Rischio Covid Il pm chiede perizia sull’aula
Udienza Eni-Nigeria, la perizia del Politecnico richiesta dal pm
Una perizia sulla «salubrità» dell’aria nell’aula-bunker di San Vittore. È la richiesta del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che oggi inizierà la requisitoria al processo per le tangenti Eni in Nigeria. I rischi legati alla diffusione del coronavirus attraverso il ricircolo dell’aria.
Il pm che commissiona al Politecnico una consulenza tecnica sulla salubrità o meno (rispetto alla paura di Covid19) del ricircolo dell’aria nell’aula-bunker di San Vittore in piazza Filangieri: succede nel processo per le tangenti Eni in Nigeria, dove oggi dovrebbe iniziare la requisitoria (a carico dell’amministratore delegato Claudio Descalzi e altri 10 imputati di Eni e Shell) appunto del procuratore aggiunto Fabio De Paquale e del pm Sergio Spadaro.
Proprio la Procura ha infatti depositato una «nota tecnica», sorprendente visto che ordinariamente nell’enorme aula- bunker ci sono pm e giudici e avvocati e imputati che in questi giorni celebrano processi senza per ciò essere più tonti o più incoscienti dei loro colleghi di Eni-Nigeria.
Qui, invece, già a maggio il procuratore aggiunto, oltre a dubitare del carattere di «trattazione necessaria» o «prioritaria» di Eni-Nigeria, aveva paventato che «la prevedibile lunga durata in spazi chiusi, con limitato o quasi assente ricambio d’aria, si presentasse non scevra di pericoli di contagio per i presenti», a causa dell’«elevatissima contagiosità del virus e della mancanza di informazioni certe in ordine alle modalità della sua diffusione». La controproposta del pm, e cioè fare la requisitoria all’aperto nel cortile n. 5 del Tribunale (dove ieri ad esempio avrebbe piovuto nelle prime due ore), non aveva trovato adepti. Ecco allora, in vista di oggi, l’idea di richiedere un «supporto tecnico al Rettore del Politecnico,
prof. Ferruccio Resta», il quale ha «delegato il professore di Fisica tecnica ambientale e docente di Impianti di climatizzazione» Cesare Maria Joppolo, che ha svolto «un sopralluogo nell’aula bunker con i procuratori aggiunti Tiziana Siciliano e Fabio de Pasquale».
Il professore non ha operato autonome misurazioni tecniche, ma ha elaborato calcoli a partire dai dati tratti in Comune sulla progettazione del bunker e dai parametri raccomandati dalle istituzioni sanitarie. Ecco così che, «facendo l’ipotesi di consentire un massimo di 40 persone contemporaneamente e stabilmente presenti nel rispetto delle regole di distanziamento», si può «disporre di una portata di diluizione che eccede di 10-15 volte i valori normalmente previsti per uffici, sale riunioni e convegni, banche e quartieri fieristici».
«Largamente soddisfatta» la portata di aria esterna per persona, il professore — nel suo lavoro svolto gratuitamente — suggerisce «una verifica sul fatto che la velocità dell’aria nella zona occupata dalle persone (fino ad una altezza di 2 metri dal pavimento) non sia eccessiva»: ma «in base alla mia esperienza e al posizionamento dei diffusori, ritengo che nell’aula bunker anche questi limiti di velocità dell’aria siano soddisfatti». Al massimo, «se possibile si proceda ad una conferma mediante misurazione con anemometro». E «si avvii la ventilazione meccanica alla portata nominale con un anticipo di almeno 2 ore», e «la si mantenga per le 2 ore successive» a fine udienza.
Si vedrà oggi se il procuratore aggiunto si sentirà, al pari dei legali, sufficientemente rassicurato per iniziare la requisitoria.