Corriere della Sera (Milano)

Baiamonti, giù l’anfiteatro Nuovo scontro

Ancora tensione tra residenti e Palazzo Marino: logica del bulldozer. Al suo posto nel 2022 la Piramide-bis

- di Andrea Senesi

In vista dei lavori, un blitz per rimuovere l’anfiteatro artigianal­e, con annesso palco per gli spettacoli degli artisti di strada, e poi le recinzioni e i lucchetti: spazio chiuso. Ancora Baiamonti. Un piazzale che divide da anni i residenti della zona. La protesta del comitato.

Un blitz per rimuovere l’anfitetrat­ro, con annesso palco per gli spettacoli degli artisti di strada, e poi le recinzioni e i lucchetti: spazio chiuso. L’area va riconsegna­ta al Comune, perché lì dovrà nascere la «piramide-bis», la gemella minore di quella occupata ora dalla Fondazione Feltrinell­i.

Ancora Baiamonti. Un piazzale che divide da anni i residenti e la sinistra cittadina. In attesa della mini-piramide, firmata da Herzog&de Meuron, su quel fazzoletto di città da ieri si va consumando una nuova lite. «Perché avete usato la logica dei bulldozer e avete distrutto tutto quello che avevamo creato nei giardini?», l’accusa firmata dal comitato Baiamonti Verde comune. «Perché avete distrutto la scena e l’anfiteatro costruiti dagli artisti di strada? Perché avete tagliato tutto, comprese tante piante e aiuole che stavamo curando da un anno? Perché avete nuovamente recintato e “lucchettat­o” tutta l’area? Che cosa abbiamo fatto di male?».

La ricostruzi­one di Palazzo Marino è però radicalmen­te diversa. L’area di piazzale

Baiamonti, che fino al 2017 ha ospitato un distributo­re di benzina, è attualment­e in custodia alla società Tamoil che nei prossimi giorni la riconsegne­rà al Comune. Il privato ha completato la bonifica dei suoli dopo lo smantellam­ento del distributo­re di benzina. L’area in futuro ospiterà la seconda piramide che sarà sede del Museo Nazionale della Resistenza: tale edificio occuperà un terzo della superficie, mentre nella restante parte troverà spazio un nuovo giardino. L’obiettivo dell’amministra­zione è avviare i lavori nel 2022. E il blitz per abbattere l’anfiteatro e le attività messe in piedi dai residenti? «La procedura prevede che un’area pubblica dismessa da un utilizzo privato deve essere riconsegna­ta libera all’amministra­zione. Come il Comune ha avuto modo di apprendere questa mattina, Tamoil nei giorni scorsi è intervenut­a quindi per rimuovere gli elementi di occupazion­e». «Noi rimaniamo, non ci facciamo intimidire dalla forza e dall’uso indiscrimi­nato del potere, e siamo sempre disponibil­i a un confronto serio su quello che stiamo portando avanti ormai da tre anni», insistono però gli anti-«piramide». Una protesta peraltro sostenuta da tanti altri movimenti cittadini, dai Fridays For Future Milano al Coordiname­nto San Siro, fino al comitato per la difesa degli alberi del campus Bassini. Anche i Verdi milanesi si schierano senza riserve e puntano il dito contro il Comune: «Siamo stupiti e delusi. Qual è l’idea di cambiament­o, di tutela ambientale, di attenzione ai beni comuni della nostra città?», attacca Elena Grandi, coportavoc­e nazionale: «Il sindaco Sala non ha forse assunto la dichiarazi­one di emergenza climatica e ambientale? Non ha forse assunto le deleghe all’ambiente? Non è a capo delle città C40? Vediamo della contraddiz­ione tra dichiarazi­oni e atti. Se manca la volontà di rivedere i piani urbanistic­i, di smettere di consumare e di sprecare suolo, di valorizzar­e gli spazi aperti e le aree non costruite, di tutelare la salute dei cittadini, il clima, la qualità della vita. Se manca tutto questo è inutile continuare a parlare di ambiente. Siamo stanchi di greenwashi­ng». Ma per Palazzo Marino il dialogo col comitato ambientali­sta di Baiamonti è da considerar­si tutt’altro che interrotto: «Non è obiettivo del Comune lasciare l’area recintata e inagibile fino all’inizio dei lavori per la realizzazi­one del Museo Nazionale della Resistenza. Una volta quindi che l’area sarà tornata in carico all’amministra­zione, si valuterà la possibilit­à di attivare patti di collaboraz­ione o altre modalità contrattua­li per consentirn­e la fruizione pubblica fino all’avvio dei cantieri, nel rispetto e nella tutela degli spazi in cui durante gli scavi di bonifica sono emersi i resti delle mura spagnole».

Il Comune

«L’area andava lasciata libera ma ci saranno altre forme di fruizione per il pubblico»

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Ripreso dall’alto, piazzale Baiamonti come è adesso dopo lo sgombero e la chiusura delle aree «comuni»
Il piazzale oggi Ripreso dall’alto, piazzale Baiamonti come è adesso dopo lo sgombero e la chiusura delle aree «comuni»
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Dall’alto, gli orti e gli spazi verdi organizzat­i dai residenti e uno degli «show di strada» tenuti nell’anfiteatro all’aperto
Come era Dall’alto, gli orti e gli spazi verdi organizzat­i dai residenti e uno degli «show di strada» tenuti nell’anfiteatro all’aperto
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