Guerra aperta alla mafia lecchese, chiusa un’altra pizzeria
Ottava interdittiva del prefetto
LECCO Questa volta ha fatto chiudere una pizzeria. Dopo bar, ristoranti e persino un’agenzia di pompe funebri, una nuova interdittiva antimafia del prefetto di Lecco Michele Formiglio. è stata notificata a un locale di Galbiate: la pizzeria Beatles, intestata alla società Luce srl di proprietà di due sorelle con legami di parentela con soggetti sospettati di essere vicini all‘ndrangheta. Il sindaco, ottemperando a quanto imposto dall’interdittiva, ha predisposto con una ordinanza la chiusura dell’esercizio intestato alle figlie di Luigi Alcaro, condannato a dieci anni di carcere per traffico di sostanze stupefacenti nell’ambito dell’operazione Oversize, che ha alzato il velo su un’associazione a delinquere di stampo mafioso legata al boss pluriergastolano Franco Coco Trovato. Alcaro, tornato libero nel 2018, dopo aver pagato il conto con la giustizia, avrebbe iniziato a lavorare nella pizzeria finita sotto la lente della prefettura.
È l’ottavo provvedimento adottato da Formiglio dal suo arrivo in città nell’aprile del 2019. A gennaio erano stati chiusi un albergo e un ristorante sul lungolago di Lecco per il pericolo di infiltrazioni mafiose sempre riconducibili alla famiglia Coco Trovato. Ancora prima un bar nel salotto buono del capoluogo lariano, uno sfasciacarrozze in città, un autonoleggio a Lierna, una sala giochi a Cernusco Lombardone e altre attività in tutto il territorio. Non solo. Nelle ultime settimane la prefettura ha istituito un osservatorio sulla criminalità organizzata post Covid, con il coinvolgimento delle forze dell’ordine, per fermare i tentacoli di chi, approfittando della crisi, potrebbe tentare di allungare le mani su settori strategici dell’economia lecchese e anche su questo fronte si parla di provvedimenti in itinere per quanto riguarda possibili flussi finanziari.
Un’azione che non si ferma, ma sembra anzi essersi rafforzata dopo che recentemente Formiglio, insieme a un giornalista del quotidiano Il Giorno, è stato oggetto di messaggi intimidatori recapitati nella cassetta delle lettere del cronista:
Gli stop croci sulla sua foto a margine di articoli che parlavano delle più recenti interdittive, episodi su cui stanno indagando i carabinieri. «Io vado avanti», le parole di Formiglio, che è stato anche commissario straordinario del Comune di Brescello, la cui amministrazione è stata sciolta per mafia. Dietro a un numero così elevato di provvedimenti, aumentati del 30 per cento rispetto al passato, c’è la sensibilità del prefetto al tema ma forse anche gli affari sempre più fitti della criminalità organizzata.
Le minacce Formiglio era stato minacciato assieme a un cronista. La replica: «Io vado avanti»