I market chiusi per il delivery lampo
Il fenomeno «dark store»: scaffali inaccessibili al pubblico e consegne in 10 minuti
Un «cestino» con beni di largo consumo preparato e recapitato in dieci minuti: la «nuova» gara di velocità a Milano. Apripista, la startup Glovo: i fattorini riempiranno lo zaino non solo in ristoranti e negozi, ma anche recandosi nei piccoli magazzini urbani con prodotti limitati di uso quotidiano.
LGran Premio della Spesa. Che si corre a Milano su un (corto) circuito tecnologico dove i tradizionali carrelli, attesi alla cassa (integrazione), arrancano nella corsia del digitale, superati da fattorini che in tempi record soddisfano una «lista» compilata da smartphone, tramite app, portando i prodotti a casa di un cliente che deve organizzare «al volo» una cena imprevista. O che, reduce da una lunga giornata in ufficio, scopre di avere il frigo vuoto ma di andare al supermercato non se ne parla, perché se mancano pure le uova è un problema. Fino ad arrivare a chi vede nel pony express la soluzione alle lunghe code per la gastronomia. Un servizio nuovo, che non va confuso con il cibo pronto a domicilio, né con la spesa online prevista da catene come Esselunga, Coop o altri aggregatori o piattaforme come Prime o Everli: si tratta infatti di un «cestino» (ristretto) con beni di largo consumo preparato e recapitato in appena dieci minuti, almeno questo è l’obiettivo.
A dare il via al «giro superveloce» delle consegne ci ha pensato Glovo, startup spagnola di Barcellona i cui rider si distinguono per lo zaino giallo. D’ora in poi lo riempiranno non solo presso ristoranti e negozi, ma anche recandosi al dark store: «Che è un piccolo magazzino urbano con prodotti limitati di uso quotidiano, dotato di celle frigo e organizzato in reparti – spiega Elisa Pagliarani, general manager di Glovo Italia –, così il cestino può essere assemblato dal personale in circa cinque minuti». Un po’ come le «cucine fantasma» dove le postazioni sono singoli ristoranti solo online dove si preparano piatti adatti alll’ecommerce come pizze, hamburger, poi messi in vendita da piattaforme e app. Come il testimone di una staffetta, il paniere viene consegnato nelle mani del corriere, che oggi arriva alla meta in venti minuti. Per dimezzare il tempo serve aumentare la diffusione dei dark store, collocandoli in punti nevralgici della città: «Finora ne abbiamo avviati due, il primo in zona Bocconi a inizio 2020, mentre il secondo vicino alla Stazione Centrale a marzo. In ogni centro lavora una decina di addetti» illustra Pagliarani, già pronta al piano di espansione. Da questi centri, supermercati ombra, esce un assortimento che dipende dalla collaborazione con grandi marchi che forniscono frutta e verdura, acqua e bevande, pane, yogurt, uova, surgelati, articoli per la cura della casa, per l’infanzia e per gli animali. I prezzi sono allineati a quelli dei supermercati.
Uno schema già replicato ai Navigli da un’altra startup spagnola, Blok, che attiverà tre nuovi hub «a porte chiuse» entro giugno, puntando a quartieri popolosi e alla sostenibilità. «Ai rider, regolarmente assunti, forniamo biciclette elettriche, ma è prevista un’alternanza tra scaffali e consegne» comunicano i fondatori Vishal Verma e Hunab Moreno, stuzzicati dall’idea di aprire l’app anche ai fornitori di prodotti di nicchia ignorati dalla grande distribuzione. A coordinare la campagna italiana è Antonino Munafò, che traccia il profilo del cliente-tipo: «Trentenne, lavoratore e digitalizzato, single o parte di un giovane nucleo familiare». Sull’ipotesi di una «pazza corsa» dei fattorini con l’ansia da prestazione (per i dieci minuti), sia Glovo sia Blok tengono a rassicurare: la sicurezza stradale è una prerogativa del contratto collettivo.
Ad aumentare l’app(eal) del quick commerce, il commercio «rapido», sta contribuendo anche la tedesca Gorillas che a Milano starebbe allestendo un paio di dark store, sinonimo di «tutto e subito».