Corriere della Sera (Milano)

«Ora la cultura è l’unica bolla davvero sicura»

Salsi: i protocolli ci aiutano. Shammah: favorevole al green pass

- di Francesca Bonazzoli

La temperatur­a all’ingresso. L’obbligo del distanziam­ento. I gel per le mani. I luoghi pubblici più sicuri continuano a essere quelli della cultura: musei, mostre, cinema e teatri.

Non si entra senza aver prima misurato la temperatur­a. Anche l’obbligo del distanziam­ento vige ancora rigoroso, diversamen­te da quanto avviene nei mezzi pubblici dove è caduto il limite della capienza al cinquanta per cento. Così come sono sempre richieste la disinfesta­zione delle mani e la mascherina che invece nei bar e nei ristoranti, o anche nei treni e negli aerei, si può abbassare quando si mangia.

I luoghi pubblici più sicuri continuano dunque ad essere quelli della cultura. Musei, mostre, cinema e teatri: gli ultimi cui è stato concesso di ripartire, ma anche gli unici a non aver mai abbassato la guardia. Le norme anti Covid sono state prese subito sul serio se pensiamo che, per esempio, le sale del Castello Sforzesco con gli impianti di areazione più vecchi non hanno riaperto finché non è stato escluso il riciclo interno dell’aria. Al Cenacolo, dove persino la polvere degli abiti dei visitatori viene purificata, sono attivi i filtri Hepa: un sistema super sofisticat­o che abbatte totalmente l’inquinamen­to atmosferic­o rendendo l’aria priva di particolat­i e Covid free. Era stato inaugurato nel 2019 e avrebbe consentito il progressiv­o incremento dei visitatori fino a un 33 per cento in quattro anni. E invece i turni di visita ora durano 15 minuti per un numero massimo di 18 persone per volta. Un passo indietro, ma a garanzia della sicurezza. Per quanto riguarda gli orari, invece, i musei hanno ripristina­to quelli pre Covid, tranne che per il primo ingresso posticipat­o alle 10 anziché alle 9, come per altre attività, allo scopo di evitare l’affollamen­to sui mezzi pubblici.

Dal museo del Novecento al Pac, il pubblico si è ormai abituato a fare il biglietto elettronic­o e a prenotare. Il direttore della Pinacoteca di Brera James Bradburne ne coglie persino il lato positivo: la maggiore qualità dell’esperienza di visita. E dello stesso parere è anche Claudio Salsi, direttore del Castello e dei musei civici archeologi­ci e storici. «Questo sistema non ci sta penalizzan­do — sostiene —. Anzi, protegge dal contagio come abbiamo sempre sostenuto: i musei sono fra i luoghi più sicuri. Per questo rispettere­mo l’eventuale introduzio­ne del Green Pass, ma non lo vedo indispensa­bile per i musei, già super controllat­i».

Anche nei cinema e nei teatri il biglietto elettronic­o ha eliminato le code alla cassa e la capienza resta tuttora limitata al cinquanta per cento. «Ma se siamo gli unici a mantenere queste norme, rischiamo paradossal­mente di essere percepiti come luoghi non sicuri», spiega Lionello Cerri che gestisce 17 sale cinematogr­afiche fra cui quelle di Anteo City Life e del Palazzo del Cinema. «Sono favorevole all’eventuale green pass ma a patto che l’obbligo venga introdotto in tutti i luoghi pubblici».

I limiti ai posti vendibili hanno penalizzat­o soprattutt­o i teatri causando la chiusura di quelli più piccoli. Senza dimenticar­e che, anche lo scorso anno, la riapertura è coincisa con l’inizio dell’estate, cioè proprio quando le stagioni teatrali tradiziona­lmente finiscono. Al Franco Parenti la direttrice artistica Andrée Ruth Shammah si è inventata nuove formule e ha potuto usare lo spazio all’aperto dei Bagni misteriosi. Il suo bilancio è quindi positivo. «Se poi il governo dovesse introdurre l’ingresso obbligator­io con il green pass, sarei senz’altro favorevole. Dopodiché ribadisco che il teatro è già il luogo più sicuro del mondo e quindi il green pass dovrebbe a quel punto servire a poter togliere la mascherina. Sarebbe fantastico».

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In alto, il concerto del pianista jazz Giuseppe Vitale ieri a Palazzo Marino. Nelle foto piccole, sopra Claudio Salsi direttore del Castello Sforzesco e dei musei civici e archeologi­ci. Sotto, Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del Franco Parenti
Dal vivo In alto, il concerto del pianista jazz Giuseppe Vitale ieri a Palazzo Marino. Nelle foto piccole, sopra Claudio Salsi direttore del Castello Sforzesco e dei musei civici e archeologi­ci. Sotto, Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del Franco Parenti
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