LE PROMESSE DA MANTENERE PER IL QUARTIERE ADRIANO
Caro Schiavi, mi rivolgo a lei per l’ annoso problema del quartiere Adriano Marelli. Martedì è stata demolita la torre piezometrica pericolante in quanto (non si sa quando) dovrebbero iniziare i lavori per la realizzazione della piscina comunale promessaci e mai realizzata alla consegna degli alloggi nel 2010. Preciso che le vasche saranno profonde 130 cm, dopo una trattativa durata 10 anni… Parliamo di periferie abbandonate: cosa ne faremo di queste vasche per bambini, saranno sventolate il prossimo anno durante la campagna elettorale come obiettivo raggiunto? Milano meriterebbe di più, la realizzazione di servizi decentrati, la famosa scuola media attesa da 25 anni, il prolungamento del tram 7 soprannominato «Desiderio», potevano essere il trampolino di svolta per un area che per varie vicissitudini è sempre stata bloccata. E il Covid sta contribuendo a peggiorare la situazione. Saremo sempre diversi da Citylife o Garibaldi, nonostante le stesse tasse che paghiamo.
Caro Gliozzi, via Adriano è uno dei nervi scoperti di Milano che continuano a far male nei quartieri che non vogliono più essere chiamati periferia. Ed è anche la prova delle due città che convivono da anni, una in crescita, l’altra in sofferenza. Il Covid ha interrotto il modello usurato della Milano verticale, rilanciando l’idea dei borghi (Boeri) e dello spirito di comunità (Bonomi) ma in attesa di una visione meno disomogenea restano i vecchi conti in sospeso. Ed eccoci così al «Promessometro», inesorabile clessidra che i residenti hanno adottato per calcolare la distanza tra annunci e fatti. È ancora tanta, purtroppo. E se il Comune può giustificare i ritardi con l’inerzia e gli errori delle precedenti giunte, sulla piscinetta e la scuola media ha pochi alibi. Senza servizi o con la scarsa qualità di questi, non c’è Rinascimento per un quartiere, anzi: si pregiudica anche il buon lavoro svolto. Milano è fatta da isole spesso non comunicanti, da zone off limits dove è facile perdersi e i rammendi, come li ha chiamati Renzo Piano, sono complessi: richiedono fondi, volontà politica, una paziente determinazione. Ma via Adriano è un’altra cosa, certi risultati ci sono.
Assessori Maran e Rabaiotti, serve un altro sforzo, per tutti quei residenti che da vent’anni si battono per un quartiere nuovo e più vivibile. Poi si potrà fermare il «promessometro».