Bike-sharing per i dipendenti Da Pirelli a Oracle
Sperimentazione in Pirelli e Oracle. Costi di utilizzo a carico dei lavoratori
Aziende e consulenti impegnati a diffondere il modello di bike-sharing gestito direttamente dalle imprese. In Pirelli, Oracle e nel Polo ospedaliero Fatebenefratelli-Sacco, i test e le sperimentazioni con i dipendenti. La società Bikenomist: «Mercato in forte sviluppo».
Una nuova prospettiva di diffusione per le biciclette elettriche a Milano. Dopo lo sharing pubblico e l’uso del monopattino in crescita esponenziale, aziende come Pirelli e Oracle stanno sperimentando le flotte di e-bike dedicate ai dipendenti. La versione business dello sharing per comunità aziendali, nel caso di Pirelli (battezzata «Cycl-e around») ha avuto la sua prima fase sperimentale mettendo a disposizione — durante l’emergenza Coronavirus — alcune decine di mezzi agli ospedali Sacco, Buzzi e Fatebenefratelli per medici e infermieri. «Una prova che ha funzionato molto bene — dice Francesco Bruno, responsabile della micromobilità in Pirelli — tanto che il polo ospedaliero ci ha chiesto una proposta per proseguire il servizio». La multinazionale degli pneumatici ha messo a punto una piattaforma digitale che gestisce e personalizza mezzi, spazi e servizi come modello di business proposto ad altre aziende. In casa propria, Pirelli sta raccogliendo i dati sulla prima fase di test sugli impiegati in Bicocca. Una proposta che nei prossimi mesi toccherà anche la micro-mobilità declinata con i monopattini, sempre nella doppia modalità corporate e di vendita. Una tendenza di cui fanno parte anche società di consulenza e di gestione flotta con funzioni molto simili a quelle per le flotte di automobili. In questa fase di debutto del «bike to business» la software house Oracle ha invece avviato (in collaborazione con il produttore di alta gamma Trek) il bike sharing interno a Cinisello Balsamo. Un modello che in queste «avanguardie» del bike corporate ha fra i principali fautori la società milanese Bikenomist diretta da Paolo Pinzuti: «Crediamo che questo sia uno dei principali assi di sviluppo della mobilità leggera, soprattutto quando avremo un maggior numero di aziende coinvolte e chiaramente città con un elevato numero di ciclabili».
Nel concreto, Bikenomist ha stilato contratti tipo che comprendono assicurazione, batteria sostitutiva, riparazioni e rinnovo flotta a carico dell’azienda e con costi di utilizzo a carico del lavoratore «ma che si ridurranno sempre di più», garantisce la società specializzata. Da parte sua, Fiab-Ciclohobby ha definito i parametri ideali delle aziende che gestiscono una flotta propria o a noleggio: dagli spazi coperti all’istituzione del mobility manager, figura prevista dal Decreto Rilancio ma a cui manca applicazione legislativa. E i costi? «In genere —prosegue Bruno — si parte con un 5-10% di mezzi rispetto al totale dei dipendenti con un costo del tragitto casa-lavoro intorno ai 2 euro a tratta ma noleggiando la bici per una settimana o periodi più lunghi i costi scendono sensibilmente; cosa che accadrà anche per l’aumento degli utenti». L’ex manager bresciano di un’ azienda energetica, Paolo Paoletti, ha fondato Imoving per offrire soluzioni di flotte a due ruote: «Ho visto esperienze simili in Olanda, Danimarca e Germania. Per l’Italia (e Milano in primis) è un mercato valutato con interesse dai settori della moda e dell’alimentare». Nuove soluzioni sostenibili che oltre a un ritorno d’immagine prevedono idee inedite come gli eventi aziendali (ideati da Imoving) non al ristorante ma in sella a una bicicletta.