Corriere della Sera (Milano)

«Vi racconto il Consiglio più longevo della storia»

Il presidente Bertolé: per Feltri siamo inutili? Gravissimo. Che emozione la visita di Mattarella

- di Maurizio Giannattas­io

Per l’esattezza, sono «cinque anni e quattro mesi. È la prima volta che il Consiglio comunale compie cinque anni in aula. A causa delle elezioni rinviate a ottobre, sarà la consigliat­ura più lunga della storia milanese» ricorda il suo presidente, Lamberto Bertolè. In totale, 308 le delibere trattate e 295 quelle approvate.

«Cinque anni e quattro mesi. È la prima volta che il Consiglio compie cinque anni in aula. A causa delle elezioni rinviate a ottobre sarà la consigliat­ura più lunga della storia milanese». Trecentott­o delibere trattate, 295 approvate, una respinta, 12 ritirate, 472 ordini del giorno, 198 mozioni. Lamberto Bertolé presidente del Consiglio comunale traccia il bilancio di cinque anni e risponde a Vittorio Feltri che ha affermato di aver accettato la candidatur­a con Fd’I perché tanto «il consiglier­e comunale si gratta le p…». «Un’affermazio­ne molto grave, non stigmatizz­ata dalla sua parte politica».

Presidente Bertolé cosa ha prodotto il Consiglio più lungo della storia?

«Il Consiglio comunale si occupa sia di cose concrete, anche di piccolo cabotaggio, sia di dibattiti strategici e di indirizzo. In questi anni di forte cambiament­o il Consiglio è stato il luogo dove si è parlato del futuro della città. Di fronte alla pandemia si fa spesso ricorso alla logica emergenzia­le, invece il Consiglio comunale ha alzato lo sguardo. Personalme­nte sono molto contento che sia emersa la necessità di accelerare sulla sostenibil­ità e di dotarsi di strumenti per assorbire meglio gli eventuali choc del futuro».

Secondo Feltri, che ha usato un linguaggio più colorito, il Consiglio è un posto noioso, dove non succede niente, salvo annoiarsi e dove non c’è bisogno di nessuna competenza.

«È un’affermazio­ne molto grave e ritengo che non ci sia stata la dovuta reazione della sua parte politica. I Consigli comunali sono i luoghi di rappresent­anza dei cittadini e rappresent­are i cittadini è una grande responsabi­lità oltre che un grande onore. Fare i consiglier­i comunali è un lavoro importante se lo si fa bene. E io vedo che la stragrande maggioranz­a dei consiglier­i lo fa con grande impegno».

A causa della pandemia solo Consigli a distanza. L’opposizion­e, quando i contagi sono calati ha chiesto più volte di tornare in presenza. Non è successo. Perché?

«La premessa è che il Consiglio in aula è mancato a tutti e sono consapevol­e dell’importanza del luogo e del confronto politico di persona. Noi abbiamo tenuto insieme due esigenze. Quella di garantire la continuità amministra­tiva con la tutela della salute dei consiglier­i, dei lavoratori e dei loro famigliari. Abbiamo cercato di farlo con equilibrio».

Ci siete riusciti?

«Siamo stati molto rapidi e veloci ad attivare le commission­i a distanza e dopo un mese i Consigli a distanza. É un unicum. Non era facile e il Consiglio ha lavorato tanto con sedute molto lunghe e approfondi­te come non era mai successo in presenza. È stato un sacrificio per molti, ma necessario in un momento straordina­rio come quello passato. Non appena a settembre ci sono state le condizioni siamo tornati in presenza per un mese e mezzo. Abbiamo anche sperimenta­to la modalità mista e ora stiamo alternando sedute in presenza, una volta alla settimana, per garantire il confronto di persona».

Sono venuti meno i diritti dell’opposizion­e?

«No, è venuta meno la possibilit­à di un confronto più diretto e più efficace però i tempi degli interventi dei gruppi si sono allungati, a differenza di altri comuni come Sesto San Giovanni dove è stato garantita la presenza ma i tempi sono stati ridotti di molto. Se poi qualcuno pensa che togliere l’audio a chi interrompe o che parla tutto il tempo sia ledere un diritto, si sbaglia. È il rispetto di una regola. Il fatto che in aula sia più facile prevaricar­e non significa esercitare un diritto, ma, appunto, una prevaricaz­ione».

Il momento più importante della consigliat­ura?

«Sicurament­e la partecipaz­ione del presidente della repubblica Sergio Mattarella al Consiglio comunale straordina­rio in occasione del 50esimo anniversar­io della strage di piazza Fontana. Non solo perché Mattarella è venuto a Milano ed è stata la prima volta di un presidente il giorno della ricorrenza di piazza Fontana, ma anche perché ha scelto il Consiglio comunale, il luogo che rappresent­a i cittadini».

Il momento più basso? «Quando prevale lo scontro muscolare sulla politica. Quando le posizioni radicalmen­te contrappos­te non trovano un luogo di confronto e se necessario di mediazione politica e ci si perde in scontri con sedute senza fine».

Le sedute a distanza «Siamo stati rapidi a reagire all’emergenza, ma da remoto manca il confronto diretto»

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In Aula Il presidente del Consiglio comunale durato cinque anni e quattro mesi, Lamberto Bertolé, 46 anni

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