La sfida in corsia: tagliare il superfluo e valutare le priorità L’appello ai medici
La sensazione chiara e netta è quella di dover recuperare un ritardo pericoloso. Nei primi 5 mesi dell’anno, gli ambulatori hanno lavorato al 60%. Al 30% nei mesi più caldi. «Ora combattiamo una sfida meno appariscente dei mesi dell’emergenza, ma che se non gestita può essere altrettanto pericolosa», dice Marco Trivelli, 56 anni, nuovo direttore generale della Sanità in Lombardia. L’uomo che la rimonta di cui sopra ha il compito di pilotarla.
Ma come si interviene? «Sappiamo che sarà impossibile chiudere l’anno facendo gli stessi numeri di un anno fa. Quindi lavoriamo di sottrazione».
In che senso?
«Tra sanificazioni e distanziamento, non possiamo muoverci come prima. La sfida è tagliare il superfluo, per riuscire a non perdere nulla del necessario e bilanciare il ritardo».
Da cosa si parte?
«Il primo passo è puramente medico: devono essere capaci di valutare le priorità, individuando chi ha davvero bisogno. Già dalle prime riunioni con l’Ats di Milano ci siamo concentrati su questo fronte e continueremo a farlo sensibilizzando anche altri livelli istituzionali»
Si fanno troppe visite inutili?
«C’è una quota di eccesso ma anche di prestazioni inutilmente ripetute. Serve che i medici tornino a fare veramente i medici, con prescrizioni precise e puntuali».
Servirà poi sensibilizzare la gente…
«Certo, vanno educati anche i pazienti per evitare il consumismo sanitario e di conseguenza il sovraccarico delle strutture».
Da quel punto di vista si può migliorare qualcosa?
«Nei nostri ospedali ci sono aree non utilizzate che si possono recuperare con investimenti mirati. Temo che con il crollo di Pil la spesa sanitaria sarà destinata a ridursi, ma ora si possono sfruttare i capitali che ci sono. Se poi arrivasse il Mes aiuterebbe».
Lavorerete poi sul personale sanitario?
«Si, con accordi sindacali per allungare gli orari, cambiando
Strutture Va evitato il consumismo sanitario. Bisogna anche educare i pazienti
l’organizzazione interna. Serve determinazione, la stessa che si è dimostrata nella fase acuta del Covid».
Mesi in cui si sono ribaltati gli ospedali…
«Un’esperienza che si può fare anche a livello ambulatoriale, continuando a credere anche nella telemedicina che in alcuni settori e su alcune fasce d’età come gli under 70 ha dimostrato di poter contribuire a snellire le presenze fisiche negli ambulatori».
L’esperienza di questi mesi aiuterà?
«Chi ha vissuto queste mesi in prima linea, ne uscirà più forte. Penso intanto agli infermieri, vero basamento dell’organizzazione ospedaliera. Hanno dimostrato carattere, oltre alla tecnica. Sono la dimostrazione che la sanità può cambiare migliorando».
Recuperi Con accordi sindacali allungheremo gli orari cambiando l’organizzazione