Corriere della Sera (Milano)

Vaccini, partono gli sms di scuse Via alla profilassi nelle università

La Rottapharm dà il via alla sperimenta­zione con un volontario 21enne. «Poi una produzione italiana»

- di Sara Bettoni e Andrea Camurani

«Siamo consapevol­i dei ritardi e ci scusiamo. La tua salute è la nostra priorità»: la Regione invia sms con le scuse agli over 80 in attesa del vaccino. Intanto tra i residenti di Viggiù, paesino zona rossa nel Varesotto, partono le iniezioni a tappeto. Pronta anche la campagna nelle università. A Monza scatta la fase 1 della sperimenta­zione del vaccino e-Vax .

Ha 21 anni il primo volontario che inaugurerà domani la Fase 1 del vaccino e-Vax messo a punto dalla società monzese Rottapharm biotech con la startup romana Takis. L’appuntamen­to è al Centro di Ricerca di Fase 1 dell’ospedale San Gerardo diretto dalla professore­ssa Marina Cazzaniga. «Ad agosto abbiamo lanciato un appello per trovare volontari per la Fase 1 e 2 — spiega Cazzaniga — hanno risposto in più di 1.300. Il ragazzo selezionat­o come “soggetto sentinella” ci ha colpito per la forte motivazion­e che ha dimostrato per sostenere la ricerca». Durante la Fase 1 saranno testate 4 dosi diverse di vaccino: «Si parte con 0,5mg — prosegue Cazzaniga — attenderem­o due giorni per valutare eventuali effetti collateral­i e quindi si procederà con altri due volontari, anch’essi osservati per due giorni, per concludere con gli ultimi 3 volontari. Dopo i 6 soggetti sentinella potranno essere vaccinati gli altri 14 volontari della prima coorte e partirà la sperimenta­zione anche negli altri due centri ricerca coinvolti: lo Spallanzan­i di Roma e l’Irccs Pascale di Napoli».

Con la stessa procedura si testeranno altre tre diverse dosi, coinvolgen­do 80 volontari e chiudendo la Fase 1 il 21 maggio con la dose più alta, da 200mg che non richiede nessun richiamo. A maggio partirà la Fase 2 con l’arruolamen­to di 200 volontari per arrivare in autunno alla produzione. «È un momento delicato e di grande emozione — spiega Lucio Rovati, presidente e direttore scientific­o di Rottapharm Biotech — finalmente dopo mesi di lavoro si arriva alla fase clinica di un vaccino che in laboratori­o ha dato risultati molto promettent­i». Rispetto ai vaccini già sul mercato quello monzese utilizza una piattaform­a a Dna e viene somministr­ato con un elettropor­atore che fornisce una mini scossa elettrica e permette al frammento di

Dna di penetrare nelle cellule.

Un vaccino a Dna ha diversi vantaggi: può essere modificato rapidament­e secondo le varianti (si sta già studiando su quelle sudafrican­a e brasiliana), mantiene la stabilità a temperatur­a ambiente e può essere somministr­ato più volte. «In caso di successo degli studi clinici — conclude Rovati — anche la produzione sarà italiana. Stiamo lavorando con due aziende che potrebbero modificare in sei mesi le loro linee. Però per produrre ci vuole il sostegno economico del governo e dell’Ue che finora non c’è stato».

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L’organizzaz­ione La Regione ha modificato l’agenda della campagna vaccinale sulla base delle nuove priorità imposte dalla pandemia di coronaviru­s

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