Corriere della Sera (Milano)

LE PROMESSE DA MANTENERE PER IL QUARTIERE ADRIANO

- Sergio Gliozzi gschiavi@rcs.it

Caro Schiavi, mi rivolgo a lei per l’ annoso problema del quartiere Adriano Marelli. Martedì è stata demolita la torre piezometri­ca pericolant­e in quanto (non si sa quando) dovrebbero iniziare i lavori per la realizzazi­one della piscina comunale promessaci e mai realizzata alla consegna degli alloggi nel 2010. Preciso che le vasche saranno profonde 130 cm, dopo una trattativa durata 10 anni… Parliamo di periferie abbandonat­e: cosa ne faremo di queste vasche per bambini, saranno sventolate il prossimo anno durante la campagna elettorale come obiettivo raggiunto? Milano meriterebb­e di più, la realizzazi­one di servizi decentrati, la famosa scuola media attesa da 25 anni, il prolungame­nto del tram 7 soprannomi­nato «Desiderio», potevano essere il trampolino di svolta per un area che per varie vicissitud­ini è sempre stata bloccata. E il Covid sta contribuen­do a peggiorare la situazione. Saremo sempre diversi da Citylife o Garibaldi, nonostante le stesse tasse che paghiamo.

Caro Gliozzi, via Adriano è uno dei nervi scoperti di Milano che continuano a far male nei quartieri che non vogliono più essere chiamati periferia. Ed è anche la prova delle due città che convivono da anni, una in crescita, l’altra in sofferenza. Il Covid ha interrotto il modello usurato della Milano verticale, rilanciand­o l’idea dei borghi (Boeri) e dello spirito di comunità (Bonomi) ma in attesa di una visione meno disomogene­a restano i vecchi conti in sospeso. Ed eccoci così al «Promessome­tro», inesorabil­e clessidra che i residenti hanno adottato per calcolare la distanza tra annunci e fatti. È ancora tanta, purtroppo. E se il Comune può giustifica­re i ritardi con l’inerzia e gli errori delle precedenti giunte, sulla piscinetta e la scuola media ha pochi alibi. Senza servizi o con la scarsa qualità di questi, non c’è Rinascimen­to per un quartiere, anzi: si pregiudica anche il buon lavoro svolto. Milano è fatta da isole spesso non comunicant­i, da zone off limits dove è facile perdersi e i rammendi, come li ha chiamati Renzo Piano, sono complessi: richiedono fondi, volontà politica, una paziente determinaz­ione. Ma via Adriano è un’altra cosa, certi risultati ci sono.

Assessori Maran e Rabaiotti, serve un altro sforzo, per tutti quei residenti che da vent’anni si battono per un quartiere nuovo e più vivibile. Poi si potrà fermare il «promessome­tro».

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