«Borse di studio a rischio tagli» La mobilitazione degli universitari
Corsi, crediti e incentivi: giovedì la protesta
«Borse di studio a rischio. Nel territorio più colpito dal Covid tanti universitari resteranno esclusi dagli aiuti». Così gli studenti annunciano la mobilitazione che scatterà giovedì nella giornata in cui il ministro dell'Università Gaetano Manfredi sarà a Milano. La riunione della Conferenza dei rettori della Lombardia, sulla ripartenza di settembre, si svolgerà nella sede della Statale e con i vertici delle quattordici università ci sarà il ministro, e il governatore Attilio Fontana. E gli universitari di Link, un coordinamento con iscritti alla Statale, alla Bicocca e al Politecnico, saranno in presidio davanti a Palazzo Lombardia: «La Regione non prevede di aumentare le risorse per il diritto allo studio e gli esclusi dalle borse saranno più numerosi».
C’è un «effetto Covid» anche sugli aiuti per gli universitari, spiegano gli studenti: «In questi mesi tanti studenti non hanno potuto dare gli esami e seguire i laboratori e i tirocini. necessari per raggiungere i crediti richiesti per la borsa di studio. Tutto è stato rallentato. Ci aspettavamo agevolazioni, invece sono in arrivo tagli».
Una richiesta degli universitari era la riduzione dei crediti, per il prossimo anno. «La proposta dalla conferenza Stato-Regioni è di abbassarli, un bonus di 5 crediti, che è comunque poco, considerato che un esame ne vale 6. E in più lo pagheremmo perché se accetti il bonus ti riducono la borsa del 20%», spiega la portavoce di Link, Beatrice Colombo. E sottolinea che gli studenti delle università lombarde poi sono penalizzati in partenza: «Qui rispetto alle altre regioni sono richiesti più crediti per ottenere la borsa. Al primo anno ne servono 35 rispetto ai 25 della media nazionale, al secondo oltre 80 e nelle altre regioni sono 60. E il divario resta negli anni successivi».
Ricordano il caso dei «benificiari non idonei», studenti che hanno i requisiti per avere gli aiuti ma restano esclusi per mancanza di fondi: «Sono il 25% nei nostri atenei. E da anni li “salvano” le università. Ma con la pandemia gli atenei hanno già sostenuto
L’«assedio»
In Lombardia, rispetto alle altre regioni italiane, sono richiesti più crediti per ottenere una borsa di studio per l’università. Al primo anno ne servono 35 rispetto ai 25 della media nazionale; al secondo fino a 88 mentre nelle altre regioni ne bastano 60, e il divario resta negli anni successivi. Gli studenti chiedono una riduzione dei crediti necessari
spese extra per il diritto allo studio». Alla Statale la prorettrice Marina Brambilla ricorda che l’ateneo ha stanziato un milione di euro con fondi interni per garantire la borsa al 100% degli studenti che ne avevano diritto. Ed elenca le spese extra di questi mesi, a partire dalle rette scontate per le residenze durante il lockdown: «Abbiamo diminuito del 50% la quota per chi è rimasto a Milano e i fuori sede che sono tornati a casa hanno pagato il 30%».
Per l’università post Covid sono state annunciate nuove misure, la no tax area che sale da 13 a 20 mila euro di Isee e sconti dal 10 all’80% nella fascia da 20 a 30 mila. Ed è previsto uno stanziamento aggiuntivo di 40 milioni sul fondo per le borse di studio. «Ma non basteranno a coprire tutte le domande che saranno più numerose e già normalmente i fondi statali e regionali sono insufficienti», dicono gli studenti. Giovedì il via alla protesta.
Appello al Pirellone
Il coordinamento Link di Statale, Bicocca e Politecnico: la Regione investa risorse extra