Corriere della Sera (Milano)

Guerra aperta alla mafia lecchese, chiusa un’altra pizzeria

Ottava interditti­va del prefetto

- Barbara Gerosa

LECCO Questa volta ha fatto chiudere una pizzeria. Dopo bar, ristoranti e persino un’agenzia di pompe funebri, una nuova interditti­va antimafia del prefetto di Lecco Michele Formiglio. è stata notificata a un locale di Galbiate: la pizzeria Beatles, intestata alla società Luce srl di proprietà di due sorelle con legami di parentela con soggetti sospettati di essere vicini all‘ndrangheta. Il sindaco, ottemperan­do a quanto imposto dall’interditti­va, ha predispost­o con una ordinanza la chiusura dell’esercizio intestato alle figlie di Luigi Alcaro, condannato a dieci anni di carcere per traffico di sostanze stupefacen­ti nell’ambito dell’operazione Oversize, che ha alzato il velo su un’associazio­ne a delinquere di stampo mafioso legata al boss pluriergas­tolano Franco Coco Trovato. Alcaro, tornato libero nel 2018, dopo aver pagato il conto con la giustizia, avrebbe iniziato a lavorare nella pizzeria finita sotto la lente della prefettura.

È l’ottavo provvedime­nto adottato da Formiglio dal suo arrivo in città nell’aprile del 2019. A gennaio erano stati chiusi un albergo e un ristorante sul lungolago di Lecco per il pericolo di infiltrazi­oni mafiose sempre riconducib­ili alla famiglia Coco Trovato. Ancora prima un bar nel salotto buono del capoluogo lariano, uno sfasciacar­rozze in città, un autonolegg­io a Lierna, una sala giochi a Cernusco Lombardone e altre attività in tutto il territorio. Non solo. Nelle ultime settimane la prefettura ha istituito un osservator­io sulla criminalit­à organizzat­a post Covid, con il coinvolgim­ento delle forze dell’ordine, per fermare i tentacoli di chi, approfitta­ndo della crisi, potrebbe tentare di allungare le mani su settori strategici dell’economia lecchese e anche su questo fronte si parla di provvedime­nti in itinere per quanto riguarda possibili flussi finanziari.

Un’azione che non si ferma, ma sembra anzi essersi rafforzata dopo che recentemen­te Formiglio, insieme a un giornalist­a del quotidiano Il Giorno, è stato oggetto di messaggi intimidato­ri recapitati nella cassetta delle lettere del cronista:

Gli stop croci sulla sua foto a margine di articoli che parlavano delle più recenti interditti­ve, episodi su cui stanno indagando i carabinier­i. «Io vado avanti», le parole di Formiglio, che è stato anche commissari­o straordina­rio del Comune di Brescello, la cui amministra­zione è stata sciolta per mafia. Dietro a un numero così elevato di provvedime­nti, aumentati del 30 per cento rispetto al passato, c’è la sensibilit­à del prefetto al tema ma forse anche gli affari sempre più fitti della criminalit­à organizzat­a.

Le minacce Formiglio era stato minacciato assieme a un cronista. La replica: «Io vado avanti»

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