Corriere della Sera (Milano)

VIRUS, DISTANZE E MASCHERINE TRAM E TRENI SUI BINARI SBAGLIATI

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Caro Schiavi, ogni sera prendiamo il tram della linea 14 nel tratto fra viale Coni Zugna e via Gonin: deve passare ogni 6 minuti, ma ogni volta l’attesa si protrae fino a 10/12’ e, in qualche caso, fino a 25 minuti . Ovviamente, il tram è sempre pieno di gente, ben oltre il limite consentito dai divieti imposti nel periodo. Riteniamo increscios­o vedere tanti passeggeri senza mascherina dopo aver saputo dell’ennesima proroga regionale con obbligo d’indossarla anche all’aperto fino al 15 luglio. Cosa che, tra l’altro, non si giustifica con l’attuale evoluzione della curva epidemica.

C. Buttura

Caro Schiavi, venerdì ho preso il treno regionale in partenza alle 18.30 dalla Centrale. Il treno è partito, pieno e senza alcun controllo, ma a Lambrate sono salite molte altre persone e a Rogoredo idem. A quel punto tanti erano in piedi, tutti i posti «vietati» erano liberi mantenere il distanziam­ento, era impossibil­e. Il treno non è ripartito per più di un’ora. Troppo pieno. Nessuna risposta dal capotreno. È stata chiamata la polizia. Impossibil­e far scendere le persone: si deve fare spontaneam­ente. Fortunatam­ente molti passeggeri lo hanno fatto. Il treno è ripartito ma chi aveva coincidenz­e a Genova, le ha perse. Con un gruppone di viaggiator­i diretti a Levante, siamo arrivati a Brignole alle 21.30. Toilette e bar chiusi. Treni per riviera del Levante in arrivo intorno alle 23. Nessun tipo di assistenza. Cosa dobbiamo scegliere, per fare un colpevolis­simo weekend in Liguria? Quattro ore di autostrada per Santa Margherita o sei ore di treno per Levanto?

Marina Casazza

Gentili lettori, c’è un disagio crescente per il disinvolto menefreghi­smo di chi non indossa la mascherina sui mezzi pubblici e ce n’è un altro che sconfina nella denuncia per la bancarotta dei treni regionali diretti in Liguria (sulle code in autostrada abbiamo già riferito). In entrambi i casi, all’inciviltà di pochi che mettono a rischio la salute di molti, si aggiunge l’indifferen­za dei gestori dei servizi: se dobbiamo rispettare certe regole per contrastar­e la diffusione del virus è inutile far salire sui treni più passeggeri del dovuto. Treni, bus e metrò non sono un’altra cosa rispetto a teatri, cinema, musei e librerie, dove i divieti sono tassativi e vengono rispettati. Siamo chiamati a sacrifici e al rispetto del prossimo per il bene comune. Ricordiamo­lo, ripetiamol­o ancora per un po’. E non dimentichi­amolo.

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