«Diverso, però è il mio teatro»
Una Prima diversa, ma comunque una Prima, anche se più sudata e distanziata del solito. Un colpo di gel alle mani, misurazione della febbre al termoscanner. «È sempre la nostra Scala, anche se diversa. Ieri contava esserci».
La ripresa È stato come vivere un secondo 7 dicembre Chi ama la Scala non poteva mancare Sul palco artisti di rilievo ma contava l’amore per il luogo
Lockdown Tra noi loggionisti serate in chat a parlare di opera Facevamo il toto-data cercando di scoprire anche le strategie degli altri teatri
«Èstato un secondo 7 dicembre», dice Flavio Ardemani, 50 anni, vissuti quasi tutti all’interno del teatro con l’orgoglio di loggionista doc. Come si vivono 134 serate senza Scala per uno che fino al lockdown ne era dipendente?
«Un grande vuoto. Con gli altri loggionisti siamo rimasti in contatto con chat su WhatsApp. Lunghe serate a parlare di opera. Con il dilagare della pandemia era una scelta inevitabile».
Vi aspettavate questi tempi per la riapertura?
«Tra di noi facevamo il toto-data. Pronostici che ogni giorno cambiavano in funzione dei bollettini sanitari, cercando anche di capire le strategie degli altri teatri. Eravamo tutti d’accordo sul fatto che riaprire un teatro del genere per 200 persone non avrebbe avuto alcun senso».
Che cornice è stata ieri sera?
«Fa effetto entrare in un luogo da pienoni e abituare l’occhio al distanziamento e alle capienze ridotte. Soprattutto dall’alto le sedie vuote colpiscono. Un pugno allo stomaco, ma è stato importante ricominciare». Che pubblico era?
«È stato un test importante. Chi ama davvero la Scala non poteva mancare. È stata una conta per capire il sentimento del pubblico. Ieri sul palco c’erano alcune stelle assolute, ma soprattutto in questa fase si va per dimostrare attaccamento a questo luogo al di là del programma».
La musica ne risentirà? «Ci vorrà un po’ di tempo per capire se e quanto il velluto libero assorbe l’impatto acustico».
In questo clima di Scala ritrovata ci dovremo aspettare loggionisti più buoni?
«Ora sono grandi applausi per tutti. Ma presto ripartiranno le fucilate».