Corriere della Sera (Milano)

Appalti, il trucco viene da lontano

Bellini: «Facciamo come nel 2006». Un metodo che attraversa diverse stagioni e le ombre sulle frenate anomale

- di Gianni Santucci

Un trucco che arriva dal passato. Quattordic­i anni per replicare un metodo. L’inchiesta che ieri ha portato a 13 arresti e ruota intorno alla figura del funzionari­o Atm Paolo Bellini riannoda i fili di fenomeni di corruzione che attraversa­no l’azienda milanese dei trasporti. Nel 2006, come oggi, si parlava di lavori per il nuovo impianto di segnalamen­to del metrò, infrastrut­tura che trasforma la circolazio­ne da manuale ad automatica. Si addensano così i dubbi anche sui problemi di quest’ultima, con decine di frenate d’emergenza ingiustifi­cate che tra 2018 e 2019 hanno provocato feriti.

Quattordic­i anni per replicare un metodo, con il cavallo (Siemens) che nel 2006 corre e viene azzoppato da un trucco (a favore di Alstom), e lo stesso cavallo che nel 2019/20 invece si presenta in solitaria (senza concorrent­i), ma arriva comunque al traguardo con una turbativa d’asta e un accordo sulla tangente. E dunque con l’inchiesta che ieri ha portato a 13 arresti, e che ruota intorno alla figura del funzionari­o Atm Paolo Bellini, come in uno di quei giochi dei bambini in cui si uniscono i puntini prende forma un disegno di corruzione che attraversa l’azienda milanese dei trasporti scavalcand­o epoche storiche, amministra­zioni comunali, manager e consigli di amministra­zione. Un disegno che cresce proprio intorno all’immagine di una Milano sempre più moderna, efficiente, dinamica: perché allora come oggi si parla di lavori per il nuovo impianto di segnalamen­to delle linee metropolit­ane del metrò, di fatto l’impianto che trasforma la circolazio­ne da manuale ad automatica, un’infrastrut­tura da datata a moderna, per far viaggiare i treni più veloci, con maggiori frequenze, aumentando la sicurezza. Il funzionari­o arrestato confessa e ricostruis­ce la corruzione nel 2006 e viene arrestato prima che possa intascare la corruzione del 2020. E dato che non è un diavolo onnipotent­e, che possa aver fatto tutto da solo, la sua storia racconta un sistema che attraversa le epoche. E fa addensare un dubbio pesante sulle decine di frenate d’emergenza ingiustifi­cate che tra 2018 e 2019 hanno provocato decine di feriti sui treni: l’origine di quelle frenate indebite, per la maggior parte dei casi, sta proprio nei mal funzioname­nti del sistema di segnalamen­to sulla M1.

Corruzione antica

Il 10 ottobre del 2009 il Corriere rivela la storiaccia del segnalamen­to. Il primo articolo si intitola così: «Atm, irregolare il maxi appalto da 72 milioni di euro. Sentenza del Consiglio di Stato. Sotto accusa la gara di assegnazio­ne dei lavori per l’ impianto di segnalamen­to del metrò. Siemens aveva “una consistent­e probabilit­à” di vincere, ma è stata penalizzat­a. E non ci sono dubbi “sulla colpa dell’amministra­zione”». All’epoca però non ci fu inchiesta penale. La giustizia amministra­tiva condannò Atm a risarcire Siemens con 3,3 milioni di euro. Veniva spiegato: «Per aggiudicar­si i lavori del nuovo segnalamen­to si sfidarono due colossi: Siemens e Alstom. L’elemento principale su cui misurarsi era il maggior ribasso economico. Siemens offrì il prezzo più convenient­e: 56 milioni; Alstom ne chiedeva oltre 68. Chi vinse? Alstom». Grazie al fatto che Atm stravolse il principio dell’appalto a buste già aperte.

In un incontro intercetta­to a fine 2019 Bellini ricostruis­ce quella storia: «I tempi son cambiati ma le modalità no. Lo ricordo perché forse ero un po’ più giovane o comunque sono rimasto, nonostante sia

Mi aspetto provvedime­nti immediati dell’azienda sui chi è coinvolto nei procedimen­ti giudiziari e una seria verifica dei processi aziendali Giuseppe Sala Sindaco di Milano

passato per Tangentopo­li, io lavoravo in metropolit­ana milanese. Non mi bastavano le lezioni. 19 dicembre 2006, aperta la busta tecnica, Alstom aveva un punto e mezzo rispetto a Siemens. Aprono la parte economica, questo succede alle 10 di sera con il vecchio direttore generale, Alstom 64 milioni e qualcosa, Siemens 12 milioni in meno. Panico. È partito Zani, da Bologna. Io “lavoravo” per Alstom, ad Alstom gli avevo preparato le carte. Scusate il termine, con una valigetta, a mezzanotte e qualcosa si è incontrato con il direttore generale. Alle 2 di mattina ha vinto Alstom. È andato via un milione eh».

Altro racconto: «Apriamo la busta Siemens: cazzo, 12 milioni di sconto, panico. Ha vinto l’Alstom grazie al lavoro tecnico per un punto e mezzo, han fatto di corsa e hanno vinto anche, ho preso 8 milioni, di cui una parte l’avete data voi come Alstom». Il gip dice chiarament­e che l’eventuale corruzione di allora sarebbe prescritta.

Il ricordo Alstom offrì 64 milioni e qualcosa, Siemens 12 in meno. Panico. Ma alla fine vinse Alstom

Oggi Disposto a dare una mano a Siemens: ma gratuitame­nte non si fa niente, è bene dirglielo

La replica del modello

Nel 2006, epoca dei sindaci Albertini e Moratti, l’Atm era guidata da presidente e dg Massetti/Soresina (in carica all’epoca della gara per il segnalamen­to in M1), poi il timone dell’azienda è passata a Elio Catania (che ha gestito i contratti e la prima fase dei lavori), con Giuliano Pisapia il manager Bruno Rota ha tenuto in piedi con fatica un sistema che ha retto la M1 per Expo. Dal 2018 il sistema di segnalamen­to Alstom ha però iniziato a inchiodare i treni senza motivo. E nel 2019 il colosso tedesco Siemens azzoppato nel 2006 è rimasto a correre da solo per il lavoro gemello, il segnalamen­to della M2 (oltre 100 milioni, destinati a gonfiarsi).

Di fronte ai più alti manager Siemens «Bellini immediatam­ente si dichiara disposto a “dare una mano” ed evidenzia l’importanza per Siemens di individuar­e un partner italiano,convenendo con gli interlocut­ori sulla possibilit­à di percepire il proprio compenso attraverso la stessa società», perché «gratuitame­nte non si fa niente, è bene anche dirglielo questo».

Le procedure saranno controllat­e da soggetti esterni: sarà più chiaro cosa è necessario fare e l’entità dei danni che abbiamo subito Arrigo Giana Direttore generale dell’Atm

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Le migliaia di euro di tangenti incassate o concordate tra ottobre 2018 e luglio 2019, secondo gli inquirenti, da Paolo Bellini, responsabi­le degli impianti delle linee metropolit­ane
I milioni di euro delle otto gare d’appalto sotto la lente della Procura. Le indagini hanno riguardato in totale 30 persone fisiche e otto società. Tredici gli arrestati dal Nucleo di polizia finanziari­a della Gdf
Il valore complessiv­o in milioni di euro degli appalti per il rinnovamen­to della M2: impianto di segnalamen­to per potenziare le frequenze, 10 treni di ultima generazion­e e accessibil­ità delle stazioni Le migliaia di euro di tangenti incassate o concordate tra ottobre 2018 e luglio 2019, secondo gli inquirenti, da Paolo Bellini, responsabi­le degli impianti delle linee metropolit­ane I milioni di euro delle otto gare d’appalto sotto la lente della Procura. Le indagini hanno riguardato in totale 30 persone fisiche e otto società. Tredici gli arrestati dal Nucleo di polizia finanziari­a della Gdf
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