Corriere della Sera (Milano)

«Il confronto con Giorgetti E la lacrima di Meloni»

Albertini: «Apprezzo mia moglie che mi ha impedito di cancellare l’ultima parte della mia vita famigliare Sono pronto a fare il vicesindac­o di Fabio Minoli»

- di Maurizio Giannattas­io

«Nè vittima di un carnefice affettivo e né marito succube. Ringrazio Giovanna che mi ha impedito di fare qualcosa che il mio cuore mi portava a fare. È stata una scelta condivisa».

Quarantott­o ore di rinvio e ieri a mezzogiorn­o la decisione. «Per un insieme di ragioni personali non posso accettare questa generosa opportunit­à». Come ha passato Gabriele Albertini gli ultimi due giorni?

«Il rinvio aveva lo scopo di depurare il quadro da tutti gli elementi esterni. A partire da quelle voci per cui neanche i partiti erano d’accordo tra di

Il rinvio È servito a depurare il quadro da tutti gli elementi esterni che dopo i chiariment­i sono scomparsi

loro sul mio nome, o che Berlusconi volesse sostenere economicam­ente la campagna elettorale di Lupi e non la mia, o ancora la bacchettat­a a De Corato perché aveva fatto il peana di Cincinnato-Albertini. Se non siete d’accordo tra di voi volete convincere me che non sono d’accordo né con mia moglie né con me stesso? Dopo i chiariment­i dei partiti questi elementi sono scomparsi dal quadro».

Il rinvio è servito a chiarirsi le idee con sua moglie? «Da quel momento sono stato veramente solo in compagnia di mia moglie e con l’emisfero destro e sinistro del

Gli alleati Per ora non ho avuto reazioni violente Mi hanno risposto con messaggini cordiali Meloni ha ringraziat­o

mio cervello: l’emotività e la razionalit­à. È stata una scelta di coppia e i due giorni sono serviti per decantare la situazione perché comunque mia moglie avrebbe potuto dire, “vedi non ti vogliono neanche loro”. Invece, da quel momento la decisione è stata solo nostra. Ho citato il Vangelo: “Il corpo vale più del vestito, la vita più del cibo”. Sono stato veramente a un passo dal fare una cosa che mi avrebbe cancellato l’ultima parte della mia vita famigliare. Quindi, non sono vittima di un carnefice affettivo e neanche un marito succube. È stata una scelta condivisa e apprezzo mia moglie che mi ha impedito di fare qualcosa che il mio cuore mi portava a fare».

Non le ha impedito di proporsi come vicesindac­o se ci fosse un candidato gradito.

«Sempre che i partiti lo vogliano. Non è neanche una proposta indecente perché, ancora oggi, quella certa popolarità attestata dai sondaggi può servire alla causa. E poi la vita del vicesindac­o è meno impegnativ­a rispetto a quella da sindaco».

Di chi sarebbe disposto a fare il vicesindac­o?

«Penso a una figura come quella di Fabio Minoli, che ha sia un connotato civico sia politico. Adesso è il direttore delle relazioni esterne della Bayer, lo stesso incarico che ha ricoperto in Confindust­ria. Prima è stato coordinato­re cittadino di FI, deputato e fondatore dei club azzurri e quindi ha anche una sensibilit­à politica. Ma è anche uno che non vive di politica e quindi ha la garanzia di essere in contatto con la realtà. Ha dimostrato di poterne fare meno e di poter scegliere con indipenden­za. Potrebbe essere la persona giusta».

Perché i partiti dovrebbero seguire i suoi consigli dopo che lei non ha accettato la candidatur­a? Non ritiene che siano arrabbiati con lei?

«Per ora non ho avuto reazioni violente. Mi hanno risposto con messaggini cordiali. Giorgia Meloni mi ha ringraziat­o inviandomi un emoticon con la lacrima. Lo stesso ha fatto Licia Ronzulli. Giancarlo Giorgetti mi ha chiesto un nome. Gli ho fatto quello di Minoli e lui ha apprezzato. È chiaro che loro volevano che corressi, ma oggi il vecchio leone visto che non può dare il cattivo esempio può almeno dare dei consigli come canta De Andrè e per me Minoli è un ottimo candidato. Di lui si può dire quello che Salvini ha detto di me: “Sfido chiunque a dirmi di che partito è Albertini”».

Quando ha ricevuto l’ultimo assalto per cercare di convincerl­a?

«Venerdì, quando mi è venuta a trovare Licia Ronzulli. Ha tentato di convincerm­i fino all’ultimo ma alla fine ha desistito. In compenso abbiamo fatto due foto insieme, una davanti ai cimeli raccolti in questi anni, a partire dalla Lettera 32 usata da Indro Montanelli e una davanti una perfetta riproduzio­ne della famosa lorica muscolata, un’armatura romana».

Come mai tiene un’armatura in ufficio?

«Sono un appassiona­to di storia romana e ho speso l’equivalent­e di un’utilitaria per poter avere la spolia di un

legatus legionis romano(il comandante di legioni). C’è tutto: gladio, cimiero con pennacchio rosso, gonnellino con le borchie, tunica, mantella porpora. Serve per ricordare l’immensa civiltà del millenario impero romano in questi tempi difficili. Ci siamo scattati la foto e le ho chiesto di farla vedere a Berlusconi per ricordargl­i che anche lui è stato un Cesare».

Ha sentito Berlusconi?

«No, perché stava facendo i controlli medici. Ho chiesto a Ronzulli di non disturbarl­o con una cattiva notizia. Quando tutto sarà finito andrei volentieri a salutarlo solo per amicizia e simpatia».

Ha definitiva­mente chiuso con la politica?

«Un desiderio l’avrei. Dopo Cartabia mi piacerebbe fare il ministro della giustizia perché penso sia la riforma più urgente per il nostro Paese. C’è la necessità di restaurare la Costituzio­ne con la separazion­e dei poteri che è stata interrotta nel ’93 con la cancellazi­one dell’autorizzaz­ione a procedere».

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1 Il pressing di Matteo Salvini per convincere Gabriele Albertini a candidarsi a sindaco per il centrodest­ra è stato costante. Nella foto, il giorno del caffé preso insieme lo scorso 26 aprile
2 Albertini insieme a Mario Monti nel 2013, all’epoca della sua corsa in Regione Lombardia con Scelta civica, il movimento dell’ex premier 3 L’allora sindaco in uno scatto celebre del 1998, quando in mutande sfilò per Valentino 4 Nel 1997, il giorno del suo primo ingresso a Palazzo Marino. Albertini fu sindaco per due mandati consecutiv­i, fino al 2006
(nella foto alla sua sinistra) 4 1 Il pressing di Matteo Salvini per convincere Gabriele Albertini a candidarsi a sindaco per il centrodest­ra è stato costante. Nella foto, il giorno del caffé preso insieme lo scorso 26 aprile 2 Albertini insieme a Mario Monti nel 2013, all’epoca della sua corsa in Regione Lombardia con Scelta civica, il movimento dell’ex premier 3 L’allora sindaco in uno scatto celebre del 1998, quando in mutande sfilò per Valentino 4 Nel 1997, il giorno del suo primo ingresso a Palazzo Marino. Albertini fu sindaco per due mandati consecutiv­i, fino al 2006

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