Corriere della Sera (Milano)

Mobilità e servizi: agenda dal basso in 3 mila richieste

Idee al Comune. «Monopattin­i, no allo stop»

- di Andrea Senesi

Una città «lenta» e verde, ricca di Zone 30, piste ciclabili e parchi, una capitale economica che tornerà a «fatturare» puntando sullo smart working. È la Milano post Covid immaginata dai suoi abitanti. Intanto le app di monopattin­i, dopo la sentenza del Tar, chiedono al Comune di non bloccare il servizio.

Una città «lenta» e verde, con un trama urbana di zone 30, piste ciclabili e micro-parchi, una capitale economica che tornerà certamente a «fatturare», ma scommetten­do ancora sullo smart working (a dispetto dei recenti richiami del sindaco Beppe Sala) e su nuovi ritmi e qualità della vita. La Milano post-Covid, o almeno la Milano immaginata dai suoi abitanti,dovrà essere a grandi linee così.

Quasi tremila le proposte arrivate al portale del Comune, in poco più d’un mese, per l’inizativa di consultazi­one popolare voluta dall’assessore alla Partecipaz­ione Lorenzo Lipparini. La richiesta più gettonata? Proprio quella relativa all’ampliament­o della rete di piste ciclabili, seguita dall’esigenza di proseguire con lo smart working. Molto sentito anche il desiderio di nuove zone pedonali, della riapertura in sicurezza delle scuole, del rilancio dei negozi di quartiere. «Le questioni relative alla mobilità dolce e al verde sono le più popolari», conferma l’assessore Lipparini, che promette che questa messe di dati orienterà le prossime scelte dell’amministra­zione: «Vogliamo senz’altro aumentare le iniziative di ascolto della città per creare un percorso pubblico di partecipaz­ione».

I milanesi sognano una città decisament­e più «green» e l’indicazion­e che arriva dalla consultazi­one in questo senso è chiarissim­a. Anche se poi su certi temi le opinioni si polarizzan­o. Sui parcheggi, per esempio: c’è chi ne chiede la riduzione per far posto a pedoni, bici e tavolini e chi invece ne raccomanda la salvaguard­ia. Oppure su Area B: sono in maggioranz­a le richieste di riattivare al più presto la misura antismog, ma c’è anche chi immagina che la Milano dei prossimi mesi, a rischio di una seconda ondata pandemica, non debba penalizzar­e il traffico privato. Sentitissi­mo, come è ovvio, il tema dell scuola, con le richieste, su tutte, di scaglionar­e le lezioni su diversi turni e di programmar­e l’attivita didattica anche al di fuori dalle aule. Sul tema lavoro, da segnalare la proposta di reimpiegar­e i disoccupat­i per la cura dei luoghi pubblici. Eccola, la questione-regina: gli spazi urbani. Più di venti le domande per istituire nuove Zone 30 e altrettant­e per indicare nuove aree da pedonalizz­are. Dal centro alla periferia, dalle zone del degrado a quelle della movida. Dal Gratosogli­o a viale Monte Nero, da Rogoredo a via Marghera, viale Pasubio, via Piero della Francesca. E

poi il desiderio di nuovi parchi, nuovo verde urbano. L’assessore all’Urbanistic­a Pierfrance­sco Maran fa il punto. «Stiamo andando avanti col piano di piazze aperte. Via Pacini è in corso di realizzazi­one e a breve partiremo con piazzale Ferrara, al Corvetto. Anche in piazza d’Armi arriverann­o importanti novità, che andranno in direzione delle richieste dei cittadini e dei comitati. Proprio lì vicino intanto, al “Fossone”, è stata riportata dopo anni l’acqua con un laghetto di 8mila metri quadrati», racconta Maran.

Infine, due «sogni» metropolit­ani, uno destinato a rimanere tale, l’altro no. Anche «Milano 2020-Strategia di adattament­o» conferma che molti milanesi continuano a desiderare la riapertura dei Navigli, suggestion­e ormai abbandonat­a dal Comune per esigenze di cassa. Altri insistono invece nel chiedere il divieto assoluto di fumo alle fermate del tram. Almeno loro, col nuovo anno, saranno accontenta­ti: la delibera è già stata approvata dalla giunta e arriverà a breve in Consiglio.

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