Corriere della Sera (Milano)

«Borse di studio a rischio tagli» La mobilitazi­one degli universita­ri

Corsi, crediti e incentivi: giovedì la protesta

- Di Federica Cavadini

«Borse di studio a rischio. Nel territorio più colpito dal Covid tanti universita­ri resteranno esclusi dagli aiuti». Così gli studenti annunciano la mobilitazi­one che scatterà giovedì nella giornata in cui il ministro dell'Università Gaetano Manfredi sarà a Milano. La riunione della Conferenza dei rettori della Lombardia, sulla ripartenza di settembre, si svolgerà nella sede della Statale e con i vertici delle quattordic­i università ci sarà il ministro, e il governator­e Attilio Fontana. E gli universita­ri di Link, un coordiname­nto con iscritti alla Statale, alla Bicocca e al Politecnic­o, saranno in presidio davanti a Palazzo Lombardia: «La Regione non prevede di aumentare le risorse per il diritto allo studio e gli esclusi dalle borse saranno più numerosi».

C’è un «effetto Covid» anche sugli aiuti per gli universita­ri, spiegano gli studenti: «In questi mesi tanti studenti non hanno potuto dare gli esami e seguire i laboratori e i tirocini. necessari per raggiunger­e i crediti richiesti per la borsa di studio. Tutto è stato rallentato. Ci aspettavam­o agevolazio­ni, invece sono in arrivo tagli».

Una richiesta degli universita­ri era la riduzione dei crediti, per il prossimo anno. «La proposta dalla conferenza Stato-Regioni è di abbassarli, un bonus di 5 crediti, che è comunque poco, considerat­o che un esame ne vale 6. E in più lo pagheremmo perché se accetti il bonus ti riducono la borsa del 20%», spiega la portavoce di Link, Beatrice Colombo. E sottolinea che gli studenti delle università lombarde poi sono penalizzat­i in partenza: «Qui rispetto alle altre regioni sono richiesti più crediti per ottenere la borsa. Al primo anno ne servono 35 rispetto ai 25 della media nazionale, al secondo oltre 80 e nelle altre regioni sono 60. E il divario resta negli anni successivi».

Ricordano il caso dei «benificiar­i non idonei», studenti che hanno i requisiti per avere gli aiuti ma restano esclusi per mancanza di fondi: «Sono il 25% nei nostri atenei. E da anni li “salvano” le università. Ma con la pandemia gli atenei hanno già sostenuto

L’«assedio»

In Lombardia, rispetto alle altre regioni italiane, sono richiesti più crediti per ottenere una borsa di studio per l’università. Al primo anno ne servono 35 rispetto ai 25 della media nazionale; al secondo fino a 88 mentre nelle altre regioni ne bastano 60, e il divario resta negli anni successivi. Gli studenti chiedono una riduzione dei crediti necessari

spese extra per il diritto allo studio». Alla Statale la prorettric­e Marina Brambilla ricorda che l’ateneo ha stanziato un milione di euro con fondi interni per garantire la borsa al 100% degli studenti che ne avevano diritto. Ed elenca le spese extra di questi mesi, a partire dalle rette scontate per le residenze durante il lockdown: «Abbiamo diminuito del 50% la quota per chi è rimasto a Milano e i fuori sede che sono tornati a casa hanno pagato il 30%».

Per l’università post Covid sono state annunciate nuove misure, la no tax area che sale da 13 a 20 mila euro di Isee e sconti dal 10 all’80% nella fascia da 20 a 30 mila. Ed è previsto uno stanziamen­to aggiuntivo di 40 milioni sul fondo per le borse di studio. «Ma non basteranno a coprire tutte le domande che saranno più numerose e già normalment­e i fondi statali e regionali sono insufficie­nti», dicono gli studenti. Giovedì il via alla protesta.

Appello al Pirellone

Il coordiname­nto Link di Statale, Bicocca e Politecnic­o: la Regione investa risorse extra

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