LA LINGUA DI DANTE E LE MODE NEI LOCALI
«Ho letto — scrive Mariagrazia Libardi — del comune in cui hanno vietato i termini inglesi negli atti pubblici che d’ora in poi dovranno essere compilati soltanto in italiano. Perciò addio lockdown e avanti confinamento che va altrettanto bene. Vorrei applaudire alla decisione votata da quella amministrazione perché non se ne può più della marea di vocaboli inglesi che sostituiscono la nostra bella lingua anche nelle insegne di bar, negozi e ristoranti, oltre che negli articoli dei giornali. Per non parlare delle pagine riviste femminili: è davvero necessario scrivere bag invece di borsetta? Oppure boots invece di stivali?». Cominciando dalle riviste femminili, a volte viene da chiedersi se le lettrici sono preparate per digerire tanto inglese: passi per fashion, look e shopping che sono ormai familiari a tutte, ma chissà cosa se ne fanno di termini come pumps (scarpe con il tacco), di jumpsuit (tuta) o di clutch (borsetta senza manici). Poi le insegne di bar e ristoranti: se fino a qualche tempo fa era una gara a trovare un nome inglese per la propria attività, ultimamente si nota — forse — una sia pur timido avvio di controtendenza; si ha la sensazione che avanzino osterie e mescite e che indietreggino invece i pub (sarà una questione di…fashion?). Ma venendo al termine oggi più impiegato in assoluto, potrebbe essere stato preferito al poco simpatico e anche un poco guerresco confinamento per evitare maggiori ribellioni da parte dei cittadini. E, infine, la decisione presa a Soncino, su iniziativa della presidente del Consiglio Comunale, Federica Brizio, di bandire l’inglese dagli atti pubblici: risoluzione condivisibile, peccato che sia finita, come sempre, in scontro politico, la destra per la lingua di Dante, la sinistra per l’apertura allo straniero. Ciò detto, poiché l’inglesizzazione riguarda un po’ tutte le lingue europee, difficile che l’Italia riesca ad astenersi. Forse gli spagnoli sono gli unici che un poco resistono: ancora dicono Nueva York e pur di non cedere mangiano hamburguesas invece di hamburger. Ma sono forti del fatto che il loro idioma è, dopo cinese e inglese, il più parlato al mondo.