Corriere della Sera (Milano)

Tortu: «Inseguo la doppia finale ascoltando i Deep Purple»

La «prima» ai Giochi del giovane velocista milanese che si è allenato in Brianza sotto gli occhi del padre Battutista incompreso, ragazzo dai gusti antichi, vanta un tifoso speciale: Berruti, oro a Roma ‘60

- Di Gaia Piccardi

Èla prima Olimpiade per Filippo Tortu da Costa Lambro, frazione di Carate Brianza, 23 anni e il futuro spalancato davanti. «Vado in Giappone con l’obiettivo di disputare due finali: i cento metri e la staffetta 4x100». Impresa non da poco. Gli allenament­i tra Giussano e l’Arena civica.

Una tuta azzurra con le ali ai piedi all’imbarco del volo Az 792 da Roma Fiumicino a Tokyo Haneda. Comincia oggi, su un aereo carico di atleti, trolley e speranze, la prima Olimpiade di Filippo Tortu da Costa Lambro, frazione di Carate Brianza, 23 anni compiuti da trentatrè giorni e il futuro spalancato davanti. Cinque anni fa, Piè Veloce bucò i Giochi di Rio per tre centesimi di secondo: «Il minimo per andare a gareggiare in Brasile era 10’’16. Avevo 18 anni e già credevo di potercela fare — ha raccontato a GQ, che gli ha dedicato la cover doppia con Jannik Sinner, il predestina­to del tennis che a Tokyo, invece, ha rinunciato —. Era l’anno del mio esordio in Nazionale. Agli europei di Amsterdam ho fatto un 10’’19. Mancava un soffio, ma l’ho bucato. A luglio, ai Mondiali Under 20, il mio primo risultato internazio­nale importante: medaglia d’argento con 10’’24. Ma niente Rio: grosso dispiacere».

Adesso che il destino gli offre l’occasione di riprenders­i con gli interessi ciò che quel battito di ciglia di troppo gli sottrasse, Tortu non vuole avere rimpianti: «Vado in Giappone con in testa l’obiettivo di disputare due finali: i 100 metri e la staffetta 4x100». Impresa non da poco, anche se Filippo si è abituato da ragazzino a riscrivere la storia dell’atletica leggera italiana: primato nazionale al primo anno da junior (10”24), togliendo un centesimo a un tempo che era imbattuto da 34 anni; il 22 giugno 2018, a vent’anni appena compiuti, è stato il primo italiano a scendere sotto i 10” nei 100 metri (9”99), battendo il 10”01 del monumento Pietro Mennea che resisteva dal lontano 1979; nel settembre 2019, piazzandos­i terzo nelle selezioni, ha agguantato la qualificaz­ione alla finale dello sprint al Mondiale di Doha (arriverà settimo in 10”07) per un millesimo di secondo di differenza con il giamaicano Tracey, rimasto con un palmo di naso. L’ultimo velocista italiano a riuscirci era stato Pierfrance­sco Pavoni a Roma ’87.

Il ragazzo, insomma, alle imprese è ben allenato e anche se a questa Olimpiade non arriva con il tempo che avrebbe sperato (la miglior prestazion­e stagionale, 10”17 al meeting della Diamond League di Montecarlo del 9 luglio, è stato un incoraggia­nte segnale di risveglio dopo gare decisament­e non alla sua altezza), tutti sanno che Filippo Tortu è un animale da gara che si nutre dell’adrenalina sui blocchi: benché a porte chiuse e senza pubblico, proprio i 100 metri di Tokyo potrebbero riportare l’azzurro sui valori di due anni fa. L’idea della doppia finale olimpica è ambiziosa: tra i rivali più agguerriti, in Giappone, Tortu troverà l’amico e compagno di squadra Marcell Jacobs, padre americano e mamma bresciana,

26 anni, cresciuto a Desenzano del Garda ed esploso lo scorso marzo conquistan­do l’oro nei 60 metri agli Europei indoor di Torun, in Polonia (6”47). «Una competizio­ne che ci stimola a vicenda — ha sempre detto Filippo —, nel rispetto di un’amicizia di lunga data». Però è stato proprio Jacobs, il 13 maggio a Savona, a soffiargli il record italiano sui 100, abbassato alla stratosfer­ica quota di 9”95, un tempo di valore mondiale che lancia Marcell tra i favoriti alla conquista della finale olimpica.

La Federazion­e permette a Filippo, allenato da papà Salvino, di covare i suoi talenti nel fazzoletto di terra dove affonda le radici: Costa Lambro (casa di famiglia), Giussano (campo pratica insieme all’Arena di Milano), Monza (ex liceo: nel giorno in cui Gigio Donnarumma volava a Ibiza sull’aereo privato, lui si diplomava allo Scientific­o con un tema sul rapporto tra uomo e natura), Carate Brianza (casa di nonna Titta, che immola etti di pasta per sfamarlo). Piè Veloce attraversa di corsa il suo romanzo di formazione con l’aria disincanta­ta che gli auguriamo di non smarrire mai, battutaro incompreso («Nel mucchio, qualche freddura va a segno!»), ragazzo dai gusti antichi («Ascolto Deep Purple e Aerosmith, ma anche Lucio Battisti che piace a mamma, Mia Martini che piace a nonna, Mina, Califano e Patty Pravo che piacciono a me»), collezioni­sta di maglie da calcio, pieno di passioni sportive («Con mio padre e mio fratello Giacomo parliamo soprattutt­o di pallone: allo stadio siamo come tre bambini in un negozio di giocattoli»), prima su tutte la Juventus.

Un ultrà speciale farà il tifo da Torino per questo figlio dell’atletica italiana che in questo periodo scoppia di salute (peccato per l’infortunio che ha tolto a Larissa Iapichino, 19 anni, la gioia della prima Olimpiade): Livio Berruti, 82 anni, eroe di Roma ‘60, vincitore di un immortale oro nei 200. «Filippo mi piace moltissimo e ha una famiglia stupenda — dice l’antenato —. Il successo di un campione, per metà, è fatto dei geni della mamma e del papà. Lui è nato nell’ambiente giusto, che non lo stressa. Che resti sereno è importante per la sua velocità e il suo sviluppo». Per ricambiare i compliment­i, Tortu aveva corso i 100 al Mondiale di Doha con le spike bianche, una citazione di Berruti a Roma. Tokyo è un’altra storia, più complicata e in salita. Ma è proprio sotto i cinque cerchi che a volte sbocciano i sogni più imprevedib­ili.

Vado a Tokyo con l’obiettivo di disputare due finali: quella dei 100 e la staffetta

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Velocista Brianzolo di origini sarde nato a Milano 23 anni fa, Filippo Tortu è stato il primo atleta italiano a correre i cento metri piani in meno di dieci secondi
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Il velocista brianzolo di Carate Brianza, nato a Milano 23 anni fa con orgini sarde, Filippo Tortu. Atleta delle Fiamme gialle, nella foto sopra indossa la divisa della Guardia di finanza. Sotto, in corsa e all’Arena civica di Milano
Sprinter Il velocista brianzolo di Carate Brianza, nato a Milano 23 anni fa con orgini sarde, Filippo Tortu. Atleta delle Fiamme gialle, nella foto sopra indossa la divisa della Guardia di finanza. Sotto, in corsa e all’Arena civica di Milano

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