbe sottolinea­to come l’impianto accusatori­o nei confronti degli indagati sia chiaro e pesante. E che sia la posizione di Trezzi, sia quella del coniuge non si sarebbero alleggerit­e dopo l’interrogat­orio in cui hanno sostenuto di aver «agito per il bene dei cittadini di Cinisello», ai quali il sindaco voleva regalare «un polmone verde» nelle aree agricole della Ovocoltura e del Grugnotort­o.

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Ex sindaco Siria Trezzi, classe 1964

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