PREZZI, ETICHETTE E DISINFORMAZIONE GLI OSTACOLI AL CARRELLO SOSTENIBILE
La sostenibilità di ciò che mangiamo è un valore importante. Ma, spesso, al momento degli acquisti, la scelta non cade sul prodotto più sostenibile. Secondo un’indagine di Altroconsumo, gli ostacoli principali sono tre: prezzo più alto, etichette poco chiare e mancanza di informazioni su cosa significhi «sostenibilità». Il problema è complesso e i fattori in gioco sono numerosi. In estate è più sostenibile acquistare mele importate dall’Argentina oppure quelle, italiane, conservate dieci mesi in cella frigo? Le Linee guida per una sana alimentazione forniscono alcune indicazioni. Innanzitutto, non è necessario eliminare i prodotti di origine animale, che hanno un impatto ambientale superiore, ma è opportuno ridurli: sia per la salute che per l’ambiente, nel piatto devono prevalere i vegetali, quindi frutta e verdura, cereali e legumi.
Per ridurre gli sprechi, la spesa deve essere programmata in modo di non fare scorte inutili. Per lo stesso motivo va ricordato che l’indicazione «Da consumarsi preferibilmente entro» non significa che dopo quella data il prodotto debba essere eliminato perché rischioso per la salute, ma solo che le caratteristiche organolettiche, come colore e consistenza, dopo quella data non sono più garantite. Non è vero che i prodotti a chilometro zero siano sempre sostenibili — se sono coltivati in serra, per esempio, hanno un impatto ambientale elevato — ma in generale frutta e verdura di stagione, a filiera corta, costano meno, sono più sostenibili e di solito più buoni. Non è vero che il pesce sia un alimento sempre costoso e di grande impatto: scegliendo specie locali e di stagione (esiste anche una stagionalità del pesce) ne avranno vantaggio sia l’ambiente che il portafogli.
Le «scorte» Bisogna programmare gli acquisti per non sprecare i prodotti