«Una magia la musica che torna alla Scala»
Baritono dà forfait, sostituito in corsa
Dopo 133 giorni ieri sera ha riaperto il Teatro alla Scala. Presenti circa 600 persone, il sindaco, il governatore, biglietti solo elettronici. Ingressi aperti dalle 19 e divisi a gruppi. Il protocollo è rigidissimo e tutt’altro che glamour. Termoscanner, si entra distanziati e mascherati. Una volta controllato il biglietto si attraversa il foyer diviso da cordonature; non ci si può fermare. I bar sono chiusi e il guardaroba sbarrato.
Dopo 133 giorni ieri sera ha riaperto il Teatro alla Scala, tra colpi di scena, speranze e un omaggio a Morricone. Presenti circa 600 persone, congiunti (nei palchi) e no. Presenti il sindaco Sala, il governatore Fontana, l’assessore Gallera, diversi loggionisti, giornalisti e non solo abbonati. Biglietti solo elettronici e con orario della serata fissato alle 20,01. Ingressi aperti dalle 19 e divisi a gruppi: ingresso 1, ingresso 2... «La nostra priorità è di non creare assembramenti», ricordano dal teatro.
Il protocollo è rigidissimo e tutt’altro che glamour. Termoscanner a parte, si entra distanziati e mascherati. Una volta controllato il biglietto si attraversa il foyer diviso da cordonature. I bar sono chiusi e il guardaroba sbarrato. Le maschere, con protezioni sanitarie non griffate e caschetto, invitano a raggiungere il posto assegnato. Ci si saluta a distanza di almeno quattro poltroncine, si guarda chi c’è e chi non c’è.
Il sovrintendente Dominique Meyer, arrivato giusto giusto al tempo del Covid-19, sale per la prima volta sul «suo» palcoscenico per semiaprire il teatro. «È emozionante risentire questo rumore della sala. Mi ricordo il 23 febbraio quando dissi che restava chiuso il Don Carlo. Oggi è un bel giorno. Son sicuro che avete ascoltato tanta musica su internet ma stasera sentiremo gli strumenti, la voce e tutti insieme. L’opera è avere emozioni insieme».
Ha poi aggiunto alla stampa: «Abbiamo posto molta attenzione alla salute dei dipendenti e del pubblico, ma la cultura ha un ruolo fondamentale in questo Paese e noi ci siamo messi in marcia. È come una “prima” che la gente aspettava fuori con largo anticipo». Anche il sindaco sale sul palco e dice che quando nel mondo si pensa a Milano «subito si pensa alla Scala. Nei nostri 26 secoli di storia Milano è sempre ripartita dalla cultura. Io sono preoccupato di questo momento non facile ma, con un po’ di ottimismo, tra qualche anno Milano sarà ancora migliore. Tornerà meglio di prima».
L’apertura vera e propria della compagine scaligera avverrà il 3 settembre in Duomo, con il direttore musicale Riccardo Chailly che dirigerà il «Requiem» di Verdi in ricordo delle vittime del Coronavirus. Il 5 settembre, in teatro, l’orchestra eseguirà l’ «Inno alla Gioia» di Beethoven per ripartire. Ieri, intanto, si è riaperto subito con un colpo di scena. Forfait del protagonista Luca Salsi, gloria baritonale del Belpaese, con improvviso calo di voce. Ieri pomeriggio ha provato ma niente da fare. Al suo posto chiamato d’urgenza Simone Piazzola (ancora in arrivo verso le 20, a inizio spettacolo). «Ma questo è il teatro», ha detto Meyer. Così ha iniziato la pianista Beatrice Rana con la Valse di Ravel. Quindi Bach al violoncello con Mischa Maisky e Brahms per piano e violoncello. Il baritono Piazzola, applaudito, ha invece cantato arie dal «Don Carlo» e «Rigoletto» di Verdi e dall’«Andrea Chenier» di Giordano. Bis con «Di Provenza» da «La Traviata» e poi «Love Theme» da «Nuovo Cinema Paradiso», omaggio per violoncello e pianoforte a Ennio Morricone molto apprezzato. Alla capienza ridotta del Teatro si è aggiunta la platea virtuale dello streaming, poiché il concerto è stato trasmesso in diretta streaming su www.corriere.it (e sui canali Facebook e Youtube del Teatro). Le riprese sono state realizzate dallo Iulm che da oltre 10 anni collabora con la Scala. Anche la trasmissione dei prossimi tre concerti sarà su www.corriere.it. Nuovo appuntamento domani, sempre alle ore 20, con il soprano Federica Lombardi, il tenore Francesco Meli e al piano Giulio Zappa e Joonas Ahonen, con Patricia Kopatchinskaja, violino. Francesco Meli interpreterà, tra l’altro, arie da «Un ballo in maschera» e da «Luisa Miller». Il violino Patricia Kopatchinskaja, tra le musiciste più originali e interessanti dei nostri anni, eseguirà la «Sonata a Kreutzer» di Beethoven.