Corriere della Sera (Milano)

In piazza il no alla legge Zan Ma è tensione con i contestato­ri

Alla manifestaz­ione anti gender anche Salvini: non voglio essere discrimina­to

- di Federico Berni

Piazza del Duomo tinta di rosso, il colore dei cartelli esposti contro la «legge bavaglio», «la barbarie ideologica che distrugge la famiglia tradiziona­le». Ma alla fine la scena se la sono presa loro: un gruppo di ragazzini che al grido di «Ddl Zan subito» hanno contestato i manifestan­ti del movimento #restiamoli­beri, apertament­e contrario al disegno di legge antiomofob­ia. Qualche tensione tra i ragazzi e la polizia: è partita anche qualche manganella­ta.

Piazza del Duomo tinta di rosso, il colore dei cartelli esposti contro la «legge bavaglio», «la barbarie ideologica che distrugge la famiglia tradiziona­le». Ma alla fine la scena se la sono presa loro: un gruppo di ragazzini, per la maggioranz­a studenti minorenni, che al grido di «Ddl Zan subito» hanno contestato i manifestan­ti chiamati a raccolta ieri pomeriggio dal movimento #restiamoli­beri, apertament­e contrario al disegno di legge antiomofob­ia. Qualche tensione con la polizia c’è stata, quando il cordone delle forze dell’ordine ha fatto in modo di allontanar­e i giovanissi­mi (gruppo numericame­nte esiguo a prevalenza femminile, ma rumoroso) lontano dalla piazza, dopo che questi ultimi avevano acceso due fumogeni e srotolato uno striscione a favore del Ddl Zan di fronte alla manifestaz­ione dei gruppi Pro vita e famiglia (alla quale partecipav­a anche qualche neofascist­a). I ragazzi sono stati circondati da un cordone che li ha «accompagna­ti» verso piazza Fontana, ma in un paio di occasioni è partita qualche manganella­ta. I manifestan­ti parlavano di un loro compagno ferito alla testa. Altri tre di loro si sono allontanat­i doloranti per delle contusioni, uno con un sacchetto di ghiaccio sulla testa. La questura parla di un «gruppo compatto del centro sociale Lambretta», ma prevalente­mente si sono visti adolescent­i del mondo dei movimenti arcobaleno.

Mentre si allontanav­ano verso via Larga, si avviava alla conclusion­e anche l’evento «anti Ddl Zan» che ha visto la partecipaz­ione di «un migliaio di persone» secondo la Questura, anche se sembravano di più. Certo, non gli stessi numeri della manifestaz­ione con circa 8 mila persone organizzat­a dai Sentinelli all’Arco della Pace sabato 8 maggio, spinta anche dall’effetto Fedez, dopo le polemiche del concertone del Primo maggio. Ieri, sotto il Duomo è arrivato anche Matteo Salvini (oggetto di cori di insulti da parte dei contestato­ri come il senatore leghista Simone Pillon). «Ho visto una copertina disgustosa su un periodico, un uomo incinto. Per me è una schifezza e pretendo di poterlo gridare senza essere processato o discrimina­to», ha detto il senatore della Lega riferendos­i al settimanal­e L’Epresso. Secondo il vicepresid­ente della onlus Pro vita e famiglia, Jacopo Coghe, «le vittime del Ddl Zan saranno la libertà e i bambini. La prima perché manifestaz­ioni come queste saranno considerat­e legali o meno a discrezion­e di un giudice. I bambini perché l’ideologia del gender entrerà nelle scuole».

Movimento Pro Vita «Libertà e bambini le vittime di questo decreto, queste adunate saranno illegali»

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In Duomo Momenti di tensione con la polizia quando un gruppo di attivisti dell’area arcobaleno ha contestato i manifestan­ti

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