LA MADRE ARROGANTE E L’IMPEGNO CHE MANCA
Scrive la lettrice Barbara Bruni, ancora esterrefatta per cosa le è capitato: «In una strada del centro mi viene incontro una giovane signora particolarmente elegante con per mano una bambina di 6-7 anni, entrambe prive di mascherina. Quando le incrocio mi permetto di chiedere alla mamma di coprirsi naso e bocca per lo meno al momento in cui qualcuno le si fa incontro. Con tono bamboleggiante e sfottente, risponde: “Non vede che sto parlando con la bimba?”. Ed io: “Si può parlare benissimo anche con la mascherina”. Alla risposta divagante ho cercato di spiegarle il pericolo che correva e faceva correre ad altri, quando la bimba si è messa a farmi il verso — ba, ba, ba, ba, ba — senza che la mamma le dicesse nulla: anzi, le ha sorriso. Mi sono complimentata per l’educazione della figlia e me ne sono andata, certissima di avere soltanto perduto tempo e cessando di meravigliarmi per l’aumento dei contagi». Del malcostume dei tanti, troppi smascherati milanesi si è già detto e ripetuto. A quei numerosi verrebbe voglia di chiedere se non hanno un familiare che lavora(va) in un negozio, in una palestra, in un bar, in un ristorante: non si rendono conto di contribuire a nuovi lockdown che finiranno per mandare in malora forse un loro padre, forse un fratello, uno zio, un amico? Quanto alla maleducazione della bambina che ha fatto il verso alla lettrice, si può soltanto constatare che promette bene visto che ha avuto l’approvazione sorridente di sua madre. Ma la questione della noneducazione dei giovani è serissima e l’assenza di scuola non può che diffonderla ancora di più. Qualche giorno fa ne ha scritto in queste pagine don Antonio Mazzi che da anni si occupa del recupero di ragazzi difficili. Ci vorrebbe, sostiene, invece di un ministero dell’Istruzione, un ministero dell’Educazione che non si occupi solo di scuola ma anche di formazione. Chiede un ministero, don Antonio, perché ha esperienza del fatto che molti genitori, per stanchezza o debolezza, hanno smesso di educare i figli. I quali ne avrebbero il sacrosanto diritto: per una vita migliore anche se non necessariamente più facile.