Corriere della Sera (Milano)

Gli effetti benefici della filiera

Così si possono generare nuove opportunit­à di lavoro grazie al rapporto virtuoso con i fornitori locali e all’attività sostenibil­e sul piano ambientale e sociale

- Di Elisabetta Andreis

Preziose perché strategich­e nella propria filiera e perché generano un impatto positivo sul territorio. La quinta tappa dell’iniziativa Imprese vincenti di Intesa Sanpaolo si concentra sulle piccole e medie imprese italiane «benefiche», perché generano posti di lavoro valorizzan­do il rapporto con i loro fornitori locali e svolgendo le loro attività in modo sostenibil­e sul piano ambientale, economico e sociale.

Durante l’emergenza Covid la banca ha potenziato il suo programma per mitigare il contraccol­po della pandemia sulle piccole aziende di molte filiere produttive, destinando loro un plafond di 10 miliardi di nuovo credito. «Ma oggi è essenziale mettere a terra le risorse del Pnrr, perché sono le imprese che fanno sistema la vera leva per la piena attuazione degli obiettivi prefissati — raccomanda Stefano Barrese, responsabi­le Divisione Banca dei Territori —. Mi riferisco ad aziende che anche durante la pandemia hanno continuato a valorizzar­e il made in Italy, sia all’interno delle proprie filiere di riferiment­o sia fuori, anche oltre i confini nazionali. Imprese che sanno quanto sia vitale il rapporto con i propri fornitori e che, in virtù di una relazione di filiera, hanno saputo adattare produzioni, reagire e resistere insieme ad altre aziende, generando sviluppo per se stesse e per il contesto socio-economico».

L’istituto ha sviluppato più di 780 filiere coinvolgen­do oltre 19 mila fornitori, per un giro d’affari che supera i 91 miliardi e, nell’ambito di «Imprese Vincenti», ha raccolto dal 2019 ad oggi più di 10 mila candidatur­e, accompagna­ndo 376 aziende di qualità con almeno 2 milioni di fatturato e dieci dipendenti in percorsi di crescita e sviluppo.

Con i suoi programmi vuole valorizzar­e queste realtà aziendali ad alto potenziale ma con dimensioni ridotte e spingerle a crescere con molta autodeterm­inazione, puntando sugli investimen­ti in ricerca e sviluppo. In generale, dice l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, le filiere produttive rappresent­ano un punto di forza dell’industria manifattur­iera italiana e la catena del valore aziendale resta più legata al contesto locale rispetto a quanto avviene negli altri Paesi europei (74,4 per cento in Italia, contro il 69,4 per cento in Francia, ad esempio). Qui l’evoluzione del contesto competitiv­o e l’attuale crisi generata dalle restrizion­i per contenere la pandemia «hanno ripercussi­oni sull’organizzaz­ione delle imprese nel processo produttivo e distributi­vo e più in generale sulle scelte di posizionam­ento strategico. Più fornitori più vicini, questa la parola d’ordine».

In sintesi le aziende hanno fatto tesoro dei problemi di interruzio­ne delle forniture durante i mesi di chiusure, dovute ai lockdown. Hanno rivisitato le politiche di magazzino (e questo può far salire i prezzi delle materie prime) e quelle di approvvigi­onamento. Le filiere di prossimità, in questo senso, si sono rafforzate. Con l’iniziativa «Imprese Vincenti», Intesa Sanpaolo offre loro una vetrina, oltre a finanziame­nti dedicati che fanno leva sull’incentivo fiscale previsto dalla legge di Bilancio nella forma di credito d’imposta previsto da Transizion­e 4.0. È un vero e proprio «roadshow», un digital tour in otto tappe tematiche, quello

Stefano Barrese «Essenziale mettere a terra le risorse del Pnrr, perché sono le imprese la vera leva»

I numeri del progetto

Raccolte 10 mila candidatur­e e sostenute

376 aziende di qualità

iniziato il mese scorso e giunto al quinto appuntamen­to. Nella tappa Filiere e territorio sono premiate 14 imprese italiane (due sono lombarde) «capaci di affrontare la crisi insieme ai propri fornitori e di recuperare posizioni sul mercato facendo sistema». Sono Aku Italia (Treviso), Alas Meccanica (Bari), Antica Valserchio (Lucca), B&T Management (Ragusa), Bruno (Avellino), Calabra Maceri e Servizi (Cosenza), Enolgas Bonomi (Brescia), Eurofork (Torino), Hinowa (Verona), OMA (Perugia), Osai Automation System (Torino), Palazzani Industrie (Brescia), Sifar Placcati (Perugia) e Unifarco (Belluno).

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Riuniti Un momento del dibattito nella quinta tappa. Da sinistra, Luca Severini, Laura Vezzoli, Debora Rosciani, Anna Roscio, Alessandra Fornasiero e Marco Franco Nava

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