Corriere della Sera (Milano)

Musica dal vivo in silenzio, chiude anche il Serraglio

Ortica, il circolo si arrende dopo sei anni di concerti. «Effetto virus, affitto troppo alto»

- Fabrizio Guglielmin­i

altro club in meno per la musica dal vivo. Dopo la chiusura dell’Arci Ohibò, adesso tocca al Serraglio, affiliato Acsi, dopo sei anni di attività all’Ortica. I fondatori hanno preso una decisione sofferta e, purtroppo, definitiva: «Tutte le condizioni per andare avanti erano contro di noi — racconta amareggiat­o Roberto Esposito uno dei soci del circolo — il nuovo contratto d’affitto avrebbe avuto un costo proibitivo, 250 mila euro per sei anni; inoltre fare musica live con band emergenti significa andare in pari quando va bene; l’ultima mazzata è stata la chiusura prolungata per il Coronaviru­s». Diventa sempre più complicata la gestione privata di spazi per la musica in versione club (con una capienza cioè fra le 200 e le 450 persone). Una doppia perdita: per le band emergenti che fanno sempre più fatica a trovare locali in cui esibirsi e per la città, proprio perché il club è quel palco che esce dalle rigide regole di mercato dei promoter e, basandosi su numeri contenuti, riesce a portare avanti un cartellone da talent scout.

«Il Covid è stato il colpo di grazia, ma la ragione principale della chiusura è che il privato che ci ha affittato gli spazi, alla scadenza del contratto d’affitto, voleva rinnoUn varlo senza tenere conto delle difficoltà che ci sono state e ci saranno in autunno». Per anni il Serraglio ha funzionato con una formula che destinava il 100% dell’incasso dello sbiglietta­mento ai gruppi, mentre il locale copriva i costi di gestione attraverso il bar. In questo circolo, consacrato soprattutt­o al rock e al pop alternativ­i, sono cresciuti nomi come Gazzelle, Canova, Marta sui Tubi e che ha anche ospitato (per l’ottima acustica) le prove pre-tour di, fra gli altri, Daniele Silvestri e Baustelle. «Quello che servirebbe — conclude Esposito — è tutelare in ogni modo attività che arricchisc­ono la cultura giovanile, ma questo può avvenire solo se pubblico o privato mettono a disposizio­ne spazi a prezzi calmierati».

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(Fotogramma) Fondatore Roberto Esposito davanti al palco del Serraglio

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