In piazza il no alla legge Zan Ma è tensione con i contestatori
Alla manifestazione anti gender anche Salvini: non voglio essere discriminato
Piazza del Duomo tinta di rosso, il colore dei cartelli esposti contro la «legge bavaglio», «la barbarie ideologica che distrugge la famiglia tradizionale». Ma alla fine la scena se la sono presa loro: un gruppo di ragazzini che al grido di «Ddl Zan subito» hanno contestato i manifestanti del movimento #restiamoliberi, apertamente contrario al disegno di legge antiomofobia. Qualche tensione tra i ragazzi e la polizia: è partita anche qualche manganellata.
Piazza del Duomo tinta di rosso, il colore dei cartelli esposti contro la «legge bavaglio», «la barbarie ideologica che distrugge la famiglia tradizionale». Ma alla fine la scena se la sono presa loro: un gruppo di ragazzini, per la maggioranza studenti minorenni, che al grido di «Ddl Zan subito» hanno contestato i manifestanti chiamati a raccolta ieri pomeriggio dal movimento #restiamoliberi, apertamente contrario al disegno di legge antiomofobia. Qualche tensione con la polizia c’è stata, quando il cordone delle forze dell’ordine ha fatto in modo di allontanare i giovanissimi (gruppo numericamente esiguo a prevalenza femminile, ma rumoroso) lontano dalla piazza, dopo che questi ultimi avevano acceso due fumogeni e srotolato uno striscione a favore del Ddl Zan di fronte alla manifestazione dei gruppi Pro vita e famiglia (alla quale partecipava anche qualche neofascista). I ragazzi sono stati circondati da un cordone che li ha «accompagnati» verso piazza Fontana, ma in un paio di occasioni è partita qualche manganellata. I manifestanti parlavano di un loro compagno ferito alla testa. Altri tre di loro si sono allontanati doloranti per delle contusioni, uno con un sacchetto di ghiaccio sulla testa. La questura parla di un «gruppo compatto del centro sociale Lambretta», ma prevalentemente si sono visti adolescenti del mondo dei movimenti arcobaleno.
Mentre si allontanavano verso via Larga, si avviava alla conclusione anche l’evento «anti Ddl Zan» che ha visto la partecipazione di «un migliaio di persone» secondo la Questura, anche se sembravano di più. Certo, non gli stessi numeri della manifestazione con circa 8 mila persone organizzata dai Sentinelli all’Arco della Pace sabato 8 maggio, spinta anche dall’effetto Fedez, dopo le polemiche del concertone del Primo maggio. Ieri, sotto il Duomo è arrivato anche Matteo Salvini (oggetto di cori di insulti da parte dei contestatori come il senatore leghista Simone Pillon). «Ho visto una copertina disgustosa su un periodico, un uomo incinto. Per me è una schifezza e pretendo di poterlo gridare senza essere processato o discriminato», ha detto il senatore della Lega riferendosi al settimanale L’Epresso. Secondo il vicepresidente della onlus Pro vita e famiglia, Jacopo Coghe, «le vittime del Ddl Zan saranno la libertà e i bambini. La prima perché manifestazioni come queste saranno considerate legali o meno a discrezione di un giudice. I bambini perché l’ideologia del gender entrerà nelle scuole».
Movimento Pro Vita «Libertà e bambini le vittime di questo decreto, queste adunate saranno illegali»