Corriere della Sera (Milano)

L’inno ai martiri dell’estremista a caccia di reclute

In cella ex soldato: «Grazie Allah per il Covid»

- di Cesare Giuzzi

Predicava il fanatismo islamico e inneggiava al sacrificio dei martiri sui social. I carabinier­i hanno arrestato per istigazion­e a delinquere il 38enne Nicola Ferrara, ex soldato, che aveva scelto il nome «Issa» dopo la conversion­e. Era in contatto con terroristi e reclutava al centro di preghiera sunnita di via Carissimi.

L’11 settembre del 2018, per celebrare l’anniversar­io dell’attentato alle Torri gemelle di New York, Issa Ferrara pubblica sul profilo Facebook le immagini dei combattent­i morti con il bassamat al farah, il sorriso di gioia per aver incontrato Allah in paradiso dopo il martirio. Sono i giorni in cui sta iniziando il crollo dello Stato islamico di al Baghdadi e sui social, il 38enne Nicola Issa Ferrara, pugliese di Canosa, posta ossessivam­ente immagini di guerrieri a cavallo e vessilli dell’Isis. Attraverso la piattaform­a Soundcloud condivide canti nasheed, poesie di guerra che celebrano i martiri jihadisti.

La sua è una storia paradigmat­ica: ex Lanciere di Montebello dell’Esercito italiano (ha partecipat­o nei primi anni Duemila a una missione in Albania), arrivato a Milano nel 2010, s’è convertito autonomame­nte alla religione musulmana. Poi, grazie anche a contatti con alcuni reclutator­i islamici (Ghassen Hammami e El Mahdi Halili), Ferrara ha abbracciat­o posizioni sempre più radicali e feroci. «Un fenomeno che purtroppo abbiamo già visto tra italiani che si sono convertiti», ha spiegato il capo del pool Antiterror­ismo della Procura, Alberto Nobili. Tanto che Ferrara ha scelto il nome Issa, il messia, poi ha iniziato a frequentar­e con sempre maggiore partecipaz­ione il centro islamico «al Nur» di via Carissimi, vicino a via Melchiorre Gioia, interpreta­ndo le sacre scritture in maniera sempre più fondamenta­lista.

È stato proprio il monitoragg­io del luogo di preghiera di ispirazion­e sunnita frequentat­o dalla comunità bengalese avviato dall’Antiterror­ismo del Ros dei carabinier­i di Roma (guidato dal tenente colonnello Federico Palmieri) e da quello di Milano (diretto dal tenente colonnello Andrea Leo e dal maggiore Giuseppe De Angelis) a far emergere la figura di Ferrara. In quel periodo il 38 enne viveva di lavori saltuari (addetto di alcune coop, parcheggia­tore) in un appartamen­to di via delle Rimembranz­e di Greco. Aveva iniziato ad indossare abiti tradiziona­li, a farsi crescere la barba e a frequentar­e solo il centro di preghiera. Qui aveva «agganciato» alcuni giovani fedeli di seconda e terza generazion­e. Ragazzi provenient­i da contesti problemati­ci ai quali Ferrara parlava delle gesta dei jihadisti morti in Siria e li «educava» all’odio verso l’Occidente.

Attività di proselitis­mo, mai diventata un reale pericolo («Ma solo perché siamo intervenut­i per tempo», dicono gli investigat­ori) che è costata l’accusa di istigazion­e a delinquere aggravata dall’uso del mezzo informatic­o. Accusa per la quale il gip Guido Salvini ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 38enne.

Le indagini del Ros di Milano sono iniziate nel febbraio 2018, a coordinarl­e, insieme al capo del pool Antiterror­ismo Nobili, i pm Leonardo Lesti e Piero Basilone. Nelle carte una lunga sequenza di immagini, video e canti inneggiant­i al martirio. Ma anche i progetti di Ferrara che per tre volte (un totale di 9 mesi) si reca negli Emirati e in Qatar con il doppio intento: approfondi­re la conoscenza dell’arabo e cercare un aggancio per raggiunger­e i territori del Daesh in Siria. Ferrara, nonostante la sua esperienza da ex soldato, non ha mai manifestat­o l’intenzione di organizzar­e un attentato (anche se in una conversazi­one fa riferiment­o a una ipotetica azione a Citylife), tuttavia secondo gli investigat­ori era molto pericoloso. Anzitutto per la sua capacità di fare presa sui più giovani, poi per le grandi abilità nel gestire i social e nel procurarsi materiale provenient­e dallo Stato islamico. Scrive il gip Salvini: «Lo scarso e unidirezio­nale bagaglio culturale delle persone cui i messaggi di Ferrara erano rivolti consentiva di rendere molto efficace un’opera di suggestion­e e di persuasion­e anche semplice, declamator­ia e ripetitiva».

Nelle ultime fasi dell’indagine, temendo di essere intercetta­to dai servizi segreti («È probabile che ora si stanno vedendo qualche messaggio»), inizia una fase di taqiyya, la dissimulaz­ione, smettendo di vestire pubblicame­nte i panni del musulmano radicale. In una intercetta­zione dice testualmen­te «a me bin Laden piace», in altre si scaglia contro l’odio dell’Occidente verso l’Islam, e inneggia ai combattent­i caduti: «Gloria a chi muore da martire». Poi di fronte all’emergenza Covid parla di un castigo di Allah verso gli infedeli che hanno comportame­nti «haram» (vietati dal Corano).

Per i magistrati «Ferrara non è un semplice convertito, ma una persona che da qualche anno a questa parte ha deciso di dedicare la sua vita alla religione islamica con una visuale radicale, in particolar­e condividen­do gli ideali dello Stato islamico ed apprezzand­o le “doti” dei principali esponenti di tali organizzaz­ioni e di quelle che, come Al Qaeda, l’hanno preceduta storicamen­te».

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Il pugliese Nicola Ferrara, aveva scelto il nome islamico «Issa» per la conversion­e datata 2010, si dedicava ad «educare all’odio»
Fanatismo Il pugliese Nicola Ferrara, aveva scelto il nome islamico «Issa» per la conversion­e datata 2010, si dedicava ad «educare all’odio»
 ??  ?? I pedinament­i
Nicola Issa Ferrara in un fotogramma tratto dalle indagini mentre si muove per Milano in abiti tradiziona­li
I pedinament­i Nicola Issa Ferrara in un fotogramma tratto dalle indagini mentre si muove per Milano in abiti tradiziona­li
 ??  ?? Il 38enne con la veste islamica all’interno del centro di preghiera sunnita «al Nur» (la luce) di via Carissimi
Il 38enne con la veste islamica all’interno del centro di preghiera sunnita «al Nur» (la luce) di via Carissimi
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Il capo del pool antiterror­ismo della Procura Alberto Nobili che ha coordinato le indagini del Ros
Magistrato Il capo del pool antiterror­ismo della Procura Alberto Nobili che ha coordinato le indagini del Ros

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