Corriere della Sera (Milano)

Dal Gallarates­e al centro di Roma i progetti di Carlo Aymonino nella mostra «Fedeltà al tradimento»

Una mostra sulla vita e le opere dell’architetto romano Tra i suoi progetti gli interventi al Gallarates­e e nel centro della Capitale

- di Silvia Icardi

Non è la prima volta che Triennale si propone, grazie a una importante esposizion­e monografic­a, di restituire centralità ad una figura complessa della cultura italiana a tratti sottovalut­ata. Visitando «Carlo Aymonino. Fedeltà al tradimento» si ripercorre tutto l’iter profession­ale del progettist­a da cui emerge — attraverso materiali d’archivio, lavori, dipinti, testi, fotografie e interviste — non solo il ritratto dell’architetto ma anche quello dell’uomo.

La mostra nasce da un’idea delle figlie Livia e Silvia che, grazie a un amico fotografo, hanno raccolto gli scatti di una vita e di una famiglia allargata (Carlo ha avuto tre mogli e quattro figli) in un libro di 200 pagine. Con quello tra le mani, Livia e Silvia Aymonino si sono presentate a Milano proponendo a Stefano Boeri di dar voce a questo potente racconto. Il presidente di Triennale non si è tirato indietro. La mostra, a cura di Manuel Orazi e con l’allestimen­to della scenografa Federica Parolini, indaga l’opera di Carlo Aymonino (Roma 1926 – Roma 2010): dall’impegno nella ricostruzi­one del Dopoguerra al lavoro sulle periferie, dall’insegnamen­to universita­rio allo IUAV di Venezia all’esperienza come assessore per gli Interventi al centro storico di Roma, dall’amore giovanile per la pittura al costante esercizio del disegno. «Non è una normale esposizion­e di architettu­ra — dichiara Lorenza Baroncelli, direttore artistico di Triennale Milano — perché il talento e la fantasia di Aymonino non possono certamente essere imbrigliat­e in queste categorie. Con la mostra partiamo invece dalla libertà dell’uomo e dell’architetto. Una sfida, irriverent­e». La posizione di Carlo Aymonino all’interno dei contesti in cui si è trovato a operare è sempre stata paradossal­mente decentrata: pittore ma studente di architettu­ra; modernista ma portatore di valori premoderni; romano ma collaborat­ore di riviste milanesi come «Casabella»; progettist­a di periferie ma impegnato politicame­nte nelle battaglie sui centri storici.

È questa appunto la «fedeltà al tradimento» alla quale fa riferiment­o il titolo della mostra, la paradossal­e capacità di confrontar­si con tutti i principali ambiti culturali e politici del secondo Novecento senza mai rimanere ingabbiato in un’unica categoria, ma piuttosto evolvendo costanteme­nte per piccoli strappi, interpreta­bili appunto come tradimenti.

Visitando la mostra, l’impegno politico, la vita familiare, l’amore per la pittura si intreccian­o in modo indissolub­ile con il lavoro di architetto di Aymonino — tra i suoi interventi più celebri i quartieri Gallarates­e a Milano e Spine Bianche a Matera — ma anche di saggista e docente universita­rio. I documenti più intimi e biografici sono gli album rossi che per molti anni ha disegnato e riempito di aneddoti insieme con la sua famiglia. Triennale organizza cinque date (21 maggio, 4 e 18 giugno, 16 e 23 luglio) per altrettant­i tour guidati alla scoperta del Monte Amiata al quartiere Gallarates­e.

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Sotto, il Colosso a Roma (foto Rosselli). Moderno e antico Il complesso abitativo Monte Amiata al quartiere Gallarates­e a Milano
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