Corriere della Sera (Milano)

LA BELLEZZA DELL’AMORE È COME UNA CITTÀ DI MARE

- di Vivian Lamarque

Vent’anni fa, il 14 giugno, ci lasciava il poeta Attilio Bertolucci, voce alta del Novecento, padre di Bernardo e Giuseppe e di splendide poesie. Molto scrisse per l’amata moglie, «la Ninetta», cognome Giovanardi, compagna prima di liceo e poi di tutta la vita («… vorrei scriverti come fanno i poeti orientali che sei bella come una città di mare, come un dattero, come una tenda di Gerusalemm­e…»). Si ispirino gli innamorati che si inviano ogni giorno km e km di «tvb» tutti uguali, prendete nota: sei bello sei bella come una città di mare!

Le associazio­ni di pensiero ci fanno davvero regali inattesi: mi è venuto in mente il poeta non perché siamo ancora per un soffio nel mese di giugno, ma perché in questi giorni è facile che spuntino nelle case, con i loro pennelli e i loro grandi bianchi barattoli, gli imbianchin­i. E una delle più belle poesie di Bertolucci è intitolata «Gli imbianchin­i sono pittori». Un clic su Google ed è vostra, un dono tutto per voi: i suoi imbianchin­i sono due, padre e giovane figlio, e giungono in un’ora calda e così silenziosa «… che si sentiva il pennello sul muro/distendere il celeste…».

Quella stanzetta col soffitto di cielo fiorito (che me ne ricorda un’altra celestiale di Sanda, le associazio­ni sono come le ciliegie) ce la raccontò qualche anno fa Paolo Lagazzi con «La casa del poeta – Ventiquatt­ro estati a Casarola con Attilio Bertolucci», sdraiatevi al mare o ai monti o all’Idroscalo o sul vostro balcone e buona lettura.

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