Lunghi ingorghi e treni in tilt: partire è un incubo
Cantieri verso il mare ligure, milanesi in rivolta
Code fino a 15 chilometri per raggiungere le seconde case in Liguria. Dopo il lockdown in casa, i milanesi scoprono quello in macchina per andare al mare nella regione trasformata in cantiere permanente per i controlli e restauro delle sue 285 gallerie. Il sindaco Sala sceglie la bici. Assalto ai treni, con ritardi per far rispettare il protocollo Covid.
Dal lockdown a casa a quello in macchina, in coda. La Liguria, mare ufficiale dei milanesi, è imballata dai cantieri. Con 19 gallerie ancora sotto i ferri per restauri, ma con tante altre, delle 285 totali, ancora da ispezionare (in teoria) entro la scadenza del 15 luglio: altissima stagione. Di solito i liguri ridono dei milanesi incolonnati per poter fare un bagno. Solo che stavolta, anche chi ci vive fatica a raggiungere il posto di lavoro.
La A10 e la A12, le autostrade che attraversano il Ponente e Levante ligure nel weekend hanno registrato file da grande esodo: 12 chilometri tra Genova e Recco, 7 tra Varazze e Savona, venerdì. Idem ieri mattina, con quasi 6 ore per raggiungere Rapallo. Ma a complicare le cose è il fatto che le code crescano ormai con costanza snervante anche fuori dagli orari di punta. C’è poi la beffa: «Il tratto ligure è gratuito per i locali, che in queste settimane non pagano il pedaggio, ma a pagamento per chi arriva da Milano», dice Franco Rossi, reduce da un andata e ritorno complicatissimo con Chiavari. Il sindaco Beppe Sala, che solitamente per raggiungere la sua casa al mare sceglie il treno, venerdì ha optato per la bici. Voleva ricambiare le belle parole spese in piena emergenza Covid dal governatore Giovanni Toti, quando molta Italia tifava per i confini chiusi della Lombardia, e lui invitava i milanesi a tornare nelle seconde case. Venerdì Sala ha raggiunto Santa Margherita (dove d’estate ogni tre persone due sono milanesi) in bici, con lo sconto del primo tratto (è partito da Tortona) e con l’aiuto della pedalata assistita: «Da Milano mi ci sarebbero volute almeno 4 ore», ha detto al traguardo. Non scherzava, anzi era ottimista. Il paradosso che tutti i milanesi che hanno seconde case in Liguria adesso iniziano a pensare di tradire. «Sei ore per la mia Milano Sanremo in macchina. Con i camionisti esausti parcheggiati per decine di chilometri nella corsia di emergenza. Ho già prenotato una casa in un’altra regione», dice Giorgio Secondi.
Sullo sfondo la «minaccia» di Autostrade di chiudere addirittura alcuni tratti nei giorni centrali della settimana per «accelerare» i lavori. Oggi il ministero dei Trasporti ha convocato il concessionario per trovare una soluzione. Anche perché gli albergatori hanno già annunciato che non pagheranno le tasse fino a cessata emergenza e la regione Liguria chiederà il risarcimento per i danni d’immagine. I milanesi possono solo aspettare, anche perché alternative non se ne vedono, dato che i treni sono sold-out per via delle limitazioni del protocollo Covid. «Vista la situazione, venerdì sera ho preso il regionale per Levanto: alle fermate di Lambrate e Rogoredo si è riempito e il treno si è fermato per più di un’ora finché qualcuno è sceso per tornare nei numeri consentiti», racconta Marina Casazza.
Anche ieri mattina alla Centrale i treni per la Liguria sono stati presi d’assalto. In particolare il regionale delle 8.30: occupati tutti i posti, oltre ai corridoi. I passeggeri sono stati fatti scendere e Trenitalia ha organizzato un convoglio speciale partito due ore dopo. Dal finestrino hanno salutato la colonna di macchine. Peggio è andata nel pomeriggio, con un incendio lungo la linea ferroviaria all’altezza di Tortona. Traffico sospeso e attivati autobus sostitutivi. Di solito piove sul fuoco, qui addirittura il contrario.