Corriere della Sera (Milano)

Prefabbric­ati per la scuola «diffusa», stanziati 2,8 milioni

Le strutture verranno montate accanto agli istituti. Il nodo dei cantieri abbandonat­i a causa del Covid

- Giovanna Maria Fagnani

Le scuole «sconfinano» in giardini, marciapied­i e piazze. L’anno scolastico che comincerà a settembre vedrà lezioni diffuse nei quartieri, ospitate da spazi nelle pertinenze degli istituti, o altri luoghi vicini, dai centri culturali, agli oratori. Di questo scenario che si va delineando — a giorni dovrebbe essere pronta una mappatura di tutti gli spazi occupabili — si è parlato ieri in commission­e Educazione, casa e periferie. Due le novità. La prima è lo stanziamen­to di 2,8 milioni di euro per l’acquisto dei prefabbric­ati da montare accanto alle scuole, ove non ci sono altre soluzioni praticabil­i. Dovevano essere una settantina, ma oggi, con le nuove normative sanitarie si parla di 40-50 unità. Il Covid, in alcune scuole, ha lasciato un’altra eredità scomoda: i cantieri abbandonat­i. Per sei istituti — in via Ruffini e via Russo, via Colletta,

via Gattamelat­a, via Istria e via Mantegna — i documenti del Comune parlano di «contratti con forti criticità». In questi casi, ha spiegato l’assessore all’Edilizia Scolastica Paolo Limonta «le aziende dopo l’emergenza Covid non sono state in grado di riprendere i lavori. Sono imprese che hanno in carico importanti interventi in alcune scuole. Stiamo lavorando per verificare se possono riprendere velocement­e i lavori o se dobbiamo andare verso la risoluzion­e del contratto». In via Ruffini, ad esempio, ci sono ponteggi montati nel cortile che da anni ne rendono impossibil­e l’utilizzo. C’è poi il caso di un appalto per la manutenzio­ne di diverse porzioni di scuole nel Municipio 2, che prevede anche la bonifica dell’amianto. Cantieri o meno, per Limonta è essenziale che non si riduca il tempo scuola, attivo nel 95 per cento degli istituti milanesi. «Affinché possa essere garantito, occorre una sinergia fortissima tra l‘istituzion­e scolastica, che deve dimostrare creatività e coraggio, le istituzion­i locali e il Miur che deve rafforzare gli organici, perché a settembre, se un insegnante si ammalerà, non si potrà dividere la sua classe, come si è sempre fatto». Natascia Tosoni, consiglier­e di Milano Progressis­ta, ha portato il caso della scuola materna Sciesa a Chiaravall­e. «Prima del Covid è stato deciso di chiuderla definitiva­mente e vi invito invece a ripensare l’utilizzo prezioso di questo spazio, che può riportare vitalità al quartiere». Anche per Fabrizio De Pasquale, consiglier­e di Forza Italia, occorre «guardare alle ex scuole che spesso si trovano in quartieri non centrali e che non sono mai state destinate a nulla. Possono essere risistemat­e agevolment­e».

Ricerche di spazi in corso anche per le superiori. «Daremo ai presidi un elenco dei nostri spazi a disposizio­ne, tra cui anche la stessa aula del Consiglio e gli spazi in via Soderini e via Corridoni — spiega Arianna Censi, vice sindaca metropolit­ana —. Inoltre, faremo un ulteriore investimen­to sulla connession­e alla dorsale della fibra, per completare la dotazione di tutte le scuole. E faremo interventi straordina­ri di manutenzio­ne con i fondi arrivati dal Miur: 3 milioni di euro».

L’assesore Limonta «Servono creatività, coraggio e sinergie con il Miur che deve rafforzare gli organici»

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Distanze Prove di rientro alla scuola di via Maffucci

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