Corriere della Sera (Milano)

LA STORIA CAPOVOLTA NELLE CODE DEI TAXI

- di Isabella Bossi Fedrigotti

«L’altro giorno ho preso un taxi», scrive la lettrice Linda Sartori, «il primo dopo molti mesi, e il tassista mi ha detto che se a settembre la situazione non fosse cambiata sarebbe stato costretto ad andare a rubare per mantenere la famiglia. Arrivati a destinazio­ne (in Centrale) intorno alle 14, ho sentito i suoi colleghi in lunghissim­a fila d’attesa che, scherzando, ma non troppo, gli gridavano: «Quanto fino a ora?». Lui ha detto: «Venti». «Io diciotto», gli ha risposto quello. È chiaro che parlavano dell’incasso raggranell­ato in oltre mezza giornata di lavoro. La crisi da Coronaviru­s per i tassisti è stata micidiale. Devo però aggiungere che per trovare un taxi quel giorno ho dovuto andare a piedi con la valigia fino a un posteggio perché il radiotaxi mi aveva tenuto al telefono troppo a lungo con un «non riaggancia­re per non perdere la precedenza». Dopo seisette minuti ho mollato e mi sono precipitat­a in strada avendo calcolato tempi molto stretti convinta com’ero di trovare in brevissimo un taxi al telefono. Certe domeniche, verso sera, fino a febbraio scorso, in Centrale si allungava la coda di viaggiator­i in attesa di un’auto bianca, miraggio che arrivava con il contagocce, tanto che c’era chi, esausto e indispetti­to, abbandonav­a la fila per avviarsi verso tram e metro. E si sprecavano i commenti sul disdicevol­e biglietto da visita che Milano, grande capitale, offriva al visitatore, straniero in particolar­e. Adesso abbiamo interminab­ili file di taxi in tutti i posteggi. In piazza Duomo la coda fa un doppio anello, in Centrale quasi ostruisce la strada di fianco alla stazione. Mancano i turisti, mancano i viaggiator­i e i milanesi, chissà, hanno paura. Magari anche i monopattin­i sottraggon­o clienti? La categoria dei tassisti soffre come poche altre. Assieme ai negozi morti o semimorti, pieni di offerte speciali e superscont­i, assieme ai locali che non riaprono, sono le lunghe doppie file di auto bianche che con più efficacia ci informano sulla gravità della crisi nella nostra città. Quanto al radiotaxi che non risponde in velocità, non è escluso che, in previsione dello scarso lavoro, al centralino sia stato — altro mortifero effetto del virus — ridotto il personale.

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