Medici esclusi dal bonus Scatta petizione
Protesta negli ospedali. Gallera: lettera a Speranza
Hanno lavorato senza sosta, affrontato un nemico sconosciuto, sono stati chiamati «eroi» durante l’emergenza coronavirus. Eppure, non tutti hanno ricevuto il bonus che attendevano. Con la delibera del 9 giugno la Regione ha stanziato un incentivo per il personale sanitario che ha faticato durante la fase critica dell’epidemia (ora in fase discendente, con 109 nuovi positivi e sei decessi registrati ieri). Si tratta di 123 milioni (41 stanziati dal Governo e 82 dal Pirellone), che si traducono in premi che vanno dai 375 ai 1.730 euro lordi nella busta paga di giugno. A questi fondi in seguito se ne sono aggiunti altri 31, provenienti da Roma.
Il riconoscimento però non è stato dato ai medici extramoenia, cioè coloro che svolgono attività in libera professione anche al di fuori del proprio ospedale. Un problema comune a tanti professionisti lombardi e sollevato dai dipendenti dell’Asst di Monza. Spiega Marcello Costa Angeli del sindacato Snami: «Perché i medici che hanno lavorato duro nella lotta al Covid e che hanno interrotto l’attività extramoenia, sottoposti al medesimo rischio dei colleghi e certamente a minor rischio degli amministrativi e dei lavoratori a casa, non devono essere retribuiti nello stesso modo?». Dei 600 medici dipendenti del San Gerardo, parte dell’Asst di Monza, il 20 per cento si è trovato senza indennizzo. È in corso una petizione per fare chiarezza sulla vicenda. Costa Angeli sottolinea un altro problema. «È previsto un bonus anche per gli amministrativi di 875 euro e di 375 per chi ha lavorato da casa. Paradossalmente, visto che l’aliquota Irpef per i medici è più alta che per gli amministrativi, con la decurtazione Irpef un medico di seconda fascia percepisce 750 euro e un amministrativo 550. Quindi di fatto gli importi premiano gli amministrativi».
Altri lavoratori denunciano errori nel calcolo dei bonus. In una lettera il sindacato Nursind parla di casi di infermieri e operatori sanitari collocati nella fascia degli amministrativi e personale con contratto part time, precettato a tempo pieno, che si è visto riconoscere un bonus ridotto. «Abbiamo seguito le indicazioni regionali arrivate il 15 giugno dalla direzione generale Welfare — replica Mario Alparone, alla guida della Asst di Monza —. Il documento spiega che “l’incentivo non è liquidabile al personale con rapporto non esclusivo”. Quanto ai bonus, agli infermieri è stata fatta una valutazione caso per caso e valuteremo eventuali situazioni che non risultano coerenti con la realtà dei fatti».
Nella categoria degli esclusi troviamo anche i medici specializzandi (tranne quelli assunti per l’emergenza). «Si tratta di circa duemila persone — dice Gian Vincenzo Zuccotti, preside della facoltà di Medicina della Statale — che si sono resi disponibili per reparti diversi da quelli a cui sono normalmente assegnati o per il centralino che seguiva i pazienti covid. Ci aspettiamo che venga riconosciuto il loro impegno». Anche Elisabetta Strada, consigliere dei Lombardi civici europeisti, ha sollevato la questione: «Abbiamo proposto di fare un accordo con le università per concedere agli specializzandi uno sconto sulle rette». L’assessore alla Sanità Giulio Gallera ha comunicato di aver scritto al ministro della Salute Roberto Speranza per trovare una soluzione al problema.